Cronaca
Finge separazione per alloggio popolare, la truffa di un imprenditore edile barlettano
La scoperta della Guardia di Finanza, l'uomo fittava l'appartamento
Barletta - venerdì 6 giugno 2014
12.39
Si fingeva separato per mantenere l'assegnazione di un appartamento dall'Istituto Autonomo Case Popolari. Con questa accusa la Guardia di Finanza ha scoperto un imprenditore edile di Barletta, assegnatario di un alloggio dell'I.A.C.P., che ha mantenuto il diritto ad occupare l'immobile per circa 20 anni, ricorrendo ad una separazione non veritiera e ad una fittizia residenza, pur continuando a convivere con la moglie e i figli in quel di Andria.
Le indagini sono partite da una verifica fiscale eseguita nei confronti di una società in capo al soggetto, per la quale non sono state mai presentate dichiarazioni, né versate imposte, a fronte di un imponibile accertato di oltre mezzo milione di euro. In tale contesto, agli investigatori delle Fiamme Gialle è apparso strano che l'uomo non abitasse presso la sua residenza, motivo per cui si procedeva ad ulteriori accertamenti, rilevando che l'appartamento, costituito da 6 vani più cantina, in condizioni "normali" doveva essere assegnato ad altre famiglie dal momento che la consorte dell'imprenditore è anche proprietaria di immobili e terreni.
La situazione si è manifestata subito chiara: a fronte di un importo irrisorio corrisposto mensilmente all'Ente, circa 90 euro, l'imprenditore riscuoteva un regolare canone di affitto da un inquilino che occupava l'alloggio. Ora dovrà rispondere all'A.G. di reati di natura fiscale e di truffa.
Le indagini sono partite da una verifica fiscale eseguita nei confronti di una società in capo al soggetto, per la quale non sono state mai presentate dichiarazioni, né versate imposte, a fronte di un imponibile accertato di oltre mezzo milione di euro. In tale contesto, agli investigatori delle Fiamme Gialle è apparso strano che l'uomo non abitasse presso la sua residenza, motivo per cui si procedeva ad ulteriori accertamenti, rilevando che l'appartamento, costituito da 6 vani più cantina, in condizioni "normali" doveva essere assegnato ad altre famiglie dal momento che la consorte dell'imprenditore è anche proprietaria di immobili e terreni.
La situazione si è manifestata subito chiara: a fronte di un importo irrisorio corrisposto mensilmente all'Ente, circa 90 euro, l'imprenditore riscuoteva un regolare canone di affitto da un inquilino che occupava l'alloggio. Ora dovrà rispondere all'A.G. di reati di natura fiscale e di truffa.