
La città
Giuseppe De Nittis, Il bosco, l’attesa e il viaggio interiore
Nota critica dello scrittore Giuseppe Lagrasta
Barletta - domenica 5 ottobre 2025
8.09
Il prof. Giuseppe Lagrasta, esaminando l'opera di Giuseppe De Nittis, "Appuntamento nel bosco di Portici" (1864, Viareggio, Istituto Matteucci, in De Nittis, Pittore della vita Moderna, a cura di F. Mazzocca, P. Zatti, p. 95, SilvanaEditoriale, 2024), sottolinea quanto nel dipinto dell'autore barlettano, la struttura della pittura narrativa comunichi la condizione esistenziale di una donna volitiva e riflessiva, in attesa di un incontro, di una novità sospesa, oppure di un desiderio di cambiamento. La linea di indagine, si sofferma sullo stadio della riflessione interiore e della narrazione pittorica che si manifesta funzionale all'esaltazione dei processi figurativi sottesi alla neo-modernità dell'estetica denittisiana, avvalorata, peraltro, da un approccio artistico, etico e umano, dirompente.
Le metafore significative che animano l'opera di Giuseppe De Nittis, "Appuntamento nel bosco di Portici", contaminate dalle allegorie di una fiaba oppure da quelle contenute in un racconto fantastico, marcano la valenza multidisciplinare della produzione creativa dell'artista, mentre sidenotano tratti fortemente pedagogici ed educativi che rendono ragione del rilevante spirito etico-estetico impresso dalla neo-modernità denittisiana. L'opera, "Appuntamento nel bosco di Portici", infatti, è neo-moderna, in quanto, da un lato, enuclea i valori dell'introspezione figurativa denittisiana (l'attesa, l'interiorità, la visione del mondo, l'interrogazione, la riflessione, lo spirito meditativo, la condizione esistenziale); dall'altro lato, incanta per la maestosa regia dell'artista, (la natura, la fondazione del sistema della luce, la quinta colorata destinata al teatro delle ombre, il senso del vuoto, la metafora del labirinto, l'originale senso del desiderare il dialogo, la comunicazione, l'ascolto, il principio di libertà e di autonomia personali) che pone in primo piano la mappa delle specificazioni del pittore, connessa alle cifre simboliche costitutive della sua autobiografia. Così, la donna volitiva e impegnata descritta nel quadro di Giuseppe Denittis, "Appuntamento nel bosco di Portici", rappresenta l'emblema dell'attesa, ma anche la cifra della lotta e del desiderio di conoscere e di apprendere, mentre il tempo storico-sociale, annidato nelle vene del giorno, scandisce le ore, nutrendosi di colori, respirando il profumo della luce e la fragranza dei fiori. E' una visione del mondo, perturbante e inquieta, quella che ammiriamo nell'opera del Denittis, che sottende momenti di intensa vita interiore: una donna che aspetta ma che è capace di essere protagonista della sua storia; una donna che crede nella possibilità di scoprire la mappa della vita, del destino e della sorte, attraverso lo studio e la riflessione per essere protagonista attiva del suo tempo.
