Cronaca
Frane: crolla a Barletta una strada vicino ad una cava
Geologi al lavoro
Barletta - lunedì 10 maggio 2010
«Solo quando sapremo se a provocare il crollo siano state cause antropiche o di natura idrogeologica capiremo come operare e ripristinare la viabilita', al momento sono preoccupato per quanto accaduto e siamo tutti al lavoro, i settori del comune interessati, manutenzioni e lavori pubblici, polizia municipale, vigili del fuoco, geologi e speleologi che giovedi' prossimo, 13 maggio, compiranno le prime ispezioni nel sottosuolo». Cosi' il sindaco di Barletta, Nicola Maffei (Pd), ha riferito stamani in conferenza dopo che, nei giorni scorsi, in zona Tufarelle - San Procopio, tra Barletta e Andria, una strada extraurbana, la numero 25, e' spofondata.
Si tratta di un'area vasta circa 1.000 metri quadrati, il crollo e' di 9 - 10 metri di profondita'. La voragine ha inghiottito anche dieci ulivi e un palo dell'energia elettrica che alimentava pozzi irrigui.
L'area dista 50 metri da una cava di calcarenite, utilizzata per l'estrazione del tufo non oltre 70 anni fa' secondo i geologi. E' stato il proprietario del terreno su cui erano impiantati gli ulivi, un agricoltore di Andria, all'alba del 3 maggio scorso, ad informare il comune e la polizia municpale di quanto accaduto. Il giorno prima era tutto normale.«Sotto il crollo si sono intraviste le pareti di antiche gallerie - spiega il geologo incaricato dal comune, Alfredo De Giovanni - usate per l'estrazione del tufo, attivita' cominciata dai romani dal 2.100 avanti Cristo, le cui pareti potrebbero aver ceduto a causa del passaggio di mezzi pesanti in quella zona». «A verificarlo saranno dieci speleologi del centro Irpidel Cnr di Bari - prosegue il geologo - mentre in superficie verranno effettuati saggi con georadar e altri strumenti geoelettrici per fornire informazioni in profondita' e scongiurare eventuali pericoli per chi sara' sotto terra». «Per quanto riguarda, invece, i rimedi utilizzati in questi casi - conclude De Giovanni - di solito si opera con il riempimento, ma e' prematuro dirlo». La frana e' stata circostcritta, la viabilita' interrotta con una apposita ordinanza sindacale. Il comandante della polizia municipale, Savino Filannino, ha spiegato che questa e' una emergenza catalogata come "A" nella legge sulla protezione civile, una di quelle per le quali la competenza è comunale, «a meno che - prosegue - il fenomeno non si evolva diversamente».
Si tratta di un'area vasta circa 1.000 metri quadrati, il crollo e' di 9 - 10 metri di profondita'. La voragine ha inghiottito anche dieci ulivi e un palo dell'energia elettrica che alimentava pozzi irrigui.
L'area dista 50 metri da una cava di calcarenite, utilizzata per l'estrazione del tufo non oltre 70 anni fa' secondo i geologi. E' stato il proprietario del terreno su cui erano impiantati gli ulivi, un agricoltore di Andria, all'alba del 3 maggio scorso, ad informare il comune e la polizia municpale di quanto accaduto. Il giorno prima era tutto normale.«Sotto il crollo si sono intraviste le pareti di antiche gallerie - spiega il geologo incaricato dal comune, Alfredo De Giovanni - usate per l'estrazione del tufo, attivita' cominciata dai romani dal 2.100 avanti Cristo, le cui pareti potrebbero aver ceduto a causa del passaggio di mezzi pesanti in quella zona». «A verificarlo saranno dieci speleologi del centro Irpidel Cnr di Bari - prosegue il geologo - mentre in superficie verranno effettuati saggi con georadar e altri strumenti geoelettrici per fornire informazioni in profondita' e scongiurare eventuali pericoli per chi sara' sotto terra». «Per quanto riguarda, invece, i rimedi utilizzati in questi casi - conclude De Giovanni - di solito si opera con il riempimento, ma e' prematuro dirlo». La frana e' stata circostcritta, la viabilita' interrotta con una apposita ordinanza sindacale. Il comandante della polizia municipale, Savino Filannino, ha spiegato che questa e' una emergenza catalogata come "A" nella legge sulla protezione civile, una di quelle per le quali la competenza è comunale, «a meno che - prosegue - il fenomeno non si evolva diversamente».