Territorio
Fiume Ofanto, «un luogo saccheggiato, deturpato, vilipeso»
Scrive il presidente del Consorzio Pro Ofanto
Barletta - domenica 25 maggio 2014
«Il Consorzio Pro Ofanto, consorzio per lo sviluppo sostenibile della valle del fiume Ofanto, comunica il proprio apprezzamento per l'iniziativa istituzionale del "Patto di Fiume", siglato ad Avellino il 5 maggio scorso, nel quale per la prima volta le amministrazioni locali ed altre realtà rappresentative si uniscono per un obiettivo comune, piuttosto che scontrarsi e differenziarsi annullando reciprocamente i risultati della propria azione». E' quanto scrive Michele Marino, presidente del Consorzio Pro Ofanto. «Allo stesso tempo contesta, però, alcune affermazioni riportate dagli organi di stampa nelle quali : "In questi pochi anni si sono avuti tangibili risultati per lo sviluppo dei vari contesti territoriali" . Nulla, ad oggi, è cambiato nella valle del fiume Ofanto.
Il Parco naturale regionale, pur essendo stato istituito nel 2007, è ancora un "Parco di carta", assolutamente privo delle strutture di pianificazione territoriale. I vari progetti realizzati con finanziamenti europei sono stati realizzati al solo scopo di auto- referenziarsi e (poco o) nulla hanno inciso nel processo di crescita, sviluppo, valorizzazione e corretto utilizzo del territorio. Al contrario, le Istituzioni hanno permesso e tollerato che il bacino imbrifero potesse ancora essere saccheggiato, deturpato e vilipeso, non facendo nulla per limitare la caccia, le coltivazioni nelle aree golenali demaniali o per proteggere attraverso le zone cuscinetto le aree di riserva naturale del Parco regionale e ultima, ma non ultima in ordine di tempo, la scandalosa occupazione e la successiva realizzazione della lottizzazione posta nel S.I.C. Sito d'Importanza Comunitaria, presente in prossimità della foce del fiume Ofanto.
Il Consorzio Pro Ofanto ha opportunamente presentato denuncia di danno ambientale presso la competente D. G. della Commissione Europea, affinché si ponga fine allo scempio e alla devastazione del territorio nel solo interesse di poter vedere l'intera valle fluviale Ofantina protetta, in grado di poter esprimere e valorizzare le nostre, numerose eccellenze da quelle paesaggistiche e naturali, al patrimonio storico, artistico e archeologico».
Il Parco naturale regionale, pur essendo stato istituito nel 2007, è ancora un "Parco di carta", assolutamente privo delle strutture di pianificazione territoriale. I vari progetti realizzati con finanziamenti europei sono stati realizzati al solo scopo di auto- referenziarsi e (poco o) nulla hanno inciso nel processo di crescita, sviluppo, valorizzazione e corretto utilizzo del territorio. Al contrario, le Istituzioni hanno permesso e tollerato che il bacino imbrifero potesse ancora essere saccheggiato, deturpato e vilipeso, non facendo nulla per limitare la caccia, le coltivazioni nelle aree golenali demaniali o per proteggere attraverso le zone cuscinetto le aree di riserva naturale del Parco regionale e ultima, ma non ultima in ordine di tempo, la scandalosa occupazione e la successiva realizzazione della lottizzazione posta nel S.I.C. Sito d'Importanza Comunitaria, presente in prossimità della foce del fiume Ofanto.
Il Consorzio Pro Ofanto ha opportunamente presentato denuncia di danno ambientale presso la competente D. G. della Commissione Europea, affinché si ponga fine allo scempio e alla devastazione del territorio nel solo interesse di poter vedere l'intera valle fluviale Ofantina protetta, in grado di poter esprimere e valorizzare le nostre, numerose eccellenze da quelle paesaggistiche e naturali, al patrimonio storico, artistico e archeologico».