Associazioni
ENPA Barletta: il volontariato che salva i piccoli mici
I volontari sposano anche la causa del “curare in libertà”, prendendosi cura dei gatti che vivono per strada, lasciandoli liberi
Barletta - martedì 13 aprile 2021
Il centro dell'associazione Enpa a Barletta in via Medaglie d'Oro 30 è una coccola al cuore per tutti gli amanti degli animali, indistintamente dal tipo. Un luogo accogliente in cui si può respirare e vedere l'amore e la cura che ci mettono le volontarie per i felini del territorio.
Annarita, una delle responsabili, ci ha raccontato le storie di ognuno dei micini: i più spaventati, i cuccioli appena arrivati, i più anziani e i più diffidenti. C'è la storia di Crudelia, una piccola gattina salvata dalle volontarie, curata dopo essere stata morsa da un cane. Si avvicinava per giocare e da grande giocatrice mostrava i piccoli artigli, per questo Crudelia. Avanza con due occhietti verde smeraldo che risplendono dal suo mantello nero. Ad oggi la gattina è felice e in salute grazie all'amore donatole.
In questa associazione, l'ingrediente che ha salvato queste piccole anime perdute è stato la cura che ci mettono quotidianamente, perché il tutto nasce dal volontariato, dall'attenzione che riservano le volontarie nell'essere sempre disponibili per le segnalazioni, provvedere alle medicine, le operazioni quando i piccoli felini vengono ritrovati in condizioni critiche. Proprio grazie a questo tipo di cura, che l'associazione persiste da 5 anni.
Mentre per i cani c'è sempre stato un canile a cui far riferimento, per i felini la situazione è stata differente. "Non è vero che il gatto ha sette vite. Il gatto ne ha una e il fatto che come specie sappia badare a sé non deve farci sottovalutare il fatto che necessiti cure" dice Annarita. Pur essendosi adoperate per l'adozione di ben 140 gatti, i volontari sposano anche la causa del "curare in libertà": la possibilità cioè di curare anche i gatti che vivono per strada, badare a loro lasciandoli liberi. Proprio mentre stavamo visitando la sede, inaspettatamente è arrivata una cittadina dal nome Anna che si è presentata con una grande busta per cibo per gatti, emozionando tutti, anche me. È andata via dicendo: "Annarita ha un cuore grande, mi ha fatto un dono".
C'è una cura per tutto. In una piccola stanza, leggermente distante dallo spazio ricreativo in cui si trovano tutti gli altri mici, le volontarie custodiscono una mamma gatta e i suoi piccoli cuccioli, aspettando di avere i test necessari per poi accoglierli nella stanza comune con tutti gli altri. È importante in questo caso accertarsi che la mamma e di conseguenza i piccoli, siano negativi al fiv e felv test.
L'associazione si muove anche tramite i social – soprattutto Facebook – ed è proprio grazie ad un utilizzo attivo e continuo che le volontarie hanno notato un incremento notevole delle adozioni sia di cani che di gatti. Anche in merito alle adozioni del cuore hanno notato una forte crescita. Per adozioni del cuore si intende la possibilità di adottare nonostante le disabilità del gatto. Le volontarie hanno anche raccontato come l'entrata del micio in casa abbia aiutato molte persone a combattere la solitudine o a rendere felice un piccolo bambino autistico.
Un perfetto esempio di come la pet therapy, soprattutto in tempi di pandemia, sia davvero una piccola cura da aggiungersi alle altre per la guarigione completa. Riguardo le prospettive future, le volontarie credono fortemente che la nuova frontiera siano le oasi per gatti, luoghi in cui viene ricreato il loro ambiente naturale, senza gabbie, luoghi in cui possano giocare insieme e al sicuro.
La rete nata è il frutto di tanti sforzi, capaci di raggiungere anche il nord Italia e difatti, sottolineano quanto i social siano importanti per le adozioni all'infuori del territorio locale e per la prevenzione sul territorio, per la conoscenza. In questa ottica, la pandemia ha rallentato il processo di educazione che l'Enpa stava attuando nelle scuole. "Un gatto ha salvato me e per ricambiare io ho cercato di salvare più gatti possibili. Si diventa migliori a stare con gli animali" dice Annarita.
