Politica
«E' il tempo delle scelte chiare», la nota di Assuntela Messina
Riflessione politica della candidata alle primarie parlamentari del PD. «La Politica deve sollecitare un tempo nuovo che responsabilizzi tutti»
Barletta - giovedì 27 dicembre 2012
In attesa di conoscere i nomi dei candidati parlamentari del Partito Democratico, che si decideranno la prossima domenica, la prof.ssa Assuntela Messina, candidata alle primarie, propone una nota di riflessione sulla propria candidatura: «Ho deciso di mettere a disposizione dei cittadini – scrive la candidata Messina - il mio impegno e le mie competenze, spinta dal desiderio di aprire con loro un dialogo serio e rigoroso sulle prospettive del nostro territorio. Sono stata mossa anche dalla consapevolezza che le potenzialità della nostra Provincia rendano doveroso prevedere e dirigere le future azioni politiche che riguarderanno la vita e gli equilibri della comunità. In tale prospettiva, c'è da risvegliare quel senso di appartenenza, autentica e positiva, non ancora appannato nel Sud d'Italia.
Tutto ciò significa che la nostra comunità è ancora un "luogo" in cui è possibile valutare il rapporto fra scelte dei cittadini e i risultati che ne derivano. Purché si percepisca il valore della scelta e si sappiano ben comprendere e interpretare i meccanismi democratici che la originano.
Gli elettori hanno piena consapevolezza delle gravi problematiche che affliggono la nostra comunità: mancanza di opportunità economiche e culturali, depauperamento dell'ambiente e limitazione delle sue straordinarie potenzialità (nonostante l'impegno e la nuova consapevolezza del mondo giovanile e delle associazioni), scarsa trasparenza nella gestione del bene pubblico, rassegnazione per la mancanza di controllo sociale. Un presente così difficile e il futuro inquieto impongono a chi decide di offrire un impegno politico istituzionale di prendersi cura di pubblici interessi ben determinati. Si deve rifuggire dall'atteggiamento di sentirsi gli unici in grado di fornire la corretta interpretazione delle esigenze e delle ansie dei propri simili. Chi ha un giusto interesse verso le città del nostro territorio deve operare per dare una maggiore consapevolezza delle differenti potenzialità, imparando a saper "ascoltare" gli altri. E saper ascoltare non è compito di poco conto, magari da considerare solo come cristiana disponibilità. E', invece, anche presenza attiva, diretta e riscontrabile da tutti sul territorio. E' predisposizione umana tesa a comprendere linguaggi differenti.
Oggi "essere" classe dirigente autorevole – dal punto di vista politico, economico, formativo – significa mettersi al servizio dei cittadini più che dare la sensazione di porsi a loro capo al fine, poi, di orientarne le scelte. Significa saper guardare a favore degli ultimi e agire per il riequilibrio delle sperequazioni economiche e culturali. Significa essere esempi di coerenza con i principi che si proclamano, educatori alla serietà, alla compostezza in ogni pratica politica e istituzionale, scrupolosi e attenti alle conseguenze delle proprie azioni nella formazione del senso civico che deve connotare il nostro territorio. Significa cogliere il valore delle diversità delle esperienze e della necessità della sintesi che faccia fare a tutte le realtà della Provincia un simultaneo balzo in avanti sul piano della vivibilità degli spazi, delle opportunità economiche e lavorative, della capacità di controllo amministrativo da parte di ognuno.
La Politica più autentica e vera è quella che aiuta a creare un comune terreno di interessi fra i cittadini. C'è l'esigenza di realizzare uno spazio vitale condiviso che contrasti la tendenza al piccolo e mediocre "saper vivere", che è garanzia per pochi e limitazione per molti altri. E questo lo si può fare solo ritrovando, finalmente, una radicalità di contenuti e di valori nell'offerta politica. Essere davvero "radicali" nei principi e nell'agire. Significa avere radici profonde che attraversano "terreni" ed esperienze umane diverse; che sanno prendere ciò che è meglio in vista di un obiettivo unico. Vuol dire distanziarsi da ogni settarismo, da ogni cristallizzazione ideologica, non "aggrapparsi" ai dogmi di comodo solo perché si è incapaci di ricercare, approfondire e offrire ai propri simili prospettive nuove.
Simone Fraisse ha scritto che la "città" dell'ultimo secolo è più conflittuale che armonica, per cui il suo equilibrio sarà sempre frutto della tensione fra norme e usi che si contrappongono. Anche nel nostro territorio - se si vuole orientare il raggiungimento di quell'equilibrio senza subirlo e senza farlo subire agli ultimi - le elaborazioni e le esperienze dei cittadini devono caratterizzarsi per l'opposizione e il disvelamento riferita a ogni attività o pratica poco trasparente, acritica, inerziale.
