Il dipinto di De Nittis, Figura di donna
Il dipinto di De Nittis, Figura di donna
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“Figura di Donna” di Giuseppe De Nittis, la nota critica di Giuseppe Lagrasta

L'analisi del saggista e scrittore

"Figura di Donna" di Giuseppe De Nittis, (1880), con una nota critica, Il volto e l'enigma e il racconto di formazione, di Giuseppe Lagrasta, scrittore e saggista.



La pittura narrativa e il racconto di formazione
L'opera, "Figura di donna" (Lèontine De Nittis, 1880), ha consentito al pittore Giuseppe De Nittis, di costruire un percorso artistico attraverso la strategia della pittura narrativa come racconto di formazione dell'umano. La pittura narrativa, come racconto di formazione, si alimenta di diversificati elementi, quali: la definizione di un microcosmo di storie che insiste sulla lettura dell'universo familiare; la declinazione dei rapporti umani che vivono la profondità affettiva ed empatico-emotiva; l'attenzione al focus della luce, quale metafora enigmatica dello sguardo che lega l'artista alla sua modella, in questo caso, sua moglie; la narrazione delle emozioni vissute nella relazione familiare, stabilita con Lèontine e con Jaques; l'esplorazione della grammatica umana (l'esistenza, l'esperienza, il noi e l'altro, la quotidianità e l'autobiografia, la prospettiva sul mondo e con lo sguardo sulla condizione umana), attraverso l'indagine sulla società contemporanea; la percezione di viaggiare sul filo del rasoio che permette di affrontare i rischi, abitando i confini e i limiti di una ricerca professionale ed esistenziale, innovativa.

La lettura inter-soggettiva o introspettiva di un'opera d'arte, strategia applicata in tale contesto critico, ha valorizzato i vissuti condivisi dell'osservatore e gli ha favorito il dialogo formativo con l'artista e la sua opera. Il dialogo formativo ha alimentato il racconto di formazione che insiste: sulla condivisione delle autobiografie intersoggettive; la definizione degli elementi costitutivi che determinano il racconto di formazione; puntualizzazione dei dettagli autobiografici che formalizzano il dialogo tra osservatore e artista. La lettura dell'opera intersoggettiva, determina, così, il livello interdisciplinare del racconto di formazione che avvia la nascita della grammatica educativa espressa da un'opera d'arte. Il racconto di formazione, prodotto dalla lettura intersoggettiva di un'opera d'arte, richiama l'importanza del tessuto interdisciplinare con pone in gioco: l'autobiografia, la visione del mondo, l'analisi della condizione umana, la lettura dell'immagine, la catalogazione delle emozioni, lo sviluppo del pensiero critico, la ricerca di significato esistenziale. La lettura dell'opera d'arte, intrecciata al racconto di formazione, si è trasformata in strumento didattico, che ha avviato il dialogo, tra saperi formali e saperi non formali. Nel dipinto "Figura di donna" (Lèontine De Nittis), (1880), Giuseppe De Nittis racconta il mondo visibile e invisibile della sua donna, partendo dalla mappa della sua grammatica interiore, e avviando, così, con la pittura narrativa, il racconto di formazione, mediante l'esplorazione: dei colori segreti della luce dei suoi occhi, delle potenzialità effusive del suo sguardo, dell'enigma che promana dal suo volto, della cifra simbolica che evidenzia lo stato, sia emotivo-affettivo che familiare e passionale della donna amata. Ciò consente all'artista di raccontare attraverso l'immagine dedicata, l'amore infinito per lei, del rispetto verso la sua generosità e disponibilità ad accoglierlo, del tempo caduco della vita e degli affetti, dei disegni umani e familiari imprevedibili, dei destini che si incrociano, paradossalmente e dei segreti nascosti nelle vene dell'umanità di una moglie come Titine.
De Nittis, con l'opera "Figura di donna" (Lèontine De Nittis), focalizza l'attenzione sui legami che intercorrono tra la sua visione del mondo (creativa, impetuosa, misterica, indipendente, anticonformista, provocatoria, innovativa) e la visione esistenziale della sua donna (riflessiva, razionale, dedicata, determinata, accogliente e resiliente). Così, il pittore con il suo Autoritratto inventa una nuova tavolozza, intrecciandola a quella emersa da "Figura di donna" (Lèontine De Nittis), definendo, così, il sistema della pittura narrativa legato all'ecologia figurativa e alla grammatica storico-sociale.

