Istituzionale
Frecciarossa: Barletta fuori dai giochi, una lettera del sindaco
Cascella scrive ai parlamentari pugliesi e lucani
Barletta - domenica 24 luglio 2016
Comunicato Stampa
«Ritengo doveroso condividere l'esigenza che si dia seguito alla discussione svoltasi giovedì scorso nella Commissione Trasporti della Camera dei Deputati, in occasione della interrogazione del deputato Francesco Paolo Sisto al Governo sulla questione della esclusione della stazione ferroviaria di Barletta tra le fermata dei Frecciarossa sulla linea tra Milano e Lecce». E' quanto scrive il primo cittadino Pasquale Cascella, rivolgendosi con una lettera aperta ai parlamentari pugliesi e lucani. «Lo stesso presidente della Commissione, Michele Pompeo Meta, nel corso della seduta ha tenuto non solo a rilevare che "il drammatico incidente ferroviario verificatosi il 12 luglio lungo la linea regionale Bari-Barletta ha reso evidente nel modo più drammatico la disparità nella dotazione di tecnologie per la sicurezza tra la rete ferroviaria nazionale, gestita da RFI e le reti ferroviarie regionali" ma anche a sottolineare l'esigenza "del potenziamento infrastrutturale del Sud".
In effetti, la tragedia sulla linea della Ferrotramviaria che la settimana scorsa ha colpito la comunità del Nord Barese-Ofantino ha riproposto l'annosa e acuta questione dei collegamenti di un'area che va dall'Adriatico alle aree interne della Murgia, coinvolgendo due regioni – la Puglia e la Basilicata - e quattro province - Barletta, Andria e Trani, Bari, Foggia e Potenza - che contano diversi servizi ferroviari e infrastrutture suscettibili di integrazione e, quindi, potenzialmente fattori di sviluppo. Si tratta di un bacino di oltre 700mila utenti a cui, però, non viene offerta una adeguata strategia comune. In questo contesto tanto più paradossale appare la decisione di Trenitalia di escludere dalle fermate intermedie della linea di nuova istituzione servita dai Frecciarossa 9598 Lecce-Milano e 9597 Milano-Lecce proprio la stazione di Barletta che, appunto, funge da nodo sia con la Ferrotramviaria sia con la linea Barletta-Spinazzola delle stesse Ferrovie Italiane, il porto, l'aeroporto e l'autostrada.
Nella fase di avvio del servizio dei due Frecciarossa, l'esclusione era stata motivata – e questo argomento ha trovato eco nella risposta alla interrogazione parlamentare - con l'esigenza di rispettare tempi di percorrenza tali da assicurare una maggiore corrispondenza tra "l'offerta" aziendale e la "domanda" delle maggiori località attraversate. Ma questa "giustificazione" obbiettivamente è caduta nel momento in cui per l'orario estivo, nelle giornate di maggiore traffico turistico, si sono introdotte nuove fermate, anche nelle stazioni di città non capoluogo di provincia. Del resto, l'attuale linea ad alta velocità è in grado di collegare Milano ad Ancona, che è già servita da diversi collegamenti, mentre rimangono marginali i collegamenti proprio tra le principali città del Sud come Brindisi, Bari, Barletta, Foggia e Pescara che, peraltro, scontano tratte ancora a binario unico. E', dunque, una scelta che penalizza un territorio vitale della Puglia qual è quello della provincia Barletta, Andria, Trani, e – a giudicare dai risultati esposti dalla stessa Trenitalia – ha ripercussioni negative sulla stessa economicità del servizio.
L'Amministrazione comunale ha avuto modo, già in occasione della presentazione, nel settembre dello scorso anno, del Frecciarossa ETR 1000 dedicato a "Pietro Mennea" nella città d'origine del popolare atleta olimpionico, di porre ai rappresentanti di Trenitalia e della Regione Puglia la questione dell'inserimento della fermata di Barletta lungo la linea ferroviaria che collega il Nord d'Italia con il Mezzogiorno e, quindi, di una oculata integrazione con le altre strutture di trasporto. Da allora questa situazione è stata ripetutamente rappresentata alla società di gestione, al Governo e alla Regione, non come mera rivendicazione campanilistica ma come condizione essenziale per la credibilità del piano di rilancio e di crescita del Sud. Le nostre comunità restano in debito di una risposta. E' per questo che, appresa la notizia della riunione della Commissione, abbiamo inteso rappresentare anche nella sede – come l'on. Meta ha dato conto proprio durante la riunione - la voce corale, forte e determinata, che ancora in un recente Consiglio Comunale si è levata dall'insieme delle forze politiche e sociali di un territorio impegnato a sostenere un processo uniforme di ripresa economica e sociale.
In ossequio proprio agli indirizzi parlamentari volti a promuovere sistemi di trasporto sostenibili ed eliminare le strozzature nelle principali infrastrutture di rete, attraverso il finanziamento di progetti collocati nelle aree meridionali del Paese, risulta fondamentale recuperare le potenzialità offerte dalla fermata ferroviaria di Barletta. La nostra città e il nostro territorio stanno operando con fiducia e coraggio per conquistare spazio misurandosi con il mercato - a cui legittimamente anche una azienda pubblica deve guardare - sul campo della "sfida" tra "domanda" e "offerta", ma sapendo che l'economia sociale di mercato non è neutra, non può separare e contrapporre gli obiettivi pubblici agli interessi economici. La "domanda" si raccoglie ma la si può - si deve - anche creare e sostenere con una "offerta" che corrisponda al fabbisogno di servizi pubblici unificanti del paese. Ecco perché insistiamo affinché si possa nuovamente verificare in sede parlamentare, con la partecipazione di tutti i soggetti in causa, la possibilità di modificare e ampliare la proposta che i due Frecciarossa Milano – Lecce abbiano una fermata intermedia a Barletta, affermando così una visione della mobilità territoriale economicamente sostenibile con le esigenze di più rapidi collegamenti, alla più alta velocità possibile, tra le città del Nord e quelle del Mezzogiorno».
