Giuseppe Lagrasta
Giuseppe Lagrasta
La città

Dialogo immaginario tra Pinocchio e il Piccolo Principe

A firmarlo Giuseppe Lagrasta, Presidente del Comitato Dante Alighieri di Barletta

In occasione dell'ottantesimo anniversario della morte di Antoine de Sainte Exupery, aviatore e autore del noto racconto "Il Piccolo Principe", pubblichiamo un dialogo immaginario di Giuseppe Lagrasta dedicato a Pinocchio e al Piccolo Principe. I due protagonisti si incontrano in riva al mare: Il Piccolo Principe costruisce un castello di sabbia mentre Pinocchio gioca con Alidoro, il cagnolino che il burattino ha salvato dall'annegamento. L'atmosfera è piena di luce e di riverberi. Bambini giocano tra le onde del mare mentre gli adulti li osservano senza mai perderli di vista.

Piccolo Principe: Salve amico. Sono felice di incontrare un ragazzo della mia età, tanto, non sempre è facile capirsi con i grandi.

Pinocchio: Sì, è vero, anch'io con mio padre Geppetto ho difficoltà a comunicare. Io non ho la mamma e sono scappato di casa. Ho abbandonato mio padre per andare alla ricerca di mia madre.

Piccolo Principe: Anch'io sono senza madre. Non l'ho mai conosciuta. Un giorno ho aperto gli occhi e mi sono ritrovato su un asteroide grande quanto una casa. Era l' asteroide B612.

Pinocchio: Che bello, una volta mi ci porterai?

Piccolo Principe: Sì, certo. Non appena possibile. Ecco il castello di sabbia.

Pinocchio: Bello! Allora ci vediamo!

Piccolo Principe: No! No!, Resta qui. Terminiamo il castello di sabbia. Resterò per pochi giorni perché ho un gran da fare sul Pianeta B612: devo innaffiare la rosa, controllare il vulcano, controllare il signore che beve molto, addomesticare la volpe.

Pinocchio: Ma quante cose!! E poi?

Piccolo Principe: Sono alla ricerca di mia madre. Da tempo cerco e cerco, inutilmente. Qualcuno mi ha detto che questo è il posto ideale per trovarla.

Pinocchio: Ma certo, è possibile. Ma tu di cosa ti occupi?

Piccolo Principe: Io faccio l'aviatore e piloto piccoli areoplani.

Pinocchio: E cosa trasporti?

Piccolo Principe: Lettere, pacchi, giocattoli, libri illustrati, giochi, medicinali.

Pinocchio: Un bellissimo lavoro.

Piccolo Principe: E tu cosa fai?

Pinocchio: Io! Io! Sono un esperto di aquiloni. Uso gli aquiloni come messaggeri. Un modo nuovo di spedire la posta e di comunicare con gli amici e le amiche di tutto il mondo.
(E mentre Pinocchio raccontava le sue storie, il Piccolo Principe notò che il naso s'allungava).

Piccolo Principe: Ma, Pinocchio, cosa succede al tuo naso? Vedo che s'allunga.

Pinocchio: No, no, non lo so. Non ci fare caso. Mio padre mi ha detto che questo avviene quando dico le bugie

Piccolo Principe: Ma che strano! Forse è vero. Per esempio io non credo negli aquiloni che trasportano le lettere. Mai visto un aquilone postale.

Pinocchio: Amico, sei un tipo strano. Ti farò vedere come faccio.
(A queste parole il naso di Pinocchio si allungò ancor di più).

Piccolo Principe: Pinocchio, quando smetterai di dire bugie forse sarai più felice.

Pinocchio: Non so dirti. Comunque faccio affermazioni non vere, ma purtroppo credo in quel che dico, e non riesco a controllarmi. E più in là, verso la pineta ho parcheggiato la mia mongolfiera gialla. Voliamo!!!

Piccolo Principe: E io ho fatto un atterraggio di fortuna con il piccolo aeroplano di Antoine che ho lasciato a Parigi a riposarsi un po' dopo l'avventura tragica vissuta insieme nel deserto del Sahara.

Pinocchio: Brutta avventura, proprio brutta.

Piccolo Principe: Abbiamo rischiato la vita! Il caldo, la sete, i miraggi, le ombre. Però ce l'abbiamo fatta!

Pinocchio: Bene. Ti prometto che non dirò più bugie!

Il Piccolo Principe si siede e srotola una mappa. E osservandola dice:

Piccolo Principe: Quanta vita sprecata.