Così, finalmente, vien fuori l'elemento perturbante: il sentimento inquieto che provoca l'attesa, che nasconde un messaggio di vitalità, che significa il senso del desiderio di voler prendere le distanze dalla routine quotidiana. Nell'opera, si scorge, altresì, il linguaggio delle ombre e nella tela che esaminiamo, è l'alfabeto del mistero che vogliamo indagare, è la misteriosa cifra simbolica che si nasconde nel bosco che desideriamo rintracciare, è quel cono d'ombra che vogliamo abitare, per poter descrivere tutta la liricità che l'opera possiede. Avremmo potuto avviare questa nota dedicata all'opera di Giuseppe Denittis, "Appuntamento nel bosco di Portici", con il "C'era una volta nel bosco…una donna misteriosa, impegnata a leggere un libro, ferma, poggiata leggermente al suo ombrello (magico), mentre, innamorata delle ombre, attende l'arrivo di qualcuno che soltanto lei conosce…" E invece mentre immaginavamo tale incipit, il nostro viaggio narrativo ha inteso far risaltare insieme al concetto di attesa, anche la forza volitiva e i segni del tempo interiore della protagonista che attraversa la rete labirintica del bosco, e nuota tra lunari gocce d'ombra che avrebbero potuto trasformarsi, da un momento all'altro, in angeli oppure in demoni. Ecco che Giuseppe De Nittis, con la sua opera, ci consente di proiettare le immagini di una fiaba che si svolge in un bosco, come quella raccontata in "Cappuccetto Rosso", da Charles Perreault, oppure in "Hans e Gretel", narrata dai Frateli Grimm. Giuseppe Denittis, con la sua immaginazione plurale, consente di progettare attraverso le sue opere, un percorso didattico a narrazione multidisciplinare, connesso a una rete di molteplici fatti storici che consentono la valorizzazione intrinseca della storia dell'arte, dell'antropologia culturale, della storia della letteratura e in particolar modo della Storia della letteratura per l'infanzia. Il gioco e il sogno, l'avventura e la scoperta, lo spazio e il tempo, la natura e la vita: ecco la mappa generale della neo-modernità denittisiana che scandisce un percorso pedagogico legato alla mappa delle connessioni formative che instaurano l'incontro tra pittura denittisiana e letteratura per l'infanzia. Tale itinerario di approfondimento indirizzato allo sviluppo del pensiero critico e del potenziamento dell'immaginazione e della creatività, utilizzeràla strategia didattica efficace per arricchire il pensiero etico-estetico e consentirà ai giovani di apprendere a sopravvivere in una società disorientata; porrà in essere l'azione interdisciplinare per far acquisire ai giovani le competenze plurali in merito all'orientamento alla bellezza; approfondirà le assonanze del lessico pedagogico per educare ai valori della cultura, della natura e del rispetto etico per la vita; progetterà percorsi educativi per disseminare di conoscenze e capacità, implicite ed esplicite, finalizzate a far intraprendere un viaggio tra pittura narrativa denitisiana e letteratura classica e moderna.
Note di lettura
I. Calvino, Racconti fantastici dell'Ottocento, Oscar Mondadori, Milano, 1983; Idem, Sulla Fiaba, Einaudi, Torino, 1988; R. Ceserani, Il fantastico, il Mulino, Bologna, 2024; J. E W. Grimm, Fiabe, Rizzoli, Milano, 2017; F. Mazzocca, P. Zatti, (a cura di), De Nittis, Pittore della vita Moderna, SilvanaEditoriale, 2024; S. Solmi, Saggi sul fantastico. Dall'antichità alle prospettive del futuro, Einaudi, Torino, 1978; T. Todorov, La letteratura fantastica, Garzanti, Milano, 2023.
Tutti i diritti riservati
Le metafore significative che animano l'opera di Giuseppe De Nittis, "Appuntamento nel bosco di Portici", contaminate dalle allegorie di una fiaba oppure da quelle contenute in un racconto fantastico, marcano la valenza multidisciplinare della produzione creativa dell'artista, mentre sidenotano tratti fortemente pedagogici ed educativi che rendono ragione del rilevante spirito etico-estetico impresso dalla neo-modernità denittisiana. L'opera, "Appuntamento nel bosco di Portici", infatti, è neo-moderna, in quanto, da un lato, enuclea i valori dell'introspezione figurativa denittisiana (l'attesa, l'interiorità, la visione del mondo, l'interrogazione, la riflessione, lo spirito meditativo, la condizione esistenziale); dall'altro lato, incanta per la maestosa regia dell'artista, (la natura, la fondazione del sistema della luce, la quinta colorata destinata al teatro delle ombre, il senso del vuoto, la metafora del labirinto, l'originale senso del desiderare il dialogo, la comunicazione, l'ascolto, il principio di libertà e di autonomia personali) che pone in primo piano la mappa delle specificazioni del pittore, connessa alle cifre simboliche costitutive della sua autobiografia. Così, la donna volitiva e impegnata descritta nel quadro di Giuseppe Denittis, "Appuntamento nel bosco di Portici", rappresenta l'emblema dell'attesa, ma anche la cifra della lotta e del desiderio di conoscere e di apprendere, mentre il tempo storico-sociale, annidato nelle vene del giorno, scandisce le ore, nutrendosi di colori, respirando il profumo della luce e la fragranza dei fiori. E' una visione del mondo, perturbante e inquieta, quella che ammiriamo nell'opera del Denittis, che sottende momenti di intensa vita interiore: una donna che aspetta ma che è capace di essere protagonista della sua storia; una donna che crede nella possibilità di scoprire la mappa della vita, del destino e della sorte, attraverso lo studio e la riflessione per essere protagonista attiva del suo tempo.
