La città
Garibaldi riposerà in pace
Giusy Caroppo:«La bandiera della Brigata Barletta è una memoria da tutelare»
Barletta - giovedì 7 agosto 2014
10.54
Giuseppe Garibaldi e suo figlio Menotti non si rivolteranno più nella tomba, la bandiera della "Brigata Barletta" è in buone mani. Dopo l'articolo in cui ci domandavamo dove fosse finita la bandiera, a cui non mancarono commenti di becero menefreghismo sulle sorti di questo cimelio storico, incontro l'assessore alle Politiche culturali, Giusy Caroppo, nel suo ufficio di Palazzo di Città, dove le rivolgo qualche domanda sulla sorte della bandiera. A seguire, la storia della "Brigata Barletta" e della relativa bandiera.
Dott.ssa Caroppo, dov'è la bandiera della "Brigata Barletta"?
«Sette anni fa, durante l'amministrazione Maffei, la bandiera fu smontata e riposta in un apposito contenitore protettivo, in attesa di restauro. Attualmente, si trova nell'archivio museale, al primo piano del castello svevo».
In quale stato di conservazione si trova la bandiera?
«La bandiera è fatta di seta, è molto "disidratata"; questo è il problema maggiore. Sarà necessario un lavoro di alto restauro, da affidare ad appositi restauratori di tessuti, che dovranno restaurare il doppio supporto di seta. Ci sono pervenuti alcuni preventivi di restauro, piuttosto onerosi».
Dove troverete i finanaziamenti per il restauro?
«Dopo l'approvazione del bilancio, dovremmo riuscire a rintracciare tra i capitoli di spesa, la somma necessaria al restauro».
Qualcuno potrebbe obiettare che si sono cose più urgenti da fare, piuttosto che restaurare una storica bandiera. Lei cosa ne pensa?
«Noi dobbiamo tutelare la memoria della città. Illudersi che la cultura e la memoria storica siano inutili, va contro gli obiettivi prefissati della amministrazione. La tutela della memoria storica e dell'identità nazionale rappresentano alcuni degli obiettivi del ministro dei Beni e delle Attività culturali, Dario Franceschini. La bandiera garibaldina è una memoria da tutelare».
Perché restaurare la bandiera garibaldina?
«Dopo il restauro, la bandiera potrebbe diventare un elemento di attrazione turistica. Si potrebbe creare una sala garibaldina, in cui esporre anche gli altri cimeli garibaldini, contenuti nel nostro archivio. Il luogo più adatto dove allestire l'esposizione potrebbe essere il museo civico, presso il castello».
Eppure, a Barletta, le figure professionali legate al mondo della cultura, sembrerebbero sottovalutate.
«E' sbagliato sottovalutare le figure professionali legate al mondo della cultura, dello spettacolo e della creatività. Nel resto d'Europa, la cultura è una vera industria. Le nostre università laureano giovani che diventano eccellenze, anche a livello internazionale, come ad esempio: restauratori, artigiani, costumisti, scenografi, archeologi, storici dell'arte, ecc. Vorrei sottolineare che tutte queste figure professionali, sono lavoratori».
I volontari appartenevano a tutte le classi sociali, tra loro c'erano contadini, medici, avvocati, preti, studenti. Furono costituiti, in quei giorni, il IX e il X Reggimento dei Volontari Garibaldini che presero il nome di «Brigata Barletta», e la relativa bandiera fu confezionata per l'occasione. Il IX Reggimento, il 29 Giugno, si diresse a Bergamo, per poi spostarsi il 7 Luglio, con Giuseppe Garibaldi, a Rocca d'Anfo. Il X Reggimento partecipò con successo a sanguinosi scontri e occupò importanti posizioni nemiche. Bezzecca fu presa e riconsegnata al suolo della Patria. La Brigata Barletta fu ricostituita alla vigilia della prima guerra mondiale.
A seguire, pubblichiamo l'elenco dei militari e garibaldini barlettani decorati nelle guerre di indipendenza (1859 - 1861 / 1866)
Dott.ssa Caroppo, dov'è la bandiera della "Brigata Barletta"?
