Politica
Delvecchio, riflessioni sul congresso del Pd
«Una mela spaccata esattamente a metà». Risultati rallentati da sterili diatribe
Barletta - martedì 22 giugno 2010
17.30
Riceviamo e pubblichiamo una riflessione del consigliere comunale del Pd Enzo Delvecchio.
Il risultato del Congresso del Partito Democratico di Barletta non offre nessun elemento di novità alla fase di stallo che sta caratterizzando la vita politica del partito di maggioranza relativa della coalizione di centrosinistra. Una mela spaccata esattamente a metà, che continuerà a rendere ingovernabile la gestione di un partito lacerato dai personalismi e incapace di fare sintesi di una benché minima proposta politica. Tali sofferenze non sono più attribuibili alle, pur vere, difficoltà generate nella fase di gestazione e nascita del nuovo contenitore politico. Abbiamo passato fin troppo tempo a celare dietro i rischi di una fusione a freddo calataci dall'alto, priva di storia e carente di identità comune, le vere motivazioni che rendono difficoltoso il nostro stare insieme, ovvero la volontà politica seria di sentirsi parte integrante e non autonoma di un progetto, fino ad oggi, compreso da pochi.
In questo solco, si concentra tutta la mancanza di responsabilità di una classe dirigente che, a torto, "sotterra i suoi talenti". L'incapacità del PD barlettano di non aver saputo superare le sterili diatribe di potere attraverso un possibile sforzo unitario di eleggere i suoi nuovi organismi dirigenti, continua ad offrire la stura a coloro i quali – molti – non poserebbero l'elmetto nemmeno quando vanno a letto. La candidatura di Nicola Defazio rappresentava la sintesi di una proposta alternativa alla gestione che ha caratterizzato la vita del Partito Democratico cittadino e provinciale dalla sua nascita fino ad oggi. Una proposta politica che affondava le radici su una netta volontà di discontinuità con il recente passato, caratterizzato da una gestione blindata, rissosa e priva di proposte. Un idea alternativa che - ne eravamo, nostro malgrado, coscienti – non poteva incontrare l'adesione di un consenso d'opinione, essendo, la stessa, giudicata solo da una ristrettissima cerchia di tesserati, invitati - il più delle volte - coattamente a votare.
Nonostante tutto, però, accettiamo il risultato democratico delle urne, fieri di aver dato un notevole contributo sia sul piano delle idee che su quello dei "numeri". Saremo minoranza, mai silenziosa, nel partito e nei suoi organi dirigenti. Siamo consapevoli di aver perso un occasione, ma allo stesso tempo di non aver perso la voglia di proporre e generare un cambiamento radicale in grado di raccogliere, dalle ceneri delle delusioni, le sfide che ci attendono. Grazie a tutti, nessuno escluso, e grazie a Nicola per la generosità messa in campo al servizio della comune causa.
Enzo Delvecchio
Il risultato del Congresso del Partito Democratico di Barletta non offre nessun elemento di novità alla fase di stallo che sta caratterizzando la vita politica del partito di maggioranza relativa della coalizione di centrosinistra. Una mela spaccata esattamente a metà, che continuerà a rendere ingovernabile la gestione di un partito lacerato dai personalismi e incapace di fare sintesi di una benché minima proposta politica. Tali sofferenze non sono più attribuibili alle, pur vere, difficoltà generate nella fase di gestazione e nascita del nuovo contenitore politico. Abbiamo passato fin troppo tempo a celare dietro i rischi di una fusione a freddo calataci dall'alto, priva di storia e carente di identità comune, le vere motivazioni che rendono difficoltoso il nostro stare insieme, ovvero la volontà politica seria di sentirsi parte integrante e non autonoma di un progetto, fino ad oggi, compreso da pochi.
In questo solco, si concentra tutta la mancanza di responsabilità di una classe dirigente che, a torto, "sotterra i suoi talenti". L'incapacità del PD barlettano di non aver saputo superare le sterili diatribe di potere attraverso un possibile sforzo unitario di eleggere i suoi nuovi organismi dirigenti, continua ad offrire la stura a coloro i quali – molti – non poserebbero l'elmetto nemmeno quando vanno a letto. La candidatura di Nicola Defazio rappresentava la sintesi di una proposta alternativa alla gestione che ha caratterizzato la vita del Partito Democratico cittadino e provinciale dalla sua nascita fino ad oggi. Una proposta politica che affondava le radici su una netta volontà di discontinuità con il recente passato, caratterizzato da una gestione blindata, rissosa e priva di proposte. Un idea alternativa che - ne eravamo, nostro malgrado, coscienti – non poteva incontrare l'adesione di un consenso d'opinione, essendo, la stessa, giudicata solo da una ristrettissima cerchia di tesserati, invitati - il più delle volte - coattamente a votare.
Nonostante tutto, però, accettiamo il risultato democratico delle urne, fieri di aver dato un notevole contributo sia sul piano delle idee che su quello dei "numeri". Saremo minoranza, mai silenziosa, nel partito e nei suoi organi dirigenti. Siamo consapevoli di aver perso un occasione, ma allo stesso tempo di non aver perso la voglia di proporre e generare un cambiamento radicale in grado di raccogliere, dalle ceneri delle delusioni, le sfide che ci attendono. Grazie a tutti, nessuno escluso, e grazie a Nicola per la generosità messa in campo al servizio della comune causa.
Enzo Delvecchio