Francesco Corcella
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La città

Francesco Corcella ricorda il generale Gaetano Nanula

Il commento dell'ex segretario della Camera del Lavoro Cgil all'intitolazione di una strada all'ufficiale delle Fiamme Gialle

«Di tanto in tanto accade che la nostra Giunta Comunale recuperi il senso vero della rappresentanza e della responsabilità istituzionale e produca atti e decisioni indiscutibilmente condivisibili quantunque obbligate. È accaduto in questi giorni a proposito della dedicazione alla memoria del Gen. di Corpo d'Armata delle Fiamme Gialle, Gaetano Nanula, del largo prospicente la Caserma "Giovanni De Santis", in accoglimento della proposta formulata dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Barletta-Andria-Trani. Non si poteva negare questa intitolazione per ovvie ragioni». Così l'ex segretario della Camera del Lavoro Cgil, Francesco Corcella.

«Il Gen.Gaetano Nanula può e deve essere ritenuto, in modo giusto e necessario, un nostro inobliabile concittadino, sul piano della correttezza, lealtà, onestà, dedizione professionale al ruolo rivestito poiché forte assertore della cultura della legalità! Mi spiace che nella pur breve ricostruzione storica, nei commenti e nelle motivazioni a supporto di tale dedicazione non sia stato riferito alcunché della presenza e il contributo dato dal generale Gaetano Nanula all'Associazione anti/racket ed anti/usura U.A.L. ("Uniti per l' Affermazione della Legalità") quale componente quel direttivo designato - unitamente all'altro illustre concittadino e Magistrato di Cassazione, Giandonato Napoletano - in nome e per conto dell'amministrazione del nostro comune a guida del Sindaco pro/tempore Francesco Salerno!

Le mie possono apparire considerazioni prevedibili dinanzi ad una personalità del genere…ma sento ugualmente l'obbligo di ricordare il Gen. Gaetano Nanula come un uomo schivo ma solare, misurato nei modi ma assolutamente determinato e credibile nelle sue dichiarazioni, socievole e di una cultura illuminante. Una presenza pacata me autorevole che incuteva subito rispetto, offrendolo a sua volta all'interlocutore di qualsivoglia estrazione sociale. La solida personalità – anche di uomo di Stato - traspariva in ogni suo intervento nel corso delle nostre discussioni su casi specifici di racket e usura indigena ed era nelle condizioni di orientare ogni nostro atto e presa di posizione conseguente. Perfino avverso l'attività amministrativa dello stesso comune che lo aveva indicato a rappresentarlo; una funzione svolta all'insegna della trasparenza, della lealtà, della legalità e della legittimità dei comportamenti di chicchessia a partire da quelli dei politici/amministratori.

Un assertore di un rispettoso civismo generalizzato in ogni ambito della vita sociale e del variegato "sistema lavoro". A me piaceva tanto, poiché era e resterà sempre nei miei ricordi come l'emblema di un galantuomo, di una "brava persona", serena, signorile ed aristocratica nei modi di porsi ma non certo distaccata e fredda con la gente comune. Mi turbò allorquando fu candidato alle elezioni per il rinnovo della Camera dei Deputati per il centro/destra confidandomi di essere profondamente deluso dell'andamento della campagna elettorale e dell'impegno senza passione di quanti avrebbero dovuto sostenerlo; mi confidò perfino l'atteggiamento da "traditore" tenuto da personaggi politici locali di quella compagine elettorale; quegli stessi che oggi, incredibilmente, sono annoverabili tra i più malfidi ed inquietanti "presenzialisti" della nostra assise comunale e con una visibilità istituzionale inattendibile e cattiva. Mi disse – incontrandolo durante la campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio Regionale del 2015 - che ero persona meritevole della sua stima e che, pertanto, mi avrebbe votato. Lo avrà fatto senz'altro! Grazie per esserci stato tra e con noi Generale! Grazie per aver lasciato in me e in questa comunità sbandata barlettana un segnale di forte integrità morale che tanto ovunque manca! Credo che se fossero ancora in vita lui e la UAL questa amministrazione comunale ne avrebbe sentito e risentito la presenza e provato imbarazzo per i "suggerimenti" continuamente ricevuti».
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