Associazioni
Emissioni dalla Buzzi, «un impianto vetusto non può proseguire la sua attività»
Interviene il presidente del comitato Operazione Aria Pulita, avv. Cianci
Barletta - venerdì 12 agosto 2022
10.58 Comunicato Stampa
«Nella mattina del 19 luglio 2022, all'interno dello stabilimento Buzzi Unicem, come affermato dalla stessa azienda con un comunicato ufficiale, si verificava durante il processo produttivo, un'anomalia nella linea clinker, con conseguente dispersione nell'ambiente circostante di "farina". Tale dispersione di "farina", che a nostro avviso sarebbe più corretto chiamare polveri di natura non meglio precisata, avveniva sotto forma di una enorme nube densa visibile anche ad alcune centinaia di metri di distanza, come testimoniato da numerose fotografie scattate da cittadini giustamente preoccupati dall'accaduto» scrive l'Avv. Michele Cianci, Presidente del Comitato Operazione Aria Pulita Bat.
«La Buzzi, sempre attraverso il comunicato ufficiale, ha cercato di tranquillizzare la cittadinanza affermando che la dispersione di polveri fosse avvenuta solo all'interno dello stabilimento, per così dire, non toccando minimamente le case e le strade dell'adiacente centro abitato. A noi di OAP, questa affermazione appare molto improbabile e francamente poco credibile, perché una nube del genere, ripetiamo, visibile anche a centinaia di metri, non si sia dispersa oltre i "confini" dell'azienda. Le centraline dell'ARPA, presenti all'interno del centro cittadino non hanno misurato "valori" fuori limite, ma contestualmente la stessa agenzia di protezione ambientale affermava che era necessario in riferimento ai molteplici eventi incidentali comunicati dal Gestore e avvenuti in data 16 aprile, 30 giugno e 19 luglio 2022, chiedeva alla Buzzi Unicem di relazionare "relativamente alle cause dei diversi eventi occorsi esplicitando le azioni intraprese o che si intende intraprendere per evitare che si ripresentino".Inoltre ARPA evidenziava che "la ripetitività di tali incidenti potrebbe essere ricollegata a problematiche manutentive o di vetustà dell'impianto. Grave anzi gravissimo, un impianto vetusto non può proseguire la sua attività, ciò impone alle Autorità di rivedere le autorizzazioni già concesse!
Si parla di un impianto cittadino che coinvolge direttamente i barlettani, un impianto vetusto non può essere autorizzato neppure nelle lontane periferie, figuriamoci in una zona residenziale. Tali ripetizioni di eventi incidentali di origini diverse ma simili per le conseguenze convergono a determinare l'aumento di emissioni diffuse."
La nostra interpretazione è che la Buzzi debba occuparsi come dice l'ARPA dei numerosi incidenti che puntualmente si verificano all'interno dell'azienda e che mettono a repentaglio la salute della vicinissima popolazione. La Buzzi inoltre, prima di affermare apoditticamente che le case e i polmoni dei cittadini non siano venuti in contatto con l'ennesima dispersione nell'aria di polveri, deve farlo con opportune misurazioni che richiedono il modo e il tempo necessario per dimostrarlo, anziché con repentini comunicati privi di fondamento scientifico. È necessario, lo sanno anche i meno edotti , per affermare questo, una caratterizzazione delle polveri ricadute quel giorno sul suolo e nei vari punti a ridosso del centro abituato. Fino ad allora qualsiasi rassicurazione la rispediamo al mittente.
Purtroppo l'unica verità è che i cittadini di Barletta non abbiano ad oggi la libertà di tenere balconi e finestre aperte per affrontare la calura estiva, è debbano invece tra le altre cose, preoccuparsi di respirare aria tossica».
«La Buzzi, sempre attraverso il comunicato ufficiale, ha cercato di tranquillizzare la cittadinanza affermando che la dispersione di polveri fosse avvenuta solo all'interno dello stabilimento, per così dire, non toccando minimamente le case e le strade dell'adiacente centro abitato. A noi di OAP, questa affermazione appare molto improbabile e francamente poco credibile, perché una nube del genere, ripetiamo, visibile anche a centinaia di metri, non si sia dispersa oltre i "confini" dell'azienda. Le centraline dell'ARPA, presenti all'interno del centro cittadino non hanno misurato "valori" fuori limite, ma contestualmente la stessa agenzia di protezione ambientale affermava che era necessario in riferimento ai molteplici eventi incidentali comunicati dal Gestore e avvenuti in data 16 aprile, 30 giugno e 19 luglio 2022, chiedeva alla Buzzi Unicem di relazionare "relativamente alle cause dei diversi eventi occorsi esplicitando le azioni intraprese o che si intende intraprendere per evitare che si ripresentino".Inoltre ARPA evidenziava che "la ripetitività di tali incidenti potrebbe essere ricollegata a problematiche manutentive o di vetustà dell'impianto. Grave anzi gravissimo, un impianto vetusto non può proseguire la sua attività, ciò impone alle Autorità di rivedere le autorizzazioni già concesse!
Si parla di un impianto cittadino che coinvolge direttamente i barlettani, un impianto vetusto non può essere autorizzato neppure nelle lontane periferie, figuriamoci in una zona residenziale. Tali ripetizioni di eventi incidentali di origini diverse ma simili per le conseguenze convergono a determinare l'aumento di emissioni diffuse."
La nostra interpretazione è che la Buzzi debba occuparsi come dice l'ARPA dei numerosi incidenti che puntualmente si verificano all'interno dell'azienda e che mettono a repentaglio la salute della vicinissima popolazione. La Buzzi inoltre, prima di affermare apoditticamente che le case e i polmoni dei cittadini non siano venuti in contatto con l'ennesima dispersione nell'aria di polveri, deve farlo con opportune misurazioni che richiedono il modo e il tempo necessario per dimostrarlo, anziché con repentini comunicati privi di fondamento scientifico. È necessario, lo sanno anche i meno edotti , per affermare questo, una caratterizzazione delle polveri ricadute quel giorno sul suolo e nei vari punti a ridosso del centro abituato. Fino ad allora qualsiasi rassicurazione la rispediamo al mittente.
Purtroppo l'unica verità è che i cittadini di Barletta non abbiano ad oggi la libertà di tenere balconi e finestre aperte per affrontare la calura estiva, è debbano invece tra le altre cose, preoccuparsi di respirare aria tossica».