Religioni
Gli auguri di Natale dell'Arcivescovo Pichierri
«Dobbiamo accoglierci gli uni gli altri»
Barletta - mercoledì 25 dicembre 2013
Pubblichiamo gli auguri natalizi di monsignor Giovan Battista Pichierri:
«Carissimi, Natale per noi cristiani è la nascita del Figlio unigenito di Dio-padre nella nostra carne, è l'Incarnazione del Verbo come scrive Giovanni nel suo vangelo: "…e il Verbo si è fatto carne" (Gv 1,14). Questa venuta si è realizzata "ieri" a distanza di 2013 anni. Come? Scrive San Cirillo di Gerusalemme: "…è venuto in modo oscuro e silenzioso, come la pioggia sul vello… avvolto in fasce e posto in una stalla; …accettò la croce senza rifiutare il disonore" (Lit.Ore, Ufficio 1^Domenica di Avvento). E nel prefazio di Avvento I: "Al suo primo avvento nell'umiltà della nostra natura umana egli portò a compimento la promessa antica, e ci aprì la via dell'eterna salvezza". Il "Bambino", nato a Betlemme da Maria di Nazareth "vergine madre", è il Signore della storia della salvezza di tutto il genere umano; è il Re dell'universo che "verrà nella gloria a giudicare i vivi e i morti alla fine di questo mondo, e la nascita del mondo nuovo".
La gioia del Natale scaturisce da Dio, che è Amore, e che si è riversato nella nostra carne vivificandola del suo stesso amore misericordioso di Padre, di Fratello, di Sposo. Ecco perché noi cristiani celebriamo il Natale accogliendo l'esortazione dell'Apostolo Paolo a Tito: "E' apparsa la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini, che ci insegna a rinnegare l'empietà e i desideri mondani e a vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo, nell'attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore nostro Gesù Cristo" (Tt 2,11-13). Nelle parole di S. Paolo (66 d.C.) troviamo anche la realtà del "Natale oggi". Come Dio ha raggiunto la nostra periferia esistenziale, così ciascuno di noi e tutti insieme (sinodo) dobbiamo raggiungere le periferie esistenziali della storia del nostro tempo. Dobbiamo accoglierci gli uni gli altri, e in modo particolare la vita nascente, i bambini, gli ammalati, i poveri, i carcerati, i senza tetto, gli affamati, i nudi, i pellegrini, gli immigrati, i dubbiosi, i non credenti. Gesù Bambino ci chiede di incontrarlo nella carne di ogni persona umana. Viviamo tutto il tempo di Avvento e di Natale con questa richiesta a Dio, nostro Padre: "suscita in noi la volontà di andare incontro con le buone opere al tuo Cristo che viene, perché ci chiami accanto a sé nella gloria a possedere il regno dei cieli" (Colletta 1^ Domenica di Avvento). Vi invoco dall'Alto la benedizione di Dio e la protezione della Santa Famiglia, augurandovi un Santo Natale!»
«Carissimi, Natale per noi cristiani è la nascita del Figlio unigenito di Dio-padre nella nostra carne, è l'Incarnazione del Verbo come scrive Giovanni nel suo vangelo: "…e il Verbo si è fatto carne" (Gv 1,14). Questa venuta si è realizzata "ieri" a distanza di 2013 anni. Come? Scrive San Cirillo di Gerusalemme: "…è venuto in modo oscuro e silenzioso, come la pioggia sul vello… avvolto in fasce e posto in una stalla; …accettò la croce senza rifiutare il disonore" (Lit.Ore, Ufficio 1^Domenica di Avvento). E nel prefazio di Avvento I: "Al suo primo avvento nell'umiltà della nostra natura umana egli portò a compimento la promessa antica, e ci aprì la via dell'eterna salvezza". Il "Bambino", nato a Betlemme da Maria di Nazareth "vergine madre", è il Signore della storia della salvezza di tutto il genere umano; è il Re dell'universo che "verrà nella gloria a giudicare i vivi e i morti alla fine di questo mondo, e la nascita del mondo nuovo".
La gioia del Natale scaturisce da Dio, che è Amore, e che si è riversato nella nostra carne vivificandola del suo stesso amore misericordioso di Padre, di Fratello, di Sposo. Ecco perché noi cristiani celebriamo il Natale accogliendo l'esortazione dell'Apostolo Paolo a Tito: "E' apparsa la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini, che ci insegna a rinnegare l'empietà e i desideri mondani e a vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo, nell'attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore nostro Gesù Cristo" (Tt 2,11-13). Nelle parole di S. Paolo (66 d.C.) troviamo anche la realtà del "Natale oggi". Come Dio ha raggiunto la nostra periferia esistenziale, così ciascuno di noi e tutti insieme (sinodo) dobbiamo raggiungere le periferie esistenziali della storia del nostro tempo. Dobbiamo accoglierci gli uni gli altri, e in modo particolare la vita nascente, i bambini, gli ammalati, i poveri, i carcerati, i senza tetto, gli affamati, i nudi, i pellegrini, gli immigrati, i dubbiosi, i non credenti. Gesù Bambino ci chiede di incontrarlo nella carne di ogni persona umana. Viviamo tutto il tempo di Avvento e di Natale con questa richiesta a Dio, nostro Padre: "suscita in noi la volontà di andare incontro con le buone opere al tuo Cristo che viene, perché ci chiami accanto a sé nella gloria a possedere il regno dei cieli" (Colletta 1^ Domenica di Avvento). Vi invoco dall'Alto la benedizione di Dio e la protezione della Santa Famiglia, augurandovi un Santo Natale!»