Per una narrazione figurativa
L'analisi dei colori e l'intreccio del sistema figurativo denittisiano, fanno nascere l'enigmatico volto di Lèontine, la sua figura di donna impegnata, segnata dalla luce degli occhi e dalla natura misterica e magica del suo sguardo. L'opera offre la possibilità al pittore barlettano di tracciare un sentiero di storie figurative costituito dall'universo familiare, dal rapporto che nasce dalla profondità emotiva e affettiva dalla relazione con gli altri, e dalla luce dello sguardo che lega l'artista a sua moglie. E l'osservatore, scrutando il volto, e lo sguardo enigmatico di Lèontine, scopre la cifra vitale di un carattere volitivo e riflessivo, anche per l'atteggiamento significativo che Lèontine ha assunto di fronte allo scrutare dello sguardo dell'artista.
Si stabilisce, così, un dialogo tra la donna e il pittore, mentre dallo sguardo penetrante di Lèontine partono diversi messaggi che costituiscono la grammatica familiare, operosa ed incisiva di cui lei è rappresentazione vivente. Gli sguardi attraversano il pulviscolo del luogo e le parole non dette ma immaginate e sussurrate, concedono all'osservatore la possibilità di alzare il sipario su uno spazio visivo, costituito da emozioni, sensazioni, ripercussioni emotive che raccontano l'intensità del rapporto tra il pittore e la sua donna. Ecco che dall'enigma del volto, dall'analisi del linguaggio extraverbale, dalla riflessione estetica scaturita dalla lettura delle due opere, "Figura di donna" e "Autoritratto", nasce l'idea che tra i due protagonisti scaturisca l'azione conversativa, espressione di una dinamica riflessiva tesa a ricercare una "vita nuova" che modifichi la percezione estetica dell'osservatore e lo ponga nelle condizioni emotive di leggere il "lessico della vita quotidiana familiare dell'Ottocento". Inoltre, si invita a riflettere sulla macchina oscura della routine quotidiana che provoca disagio e che Giuseppe De Nittis combatte, inesorabilmente. Come combatte tale disagio? Con la forza generativa della tavolozza pittorica, con lo studio e la ricerca sui temi legati alla pittura contemporanea, con il confronto con altri artisti, facendo viaggi ed esperendo nuove conoscenze artistiche, promuovendo uno stile fluido e creativo, sempre alla continua ricerca dell'insolito, dell'imprevisto, dell'innovativo.

