Cronaca
Finti matrimoni cinesi, soldi e moglie per giovani barlettani e coratini
Arrestato a Bari un cittadino cinese, l’indagine si era conclusa nel 2007
Barletta - giovedì 28 agosto 2014
13.25
Dovrà scontare 2 anni e 6 mesi di reclusione un cittadino cinese di 52 anni residente a Bari, Han Jinliang, arrestato dalla Polizia su disposizione dell'ufficio esecuzioni penali del Tribunale di Trani. L'uomo, a seguito di condanna definitiva, è accusato di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e alla permanenza in Italia degli stranieri tramite matrimoni fittizi e finte assunzioni presso datori di lavoro "disponibili".
Il funzionamento di questa strana "agenzia matrimoniale" a delinquere sarebbe consistito nel trovare giovani coratini e barlettani che volentieri avrebbero preso moglie di nazionalità cinesi (oltre a lauti compensi a tre zeri): l'unione generava la possibilità di un ingresso legale sul territorio nazionale e di varie assunzioni compiacenti.
L'indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Trani, si era conclusa nel 2007 con l'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare, in carcere e ai domiciliari, nei confronti di 26 italiani e 9 cittadini cinesi tra cui proprio Jinliang. Questi era accusato di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'ingresso di cittadini extracomunitari nel territorio italiano, detenzione abusiva di armi, estorsione il cittadino cinese Han Jinliang, allora 44enne, ricercato da tempo e arrestato dalla Polizia del Commissariato 'San Nicola' di Bari all'interno di un ufficio pubblico mentre cercava di regolarizzare la sua posizione. Nei suoi confronti il gip del Tribunale di Trani Roberto Olivieri del Castillo aveva emesso il 28 novembre del 2006 una ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Jinliang era sfuggito alla cattura durante l'operazione "Fiori d'Arancio" condotta da agenti della Squadra Mobile e da militari dell'Arma di Barletta che mise fine ai matrimoni farsa tra pugliesi e cinesi organizzati da una organizzazione criminale italo-cinese. L'uomo, forte dell'atteggiamento omertoso di coloro che lo conoscevano e grazie alla sua nazionalita' cinese, era riuscito a mantenere la latitanza ed a confondersi tra i suoi connazionali, insediandosi a Bari dove aveva attivato le procedure per ottenere il nulla osta per il ricongiungimento di suoi familiari residenti in Cina.
Il funzionamento di questa strana "agenzia matrimoniale" a delinquere sarebbe consistito nel trovare giovani coratini e barlettani che volentieri avrebbero preso moglie di nazionalità cinesi (oltre a lauti compensi a tre zeri): l'unione generava la possibilità di un ingresso legale sul territorio nazionale e di varie assunzioni compiacenti.
L'indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Trani, si era conclusa nel 2007 con l'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare, in carcere e ai domiciliari, nei confronti di 26 italiani e 9 cittadini cinesi tra cui proprio Jinliang. Questi era accusato di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'ingresso di cittadini extracomunitari nel territorio italiano, detenzione abusiva di armi, estorsione il cittadino cinese Han Jinliang, allora 44enne, ricercato da tempo e arrestato dalla Polizia del Commissariato 'San Nicola' di Bari all'interno di un ufficio pubblico mentre cercava di regolarizzare la sua posizione. Nei suoi confronti il gip del Tribunale di Trani Roberto Olivieri del Castillo aveva emesso il 28 novembre del 2006 una ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Jinliang era sfuggito alla cattura durante l'operazione "Fiori d'Arancio" condotta da agenti della Squadra Mobile e da militari dell'Arma di Barletta che mise fine ai matrimoni farsa tra pugliesi e cinesi organizzati da una organizzazione criminale italo-cinese. L'uomo, forte dell'atteggiamento omertoso di coloro che lo conoscevano e grazie alla sua nazionalita' cinese, era riuscito a mantenere la latitanza ed a confondersi tra i suoi connazionali, insediandosi a Bari dove aveva attivato le procedure per ottenere il nulla osta per il ricongiungimento di suoi familiari residenti in Cina.