La città
Gli alunni ricordano il professore di musica Giuseppe Peschechera
Viene ricordato da intere generazioni come il professore di musica in bicicletta
Barletta - martedì 25 ottobre 2022
14.03
Amante passionale della musica, insegnate travolgente ed educatore di quelli che, non si fermano solo ad insegnarti una materia di studio, ma si assumono il compito di guidarti, di formare una persona, e non un alunno, con consigli e qualche chiacchiera. Quali problemi potrà mai avere un ragazzo che frequenta le scuole medie?
No, il professor Giuseppe Peschechera non ha mia sottovalutato i pensieri o le vicende che accadevano intorno a lui. Una volta, cogliendo lo sguardo spento di una alunna disse: «Quando pensi di sentirti sola o non capita, prendi una cartina. Una di quelle che sono appese ai muri della scuola, insomma quelle grandi. Vedi il mondo, è enorme. Ci saranno milioni di persone che si sentiranno così. Non sei sola».
Giuseppe Peschechera, professore della scuola De Nittis di Barletta, viene ricordato da intere generazioni come il prof di musica in bicicletta. È così che il professionista si presentava ai suoi alunni. Chitarra tra le mani e sempre disposto a suonare insieme agli altri le ultime hit del momento e quelle del passato. Lui non amava allontanare i ragazzi dalla musica, costantemente attento alle nuove tendenze, alla scoperta di nuovi brani attraverso l'ascolto dei più giovani.
Lo ricordano anche gli alunni della 2G a.s 2022/23 I.C. "D'Azeglio De Nittis": «Il mattino del 24/10/2022 il professore Giuseppe Peschechera è venuto a mancare. Il professore è stato un grande esperto nella musica e nel suo lavoro. Era sempre pronto a porgere la mano a chi ne aveva bisogno. Adesso siamo noi a dover porgere la mano a lui. Ci ha lasciato con i suoi ricordi: le sue musiche iconiche ed espressive, la sua bicicletta verde, il suo panino all'olio e il suo amore nell'insegnare e aiutare.
È stata una grande perdita per tutta la scuola che da un giorno all'altro si è ritrovata con una "corda" mancante. L'abbiamo conosciuto poco, ma anche in quei brevi momenti ci ha fatto amare la musica come nessun altro e di questo ne siamo molto grati. Prof ora che non è più sulla Terra tutti sentono la Sua mancanza.
Speriamo che lassù sia felice e che la sua anima non smetta mai di amare la musica, fluttuando tra gli spazi del pentagramma, perché no con la sua inseparabile bicicletta verde.
Caro prof, faccia buon viaggio tra le sue amate musiche, un forte abbraccio da tutti noi». Non mancano i ricordi di alunni degli anni passati come quello di Cosimo Campanella: «Era l'autunno del 1986 quando in un'aula della scuola media Giuseppe De Nittis entra un ventiduenne in jeans e camicia come tanti. Nessuno, vedendolo così giovane, così poco "istituzionale" rispetto a molti suoi colleghi di quegli anni, pensava che lui, Giuseppe Peschechera, potesse essere il nuovo insegnante di educazione musicale.
Guardandolo per la prima volta mettere piede in classe, noi dodici/tredicenni dell'epoca provammo inconsciamente quasi un sospiro di sollievo nel vedere in quel ragazzo colui che ci avrebbe finalmente affrancato dalla insopportabile tirannìa del flauto dolce.
Del resto a quell'età, i ragazzini di ogni tempo hanno già i loro gusti musicali, e vallo a far capire a un tredicenne di metà anni Ottanta che durante l'ora di musica si devono mettere da parte le Madonna, i Michael Jackson, gli Zucchero e i Vasco Rossi per lasciare spazio all'ascolto dei Canti Gregoriani.
A tredici anni, si sa, si vuole tutto e subito ed è piuttosto facile distrarsi quando, diciamo così, non si è particolarmente attratti dall'argomento di studio. Ma lui, il Professor Peschechera, credeva fermamente in quello che faceva in quanto amava quel che faceva. Lui spaziava con la stessa passione e competenza da Chopin ai Pink Floyd, da Debussy a Woodstock, dalla musica rinascimentale a Sting.
Noi quasi cinquantenni, che forse siamo stati tra i suoi primi alunni, in particolare ricordiamo il silenzio assoluto in classe (un'impresa, ve lo assicuriamo, ai limiti dell'impossibile) mentre il Prof. Peschechera trattava argomenti come il caso Luigi Tenco, o le polemiche sulla vittoria di Adriano Celentano al Festival di Sanremo del 1970 con "Chi non lavora non fa l'amore".