In questi anni ho cercato di dare senso alla tensione pedagogica e allo spirito di servizio che sono propri della tradizione cattolica e progressista. Ho ritenuto importanti i valori della professione, dell'approfondimento scientifico e della partecipazione culturale di ogni cittadino, anche collaborando all'organizzazione di incontri con gli esponenti più acuti della cultura e delle Istituzioni del nostro Paese che hanno accresciuto conoscenza e senso di legalità in tutti.
La Politica deve sentire su di sé l'onere di sollecitare e dirigere un "tempo nuovo" che coinvolga e responsabilizzi tutti. E' il tempo delle scelte chiare, delle distinzioni salutari per ricercare una nuova qualità del vivere. E in tutto ciò sta la ragione profonda del mio impegno».
Tutto ciò significa che la nostra comunità è ancora un "luogo" in cui è possibile valutare il rapporto fra scelte dei cittadini e i risultati che ne derivano. Purché si percepisca il valore della scelta e si sappiano ben comprendere e interpretare i meccanismi democratici che la originano.
Gli elettori hanno piena consapevolezza delle gravi problematiche che affliggono la nostra comunità: mancanza di opportunità economiche e culturali, depauperamento dell'ambiente e limitazione delle sue straordinarie potenzialità (nonostante l'impegno e la nuova consapevolezza del mondo giovanile e delle associazioni), scarsa trasparenza nella gestione del bene pubblico, rassegnazione per la mancanza di controllo sociale. Un presente così difficile e il futuro inquieto impongono a chi decide di offrire un impegno politico istituzionale di prendersi cura di pubblici interessi ben determinati. Si deve rifuggire dall'atteggiamento di sentirsi gli unici in grado di fornire la corretta interpretazione delle esigenze e delle ansie dei propri simili. Chi ha un giusto interesse verso le città del nostro territorio deve operare per dare una maggiore consapevolezza delle differenti potenzialità, imparando a saper "ascoltare" gli altri. E saper ascoltare non è compito di poco conto, magari da considerare solo come cristiana disponibilità. E', invece, anche presenza attiva, diretta e riscontrabile da tutti sul territorio. E' predisposizione umana tesa a comprendere linguaggi differenti.
Oggi "essere" classe dirigente autorevole – dal punto di vista politico, economico, formativo – significa mettersi al servizio dei cittadini più che dare la sensazione di porsi a loro capo al fine, poi, di orientarne le scelte. Significa saper guardare a favore degli ultimi e agire per il riequilibrio delle sperequazioni economiche e culturali. Significa essere esempi di coerenza con i principi che si proclamano, educatori alla serietà, alla compostezza in ogni pratica politica e istituzionale, scrupolosi e attenti alle conseguenze delle proprie azioni nella formazione del senso civico che deve connotare il nostro territorio. Significa cogliere il valore delle diversità delle esperienze e della necessità della sintesi che faccia fare a tutte le realtà della Provincia un simultaneo balzo in avanti sul piano della vivibilità degli spazi, delle opportunità economiche e lavorative, della capacità di controllo amministrativo da parte di ognuno.
La Politica più autentica e vera è quella che aiuta a creare un comune terreno di interessi fra i cittadini. C'è l'esigenza di realizzare uno spazio vitale condiviso che contrasti la tendenza al piccolo e mediocre "saper vivere", che è garanzia per pochi e limitazione per molti altri. E questo lo si può fare solo ritrovando, finalmente, una radicalità di contenuti e di valori nell'offerta politica. Essere davvero "radicali" nei principi e nell'agire. Significa avere radici profonde che attraversano "terreni" ed esperienze umane diverse; che sanno prendere ciò che è meglio in vista di un obiettivo unico. Vuol dire distanziarsi da ogni settarismo, da ogni cristallizzazione ideologica, non "aggrapparsi" ai dogmi di comodo solo perché si è incapaci di ricercare, approfondire e offrire ai propri simili prospettive nuove.
Simone Fraisse ha scritto che la "città" dell'ultimo secolo è più conflittuale che armonica, per cui il suo equilibrio sarà sempre frutto della tensione fra norme e usi che si contrappongono. Anche nel nostro territorio - se si vuole orientare il raggiungimento di quell'equilibrio senza subirlo e senza farlo subire agli ultimi - le elaborazioni e le esperienze dei cittadini devono caratterizzarsi per l'opposizione e il disvelamento riferita a ogni attività o pratica poco trasparente, acritica, inerziale.
In questi anni ho cercato di dare senso alla tensione pedagogica e allo spirito di servizio che sono propri della tradizione cattolica e progressista. Ho ritenuto importanti i valori della professione, dell'approfondimento scientifico e della partecipazione culturale di ogni cittadino, anche collaborando all'organizzazione di incontri con gli esponenti più acuti della cultura e delle Istituzioni del nostro Paese che hanno accresciuto conoscenza e senso di legalità in tutti.
La Politica deve sentire su di sé l'onere di sollecitare e dirigere un "tempo nuovo" che coinvolga e responsabilizzi tutti. E' il tempo delle scelte chiare, delle distinzioni salutari per ricercare una nuova qualità del vivere. E in tutto ciò sta la ragione profonda del mio impegno».