«Sette anni fa, durante l'amministrazione Maffei, la bandiera fu smontata e riposta in un apposito contenitore protettivo, in attesa di restauro. Attualmente, si trova nell'archivio museale, al primo piano del castello svevo».
In quale stato di conservazione si trova la bandiera?
«La bandiera è fatta di seta, è molto "disidratata"; questo è il problema maggiore. Sarà necessario un lavoro di alto restauro, da affidare ad appositi restauratori di tessuti, che dovranno restaurare il doppio supporto di seta. Ci sono pervenuti alcuni preventivi di restauro, piuttosto onerosi».
Dove troverete i finanaziamenti per il restauro?
«Dopo l'approvazione del bilancio, dovremmo riuscire a rintracciare tra i capitoli di spesa, la somma necessaria al restauro».
Qualcuno potrebbe obiettare che si sono cose più urgenti da fare, piuttosto che restaurare una storica bandiera. Lei cosa ne pensa?
«Noi dobbiamo tutelare la memoria della città. Illudersi che la cultura e la memoria storica siano inutili, va contro gli obiettivi prefissati della amministrazione. La tutela della memoria storica e dell'identità nazionale rappresentano alcuni degli obiettivi del ministro dei Beni e delle Attività culturali, Dario Franceschini. La bandiera garibaldina è una memoria da tutelare».
Perché restaurare la bandiera garibaldina?
«Dopo il restauro, la bandiera potrebbe diventare un elemento di attrazione turistica. Si potrebbe creare una sala garibaldina, in cui esporre anche gli altri cimeli garibaldini, contenuti nel nostro archivio. Il luogo più adatto dove allestire l'esposizione potrebbe essere il museo civico, presso il castello».
Eppure, a Barletta, le figure professionali legate al mondo della cultura, sembrerebbero sottovalutate.
«E' sbagliato sottovalutare le figure professionali legate al mondo della cultura, dello spettacolo e della creatività. Nel resto d'Europa, la cultura è una vera industria. Le nostre università laureano giovani che diventano eccellenze, anche a livello internazionale, come ad esempio: restauratori, artigiani, costumisti, scenografi, archeologi, storici dell'arte, ecc. Vorrei sottolineare che tutte queste figure professionali, sono lavoratori».
1866, la storia della Brigata Barletta
La nostra città fu scelta come sede di reclutamento dell'Italia Meridionale di volontari combattenti per la terza guerra di indipendenza del 1866, grazie anche alla amicizia che legava il patriota Raffaele Lacerenza (vedere box di approfondimento) con Giuseppe Garibaldi. In occasione della costituzione della Brigata, Domenico Garibaldi (soprannominato Menotti dal padre, in onore del noto patriota), giunse alla stazione ferroviaria di Barletta, accolto da una folla festante e dagli stessi garibaldini, presso il piazzale antistante, denominato Piazza della Libertà. Dopo la cerimonia fu accompagnato dalla folla fino alla casa del Cav. Vito Cafiero, che lo ospitò. In un solo giorno a Barletta arrivò una moltitudine di giovani volontari tale da raggiungere il numero di 12000 reclute, tanto che il sindaco Nicola Parilli fu costretto a trovare degli alloggi di fortuna.I volontari appartenevano a tutte le classi sociali, tra loro c'erano contadini, medici, avvocati, preti, studenti. Furono costituiti, in quei giorni, il IX e il X Reggimento dei Volontari Garibaldini che presero il nome di «Brigata Barletta», e la relativa bandiera fu confezionata per l'occasione. Il IX Reggimento, il 29 Giugno, si diresse a Bergamo, per poi spostarsi il 7 Luglio, con Giuseppe Garibaldi, a Rocca d'Anfo. Il X Reggimento partecipò con successo a sanguinosi scontri e occupò importanti posizioni nemiche. Bezzecca fu presa e riconsegnata al suolo della Patria. La Brigata Barletta fu ricostituita alla vigilia della prima guerra mondiale.
A seguire, pubblichiamo l'elenco dei militari e garibaldini barlettani decorati nelle guerre di indipendenza (1859 - 1861 / 1866)