Così, finalmente, vien fuori l'elemento perturbante: il sentimento inquieto che provoca l'attesa, che nasconde un messaggio di vitalità, che significa il senso del desiderio di voler prendere le distanze dalla routine quotidiana. Nell'opera, si scorge, altresì, il linguaggio delle ombre e nella tela che esaminiamo, è l'alfabeto del mistero che vogliamo indagare, è la misteriosa cifra simbolica che si nasconde nel bosco che desideriamo rintracciare, è quel cono d'ombra che vogliamo abitare, per poter descrivere tutta la liricità che l'opera possiede. Avremmo potuto avviare questa nota dedicata all'opera di Giuseppe Denittis, "Appuntamento nel bosco di Portici", con il "C'era una volta nel bosco…una donna misteriosa, impegnata a leggere un libro, ferma, poggiata leggermente al suo ombrello (magico), mentre, innamorata delle ombre, attende l'arrivo di qualcuno che soltanto lei conosce…" E invece mentre immaginavamo tale incipit, il nostro viaggio narrativo ha inteso far risaltare insieme al concetto di attesa, anche la forza volitiva e i segni del tempo interiore della protagonista che attraversa la rete labirintica del bosco, e nuota tra lunari gocce d'ombra che avrebbero potuto trasformarsi, da un momento all'altro, in angeli oppure in demoni. Ecco che Giuseppe De Nittis, con la sua opera, ci consente di proiettare le immagini di una fiaba che si svolge in un bosco, come quella raccontata in "Cappuccetto Rosso", da Charles Perreault, oppure in "Hans e Gretel", narrata dai Frateli Grimm. Giuseppe Denittis, con la sua immaginazione plurale, consente di progettare attraverso le sue opere, un percorso didattico a narrazione multidisciplinare, connesso a una rete di molteplici fatti storici che consentono la valorizzazione intrinseca della storia dell'arte, dell'antropologia culturale, della storia della letteratura e in particolar modo della Storia della letteratura per l'infanzia. Il gioco e il sogno, l'avventura e la scoperta, lo spazio e il tempo, la natura e la vita: ecco la mappa generale della neo-modernità denittisiana che scandisce un percorso pedagogico legato alla mappa delle connessioni formative che instaurano l'incontro tra pittura denittisiana e letteratura per l'infanzia. Tale itinerario di approfondimento indirizzato allo sviluppo del pensiero critico e del potenziamento dell'immaginazione e della creatività, utilizzeràla strategia didattica efficace per arricchire il pensiero etico-estetico e consentirà ai giovani di apprendere a sopravvivere in una società disorientata; porrà in essere l'azione interdisciplinare per far acquisire ai giovani le competenze plurali in merito all'orientamento alla bellezza; approfondirà le assonanze del lessico pedagogico per educare ai valori della cultura, della natura e del rispetto etico per la vita; progetterà percorsi educativi per disseminare di conoscenze e capacità, implicite ed esplicite, finalizzate a far intraprendere un viaggio tra pittura narrativa denitisiana e letteratura classica e moderna.
Note di lettura
I. Calvino, Racconti fantastici dell'Ottocento, Oscar Mondadori, Milano, 1983; Idem, Sulla Fiaba, Einaudi, Torino, 1988; R. Ceserani, Il fantastico, il Mulino, Bologna, 2024; J. E W. Grimm, Fiabe, Rizzoli, Milano, 2017; F. Mazzocca, P. Zatti, (a cura di), De Nittis, Pittore della vita Moderna, SilvanaEditoriale, 2024; S. Solmi, Saggi sul fantastico. Dall'antichità alle prospettive del futuro, Einaudi, Torino, 1978; T. Todorov, La letteratura fantastica, Garzanti, Milano, 2023.
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