Non ci è quindi difficile comprendere ed apprezzare i numerosissimi attestati di affetto e di stima di queste ore da parte di tanti suoi ex alunni nei confronti di quel ragazzo ventiduenne che varcò la soglia della nostra aula in quell'ormai lontano settembre del 1986».
No, il professor Giuseppe Peschechera non ha mia sottovalutato i pensieri o le vicende che accadevano intorno a lui. Una volta, cogliendo lo sguardo spento di una alunna disse: «Quando pensi di sentirti sola o non capita, prendi una cartina. Una di quelle che sono appese ai muri della scuola, insomma quelle grandi. Vedi il mondo, è enorme. Ci saranno milioni di persone che si sentiranno così. Non sei sola».
Giuseppe Peschechera, professore della scuola De Nittis di Barletta, viene ricordato da intere generazioni come il prof di musica in bicicletta. È così che il professionista si presentava ai suoi alunni. Chitarra tra le mani e sempre disposto a suonare insieme agli altri le ultime hit del momento e quelle del passato. Lui non amava allontanare i ragazzi dalla musica, costantemente attento alle nuove tendenze, alla scoperta di nuovi brani attraverso l'ascolto dei più giovani.
Lo ricordano anche gli alunni della 2G a.s 2022/23 I.C. "D'Azeglio De Nittis": «Il mattino del 24/10/2022 il professore Giuseppe Peschechera è venuto a mancare. Il professore è stato un grande esperto nella musica e nel suo lavoro. Era sempre pronto a porgere la mano a chi ne aveva bisogno. Adesso siamo noi a dover porgere la mano a lui. Ci ha lasciato con i suoi ricordi: le sue musiche iconiche ed espressive, la sua bicicletta verde, il suo panino all'olio e il suo amore nell'insegnare e aiutare.
È stata una grande perdita per tutta la scuola che da un giorno all'altro si è ritrovata con una "corda" mancante. L'abbiamo conosciuto poco, ma anche in quei brevi momenti ci ha fatto amare la musica come nessun altro e di questo ne siamo molto grati. Prof ora che non è più sulla Terra tutti sentono la Sua mancanza.
Speriamo che lassù sia felice e che la sua anima non smetta mai di amare la musica, fluttuando tra gli spazi del pentagramma, perché no con la sua inseparabile bicicletta verde.
Caro prof, faccia buon viaggio tra le sue amate musiche, un forte abbraccio da tutti noi». Non mancano i ricordi di alunni degli anni passati come quello di Cosimo Campanella: «Era l'autunno del 1986 quando in un'aula della scuola media Giuseppe De Nittis entra un ventiduenne in jeans e camicia come tanti. Nessuno, vedendolo così giovane, così poco "istituzionale" rispetto a molti suoi colleghi di quegli anni, pensava che lui, Giuseppe Peschechera, potesse essere il nuovo insegnante di educazione musicale.
Guardandolo per la prima volta mettere piede in classe, noi dodici/tredicenni dell'epoca provammo inconsciamente quasi un sospiro di sollievo nel vedere in quel ragazzo colui che ci avrebbe finalmente affrancato dalla insopportabile tirannìa del flauto dolce.
Del resto a quell'età, i ragazzini di ogni tempo hanno già i loro gusti musicali, e vallo a far capire a un tredicenne di metà anni Ottanta che durante l'ora di musica si devono mettere da parte le Madonna, i Michael Jackson, gli Zucchero e i Vasco Rossi per lasciare spazio all'ascolto dei Canti Gregoriani.
A tredici anni, si sa, si vuole tutto e subito ed è piuttosto facile distrarsi quando, diciamo così, non si è particolarmente attratti dall'argomento di studio. Ma lui, il Professor Peschechera, credeva fermamente in quello che faceva in quanto amava quel che faceva. Lui spaziava con la stessa passione e competenza da Chopin ai Pink Floyd, da Debussy a Woodstock, dalla musica rinascimentale a Sting.
Noi quasi cinquantenni, che forse siamo stati tra i suoi primi alunni, in particolare ricordiamo il silenzio assoluto in classe (un'impresa, ve lo assicuriamo, ai limiti dell'impossibile) mentre il Prof. Peschechera trattava argomenti come il caso Luigi Tenco, o le polemiche sulla vittoria di Adriano Celentano al Festival di Sanremo del 1970 con "Chi non lavora non fa l'amore".
Non ci è quindi difficile comprendere ed apprezzare i numerosissimi attestati di affetto e di stima di queste ore da parte di tanti suoi ex alunni nei confronti di quel ragazzo ventiduenne che varcò la soglia della nostra aula in quell'ormai lontano settembre del 1986».