Territorio
Fishing for litter, le perplessità di Legambiente Barletta
«Non si trasformi in uno stratagemma per conferire gratuitamente rifiuti legati alle attività di pesca»
Barletta - domenica 22 settembre 2019
Comunicato Stampa
«Abbiamo appreso dai giornali con entusiasmo che, nel corso della cerimonia di premiazione del progetto "Keep plastic e salva il mare", svoltasi presso la fiera del Levante, è stato il comune di Barletta ad aggiudicarsi il podio con una percentuale del +10,5% di imballaggi in plastica raccolti e vogliamo congratularci con l'amministrazione comunale e con tutti quei cittadini virtuosi che, differenziando correttamente, hanno permesso di registrare questo importante successo, a testimonianza di come le attività di sensibilizzazione, informazione ed educazione ambientale della cittadinanza, portate avanti in sinergia da associazioni di volontariato e istituzioni, portino importanti risultati anche nel breve periodo». È quanto scrive in una nota il presidente del circolo Legambiente di Barletta, Raffaele Corvasce.
«Per onestà intellettuale e amore di verità, ci sembra tuttavia, doveroso sollevare delle notevoli perplessità in merito ai risultati conseguiti con il progetto "Fishing for litter" a Barletta, rispetto al quale, secondo le dichiarazioni rilasciate da sindaco e assessore all'ambiente, siamo in attesa dei "risultati analitici del materiale raccolto in mare dai pescatori". Vale la pena ricordare che Legambiente Puglia, attraverso i suoi circoli, supporta il progetto "Fishing for litter" nelle attività di formazione e promozione e attraverso interventi di sensibilizzazione rivolti ai cittadini e alle scuole; in osservanza del compito che ci è stato assegnato quindi e per rispetto nei confronti dei cittadini stessi che confidano nella buona riuscita di questo importante progetto, è fondamentale chiedere trasparenza e chiarezza rispetto alle modalità con le quali sono stati conferiti dai pescatori, i rifiuti raccolti presso la piattaforma, predisposta dalla Bar.SA sulla banchina del molo di Ponente. "40 giorni dopo l'inaugurazione, nel porto di Barletta, della piattaforma di conferimento della plastica e imballaggi che i pescatori recuperano in mare, il cassone è stato svuotato da Bar.s.a. e i rifiuti portati in un impianto di selezione di Molfetta.", si legge nel comunicato diffuso dall'amministrazione il 4 settembre scorso, sul sito del comune di Barletta. Le immagini allegate sono oltremodo eloquenti sulla tipologia di rifiuti conferiti; a parte qualche rete e le corde legate alle attività di pesca, a prevalere sono: pedane, tavole in legno, secchi vuoti, taniche in metallo di carburante esausto e altri rifiuti che non mostrano assolutamente segni della loro permanenza in mare, ma che hanno tutto l'aspetto di essere stati recuperati sulla banchina o dalle imbarcazioni. Ci si chiede soprattutto, come abbiano potuto i pescatori recuperare in mare tutti quei rifiuti, se il periodo durante il quale ciò dovrebbe essere avvenuto coincide con lo stop alle attività di pesca con il sistema a strascico, imposto dalla Regione Puglia (previsto dal Dm 173/2019), partito il 29 luglio e conclusosi l'8 di settembre.
Ci preme sottolineare che le criticità riscontrate e sottoposte a pubblica valutazione, lungi dal voler innescare una sterile polemica, vengono poste in evidenza alla luce del ruolo che siamo chiamati svolgere nell'ambito di questo progetto, che ci impone di garantire una corretta informazione ai cittadini, mettendo in evidenza dei dubbi sulle operazioni condotte, affinché quella che dovrebbe essere una straordinaria opportunità per il nostro mare di essere ripulito da notevoli quantità di rifiuti sommersi, non si trasformi in uno stratagemma per conferire gratuitamente rifiuti legati alle attività di pesca, che non sono mai stati recuperati in mare».
«Per onestà intellettuale e amore di verità, ci sembra tuttavia, doveroso sollevare delle notevoli perplessità in merito ai risultati conseguiti con il progetto "Fishing for litter" a Barletta, rispetto al quale, secondo le dichiarazioni rilasciate da sindaco e assessore all'ambiente, siamo in attesa dei "risultati analitici del materiale raccolto in mare dai pescatori". Vale la pena ricordare che Legambiente Puglia, attraverso i suoi circoli, supporta il progetto "Fishing for litter" nelle attività di formazione e promozione e attraverso interventi di sensibilizzazione rivolti ai cittadini e alle scuole; in osservanza del compito che ci è stato assegnato quindi e per rispetto nei confronti dei cittadini stessi che confidano nella buona riuscita di questo importante progetto, è fondamentale chiedere trasparenza e chiarezza rispetto alle modalità con le quali sono stati conferiti dai pescatori, i rifiuti raccolti presso la piattaforma, predisposta dalla Bar.SA sulla banchina del molo di Ponente. "40 giorni dopo l'inaugurazione, nel porto di Barletta, della piattaforma di conferimento della plastica e imballaggi che i pescatori recuperano in mare, il cassone è stato svuotato da Bar.s.a. e i rifiuti portati in un impianto di selezione di Molfetta.", si legge nel comunicato diffuso dall'amministrazione il 4 settembre scorso, sul sito del comune di Barletta. Le immagini allegate sono oltremodo eloquenti sulla tipologia di rifiuti conferiti; a parte qualche rete e le corde legate alle attività di pesca, a prevalere sono: pedane, tavole in legno, secchi vuoti, taniche in metallo di carburante esausto e altri rifiuti che non mostrano assolutamente segni della loro permanenza in mare, ma che hanno tutto l'aspetto di essere stati recuperati sulla banchina o dalle imbarcazioni. Ci si chiede soprattutto, come abbiano potuto i pescatori recuperare in mare tutti quei rifiuti, se il periodo durante il quale ciò dovrebbe essere avvenuto coincide con lo stop alle attività di pesca con il sistema a strascico, imposto dalla Regione Puglia (previsto dal Dm 173/2019), partito il 29 luglio e conclusosi l'8 di settembre.
Ci preme sottolineare che le criticità riscontrate e sottoposte a pubblica valutazione, lungi dal voler innescare una sterile polemica, vengono poste in evidenza alla luce del ruolo che siamo chiamati svolgere nell'ambito di questo progetto, che ci impone di garantire una corretta informazione ai cittadini, mettendo in evidenza dei dubbi sulle operazioni condotte, affinché quella che dovrebbe essere una straordinaria opportunità per il nostro mare di essere ripulito da notevoli quantità di rifiuti sommersi, non si trasformi in uno stratagemma per conferire gratuitamente rifiuti legati alle attività di pesca, che non sono mai stati recuperati in mare».