Lo spazio vitale del racconto figurativo
In realtà, ogni opera del De Nittis, narra, in movimento, nuove vite e vite nuove, che da tempo annidate nel teatro mentale e creativo del pittore, trovano "spazio vitale" nel "racconto visivo e figurativo" delle sue tele. Si stabilisce, così, una forma di narrazione figurativa, attraverso cui, il silenzio prende voce e i colori rappresentano le parole della luce, quella luce che narrando, non smarrisce mai la sua testimonianza di vita familiare, relazionale e sociale. I colori e la cifra simbolica dell'opera "Figura di donna", (Lèontine De Nittis), marcano i momenti di un dialogo fatto di gioia d'amore e di desiderio di vivere, che indica la complessità su cui si fonda la vita quotidiana e sulla percezione dell'alto livello qualitativo di disseminazione artistica provocato dalle opere dell'artista barlettano. Così, proponiamo la comparazione narrativo-figurativa tra l'opera "Autoritratto" (1883) e l'opera "Figura di donna", (Lèontine De Nittis), rimarcando le tracce dialogiche della grammatica dei colori che si annodano alle emozioni che intercorrono tra il pittore e la moglie - modella. Il rilievo dialogico consente la percezione sia estetica che emotiva e narrativa delle due opere, che insieme, costituiscono una tavolozza iconica familiare, efficace. Ecco che la relazione d'amore che si stabilisce tra i protagonisti delle due opere, racconta la passione, l'affetto, i sentimenti e la malinconia per il tempo familiare che fugge e si consuma, lottando per non smarrirsi, per non perdersi nelle accelerazioni della contemporaneità.
Altresì, comparando lo sguardo di Lèontine nell'opera "Figura di donna" (Lèontine De Nittis), con l'espressione dello sguardo del pittore dell'Autoritratto, scorgiamo un livello dialogico e conversativo molto intenso e di profonda ammirazione, ma soprattutto di amore adorato e rispettato che lievita tra i coniugi De Nittis. E i valori che si rincorrono nelle due opere sottolineano, sì, un dialogo semplice, ma allo stesso tempo, fanno affiorare un'ombra, un enigma, un velo di luce che copre altra luce, emblema di una misteriosa malinconia. È una storia che Lèontine, attraverso i suoi occhi, racconta al coniuge, stabilendo, così, una relazione empatica ma anche enigmatica che chiede ai protagonisti di fare memoria: ricordare, rammentare, testimoniare, legare storie, approfondire e condividere i sentimenti sottesi ai sacrifici e alle difficoltà, ai dolori e alle passioni.

Il ritratto come racconto di formazione
Il ritratto racconta il punto di vista di Giuseppe de Nittis, rispetto all'interiorità della figura umana che ha dipinto: la sua donna. Si stabilisce, un gioco speculare, tra gli interlocutori e dona all'osservatore l'occasione per cogliere la specificità che esprime una umanità carica di poesia. Non sfugge all'osservatore, l'apertura di uno spazio intimo che si legge negli occhi di Lèontine: uno sguardo che esprime un dialogo vivo, privato e segreto che, a tratti, consente all'osservatore di scoprire la valenza artistica del linguaggio extraverbale, che rende i due protagonisti, dipinti in opere diverse, l'Autoritratto e Figura di donna, così vicini e così alleati. E Lèontine ha dimostrato tale vicinanza al marito, sia nei momenti di grande difficoltà, sia donando, tutte le opere del coniuge Giuseppe, alla sua città natale, Barletta. Tale spirito d'unione è testimonianza viva, del rapporto d'amore che legava i coniugi De Nittis e dichiarato dalla passione del pittore nello scegliere Lèontine come modella per la realizzazione di molte sue opere. Infatti, il sistema della percezione visiva delle due opere, "Figura di donna" (Lèontine De Nittis), e Autoritratto, coniuga la seduzione intrinseca che emanano le tele, con il racconto per figure, che parte dallo sguardo dei due protagonisti, per raggiungere, attraverso una forza di impressioni, il cuore dell'osservatore, che rimane, affascinato dalle potenzialità delle metafore espresse. I giochi di luce e di ombre e la solitudine che vivono i protagonisti delle opere esaminate, evidenziano le diverse sfaccettature di colore che nominano, un luogo di silenzio privato della loro intimità, e comunicano, la forza d'animo e l'appassionata sollecitudine che raccontano, mediante il senso volitivo degli sguardi, testimoniando, la lotta sostenuta per combattere le difficoltà del presente e del prossimo futuro. La potenzialità del romanzo di formazione figurativo consente di riscoprire la bellezza della poesia dei colori, espressa dalle opere di Giuseppe De Nittis, che si incarna alla pittura come poesia e alla poesia figurativa, come lettura della poesia del mondo.

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