In effetti, la tragedia sulla linea della Ferrotramviaria che la settimana scorsa ha colpito la comunità del Nord Barese-Ofantino ha riproposto l'annosa e acuta questione dei collegamenti di un'area che va dall'Adriatico alle aree interne della Murgia, coinvolgendo due regioni – la Puglia e la Basilicata - e quattro province - Barletta, Andria e Trani, Bari, Foggia e Potenza - che contano diversi servizi ferroviari e infrastrutture suscettibili di integrazione e, quindi, potenzialmente fattori di sviluppo. Si tratta di un bacino di oltre 700mila utenti a cui, però, non viene offerta una adeguata strategia comune. In questo contesto tanto più paradossale appare la decisione di Trenitalia di escludere dalle fermate intermedie della linea di nuova istituzione servita dai Frecciarossa 9598 Lecce-Milano e 9597 Milano-Lecce proprio la stazione di Barletta che, appunto, funge da nodo sia con la Ferrotramviaria sia con la linea Barletta-Spinazzola delle stesse Ferrovie Italiane, il porto, l'aeroporto e l'autostrada.
Nella fase di avvio del servizio dei due Frecciarossa, l'esclusione era stata motivata – e questo argomento ha trovato eco nella risposta alla interrogazione parlamentare - con l'esigenza di rispettare tempi di percorrenza tali da assicurare una maggiore corrispondenza tra "l'offerta" aziendale e la "domanda" delle maggiori località attraversate. Ma questa "giustificazione" obbiettivamente è caduta nel momento in cui per l'orario estivo, nelle giornate di maggiore traffico turistico, si sono introdotte nuove fermate, anche nelle stazioni di città non capoluogo di provincia. Del resto, l'attuale linea ad alta velocità è in grado di collegare Milano ad Ancona, che è già servita da diversi collegamenti, mentre rimangono marginali i collegamenti proprio tra le principali città del Sud come Brindisi, Bari, Barletta, Foggia e Pescara che, peraltro, scontano tratte ancora a binario unico. E', dunque, una scelta che penalizza un territorio vitale della Puglia qual è quello della provincia Barletta, Andria, Trani, e – a giudicare dai risultati esposti dalla stessa Trenitalia – ha ripercussioni negative sulla stessa economicità del servizio.
L'Amministrazione comunale ha avuto modo, già in occasione della presentazione, nel settembre dello scorso anno, del Frecciarossa ETR 1000 dedicato a "Pietro Mennea" nella città d'origine del popolare atleta olimpionico, di porre ai rappresentanti di Trenitalia e della Regione Puglia la questione dell'inserimento della fermata di Barletta lungo la linea ferroviaria che collega il Nord d'Italia con il Mezzogiorno e, quindi, di una oculata integrazione con le altre strutture di trasporto. Da allora questa situazione è stata ripetutamente rappresentata alla società di gestione, al Governo e alla Regione, non come mera rivendicazione campanilistica ma come condizione essenziale per la credibilità del piano di rilancio e di crescita del Sud. Le nostre comunità restano in debito di una risposta. E' per questo che, appresa la notizia della riunione della Commissione, abbiamo inteso rappresentare anche nella sede – come l'on. Meta ha dato conto proprio durante la riunione - la voce corale, forte e determinata, che ancora in un recente Consiglio Comunale si è levata dall'insieme delle forze politiche e sociali di un territorio impegnato a sostenere un processo uniforme di ripresa economica e sociale.
In ossequio proprio agli indirizzi parlamentari volti a promuovere sistemi di trasporto sostenibili ed eliminare le strozzature nelle principali infrastrutture di rete, attraverso il finanziamento di progetti collocati nelle aree meridionali del Paese, risulta fondamentale recuperare le potenzialità offerte dalla fermata ferroviaria di Barletta. La nostra città e il nostro territorio stanno operando con fiducia e coraggio per conquistare spazio misurandosi con il mercato - a cui legittimamente anche una azienda pubblica deve guardare - sul campo della "sfida" tra "domanda" e "offerta", ma sapendo che l'economia sociale di mercato non è neutra, non può separare e contrapporre gli obiettivi pubblici agli interessi economici. La "domanda" si raccoglie ma la si può - si deve - anche creare e sostenere con una "offerta" che corrisponda al fabbisogno di servizi pubblici unificanti del paese. Ecco perché insistiamo affinché si possa nuovamente verificare in sede parlamentare, con la partecipazione di tutti i soggetti in causa, la possibilità di modificare e ampliare la proposta che i due Frecciarossa Milano – Lecce abbiano una fermata intermedia a Barletta, affermando così una visione della mobilità territoriale economicamente sostenibile con le esigenze di più rapidi collegamenti, alla più alta velocità possibile, tra le città del Nord e quelle del Mezzogiorno».