I più sinceri complimenti ad Annarita, Marilisa, Rosa, Rita, Ciccio Calabrese e Massimiliano Vaccariello che si occupa degli aspetti legali e del rapporto con le istituzioni.
Annarita, una delle responsabili, ci ha raccontato le storie di ognuno dei micini: i più spaventati, i cuccioli appena arrivati, i più anziani e i più diffidenti. C'è la storia di Crudelia, una piccola gattina salvata dalle volontarie, curata dopo essere stata morsa da un cane. Si avvicinava per giocare e da grande giocatrice mostrava i piccoli artigli, per questo Crudelia. Avanza con due occhietti verde smeraldo che risplendono dal suo mantello nero. Ad oggi la gattina è felice e in salute grazie all'amore donatole.
In questa associazione, l'ingrediente che ha salvato queste piccole anime perdute è stato la cura che ci mettono quotidianamente, perché il tutto nasce dal volontariato, dall'attenzione che riservano le volontarie nell'essere sempre disponibili per le segnalazioni, provvedere alle medicine, le operazioni quando i piccoli felini vengono ritrovati in condizioni critiche. Proprio grazie a questo tipo di cura, che l'associazione persiste da 5 anni.
Mentre per i cani c'è sempre stato un canile a cui far riferimento, per i felini la situazione è stata differente. "Non è vero che il gatto ha sette vite. Il gatto ne ha una e il fatto che come specie sappia badare a sé non deve farci sottovalutare il fatto che necessiti cure" dice Annarita. Pur essendosi adoperate per l'adozione di ben 140 gatti, i volontari sposano anche la causa del "curare in libertà": la possibilità cioè di curare anche i gatti che vivono per strada, badare a loro lasciandoli liberi. Proprio mentre stavamo visitando la sede, inaspettatamente è arrivata una cittadina dal nome Anna che si è presentata con una grande busta per cibo per gatti, emozionando tutti, anche me. È andata via dicendo: "Annarita ha un cuore grande, mi ha fatto un dono".
C'è una cura per tutto. In una piccola stanza, leggermente distante dallo spazio ricreativo in cui si trovano tutti gli altri mici, le volontarie custodiscono una mamma gatta e i suoi piccoli cuccioli, aspettando di avere i test necessari per poi accoglierli nella stanza comune con tutti gli altri. È importante in questo caso accertarsi che la mamma e di conseguenza i piccoli, siano negativi al fiv e felv test.
L'associazione si muove anche tramite i social – soprattutto Facebook – ed è proprio grazie ad un utilizzo attivo e continuo che le volontarie hanno notato un incremento notevole delle adozioni sia di cani che di gatti. Anche in merito alle adozioni del cuore hanno notato una forte crescita. Per adozioni del cuore si intende la possibilità di adottare nonostante le disabilità del gatto. Le volontarie hanno anche raccontato come l'entrata del micio in casa abbia aiutato molte persone a combattere la solitudine o a rendere felice un piccolo bambino autistico.
Un perfetto esempio di come la pet therapy, soprattutto in tempi di pandemia, sia davvero una piccola cura da aggiungersi alle altre per la guarigione completa. Riguardo le prospettive future, le volontarie credono fortemente che la nuova frontiera siano le oasi per gatti, luoghi in cui viene ricreato il loro ambiente naturale, senza gabbie, luoghi in cui possano giocare insieme e al sicuro.
La rete nata è il frutto di tanti sforzi, capaci di raggiungere anche il nord Italia e difatti, sottolineano quanto i social siano importanti per le adozioni all'infuori del territorio locale e per la prevenzione sul territorio, per la conoscenza. In questa ottica, la pandemia ha rallentato il processo di educazione che l'Enpa stava attuando nelle scuole. "Un gatto ha salvato me e per ricambiare io ho cercato di salvare più gatti possibili. Si diventa migliori a stare con gli animali" dice Annarita.
I più sinceri complimenti ad Annarita, Marilisa, Rosa, Rita, Ciccio Calabrese e Massimiliano Vaccariello che si occupa degli aspetti legali e del rapporto con le istituzioni.