Pinocchio: Quanta smarrita felicità.

Piccolo Principe: Quanta solitudine.

Pinocchio: Quanti bambini abbandonati che muoiono di fame.

Piccolo Principe: Un vero disastro, una immane tragedia.

Pinocchio: E' così quando ci sono le guerre.

Piccolo Principe: Che nessuno vede.

Pinocchio: A cui tutti partecipano. Direttamente o indirettamente.

(E mentre i due amici discutevano furono attorniati da tanti bambini).

E un bambino rivolgendosi al burattino chiese: Come ti chiami?

Pinocchio - rispose il burattino- E vivo a Collodi .

E una bambina chiese: E tu?

Piccolo Principe: Sono il Piccolo Principe e vivo sull'asteroide B612.

Bambino: E tu, naso lungo che ci fai qui - domandò- .

Pinocchio: Ma dove ti viene a chiamarmi naso lungo. Smettila! Ma cosa volete?

Bambina: Vogliamo giocare a fare castelli di sabbia.

Piccolo Principe: Bene, ma noi dobbiamo andare. Ma come ti chiami? - chiese il Principe alla bambina -.


Bambina: Mi chiamo Alice.

Piccolo Principe: Tu sei Alice del Paese delle meraviglie?

Bambina: Si, si proprio così.

E rivolto al bambino il Principe chiese: E tu chi sei?

Bambino: Sono Peter Pan.

Piccolo Principe: Ah! Tu, invece, sei il bambino che non vuole crescere.

Peter Pan rispose: Non proprio così. È solo una diceria di gente vigliacca che mi vuole fare del male.

Piccolo Principe: Non ti curare di loro. Resisti! Comunque, siamo contenti di avervi conosciuto, vero Pinocchio?

Pinocchio: Sì, con piacere, molto piacere.

Pinocchio e il Piccolo Principe, salutando, si diressero verso la Mongolfiera Gialla.

Sulla Mongolfiera presero posto: la volpe, Pinocchio, il Piccolo Principe; intanto s'erano infilati: Peter Pan, Alice, il Cappellaio Matto e il coniglio bianco. E con la mongolfiera gialla fecero il giro del giorno in ottanta minuti. Su e giù come se fosse una corsa sulle montagne russe. Sorvolando la città scoprirono lo zoo, il circo e le giostre d'avventura. La Mongolfiera gialla planò senza difficoltà e i nostri piloti dopo aver salutato gli amici, risalirono sulla Mongolfiera Gialla e il Piccolo Principe invitò Pinocchio a dirigersi verso il Pianeta Asteroide 612 .

E mentre volavano il Piccolo Principe raccontava a Pinocchio degli amici e delle amiche che avrebbe incontrato: la rosa, il vanitoso, il serpente rosa, il re solitario, l'uomo d'affari, l'ubriacone, il geografo, il mercante, l'astronomo turco, il geografo, il lampionaio, i vulcani. Vedrai, la volpe è proprio dolce e simpatica. Un giorno conoscerai anche Antoine, l'aviatore che incontrai nel deserto del Sahara, colui che mi ha salvato la vita.

E Pinocchio: E Antoine perché non è venuto con te?

Piccolo Principe: Antoine ha sempre un gran da fare. Quando torniamo sulla Terra andiamo prima a Parigi da Antoine e poi in Toscana, nella tua città, Collodi. Ti va?

Pinocchio: Ma certo, cosi ti farò conoscere mio padre Geppetto. E, voglio confessarti un segreto; io nacqui da un pezzo di legno. Ma questa è un'altra storia. Te la racconterò al ritorno.

Principe: Va bene, non insisto. Intanto cerchiamo di incontrare le nostre mamme. Ti va?

Pinocchio: Si, si, esploratore, troveremo le nostre mamme.

Piccolo Principe: Anch'io Pinocchio ti svelo un segreto. Amo molto i tramonti. Una volta ho visto il sole tramontare quarantaquattrovolte.

Pinocchio: Si, quando si è molto tristi ci si innamora dei tramonti.

Piccolo Principe: E l'amore dei tramonti è invisibile agli occhi ma riscalda il cuore.

Pinocchio: E cura la malinconia per non aver avuto mai una mamma.

Piccolo Principe: A chi lo dici!!

E una grande luce illuminò il tramonto Adriatico. E così Pinocchio e il Piccolo Principe volarono, oltre la linea d'ombra.
  • Poesia
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