Cronaca
Furti, aggressioni, vandalismo: a Barletta se non è allarme, poco ci manca
Continua incessante l’escalation di microcriminalità in città
Barletta - giovedì 29 giugno 2023
Biciclette rubate presso la litoranea di Levante. Marmitte di automobili sapientemente asportate all'interno del parcheggio dell'ospedale Dimiccoli. Moto rubate nei pressi della zona 167. Tutti fatti recentissimi e poco edificanti segnalati alla nostra redazione che vanno ad aggiungersi alla già lunghissima lista di episodi di violenza, microcriminalità e vandalismo che da anni affliggono la nostra città.
Una triste escalation in molti casi figlia di fattori esogeni, ad esempio per quel che riguarda la piaga dei furti d'auto. Ma almeno in altrettanti casi figlia di un colpevolissimo lassismo dimostrato negli anni riguardo alle cosiddette "bravate" giovanili rigorosamente made in Barletta, laddove non pochi degli autori delle succitate "bravate" hanno nel frattempo effettuato il tanto temuto "salto di qualità", come testimoniato dai preoccupanti (quando non addirittura tragici) fatti di cronaca degli ultimi anni.
La domanda in questi casi è pressoché la solita: che fare? Le risposte? Al solito, poche e prevalentemente inutili e scontate: "dialogo", "inclusione", "aggregazione" e tante altre banalità assortite che altro non fanno se non aumentare il rassegnato senso di insicurezza dei cittadini barlettani e l'altrettanto rassegnato senso di impotenza delle istituzioni locali (di qualunque colore esse siano), le quali altro non possono fare se non continuare a pietire più attenzioni da parte dello Stato. Uno Stato che ormai da decenni (e solo quando ci scappa il morto) si limita ad aumentare di qualche unità gli organici delle forze dell'ordine, naturalmente guardandosi bene dal porre mano ad una legislazione che in materia di microcriminalità segna il passo ormai da qualche decennio.
Una triste escalation in molti casi figlia di fattori esogeni, ad esempio per quel che riguarda la piaga dei furti d'auto. Ma almeno in altrettanti casi figlia di un colpevolissimo lassismo dimostrato negli anni riguardo alle cosiddette "bravate" giovanili rigorosamente made in Barletta, laddove non pochi degli autori delle succitate "bravate" hanno nel frattempo effettuato il tanto temuto "salto di qualità", come testimoniato dai preoccupanti (quando non addirittura tragici) fatti di cronaca degli ultimi anni.
La domanda in questi casi è pressoché la solita: che fare? Le risposte? Al solito, poche e prevalentemente inutili e scontate: "dialogo", "inclusione", "aggregazione" e tante altre banalità assortite che altro non fanno se non aumentare il rassegnato senso di insicurezza dei cittadini barlettani e l'altrettanto rassegnato senso di impotenza delle istituzioni locali (di qualunque colore esse siano), le quali altro non possono fare se non continuare a pietire più attenzioni da parte dello Stato. Uno Stato che ormai da decenni (e solo quando ci scappa il morto) si limita ad aumentare di qualche unità gli organici delle forze dell'ordine, naturalmente guardandosi bene dal porre mano ad una legislazione che in materia di microcriminalità segna il passo ormai da qualche decennio.