La città
”Delitto impossibile”, prosciolto imprenditore barlettano
Avv. Cianci: «Ripristinata la giustizia tramite un accurato studio degli atti processuali»
Barletta - martedì 26 marzo 2024
18.09
Brutta disavventura per un imprenditore barlettano coinvolto suo malgrado in un esposto, da parte del proprietario di un noto marchio di abbigliamento, che ha scatenato un'azione di perquisizione svolta dalla Guardia di Finanza nel plesso aziendale oltre che nell'abitazione e nella sua auto. Perquisizione che, limitandosi al sequestro di smartphone e tablet, si sarebbe conclusa in un "nulla di fatto" dato che nulla sarebbe stato rinvenuto che potesse ricollegarsi ad ipotetici reati. Tale evento ha comunque generato un iter processuale che solo pochi giorni fa ha trovato conclusione positiva per l'imprenditore.
Il fatto risale a pochi mesi or sono e sarebbe stato innescato da uno "stato" dell'imprenditore, sul noto social network WhatsApp, in cui sarebbe stata pubblicata una foto in cui era evidente un marchio d'abbigliamento, diventato pomo della discordia tra denunziante e denunciato. Proprio a seguito di ciò sono seguite varie azioni a carico dell'imprenditore: accertamenti in grado di determinare se vi fossero i presupposti di una contraffazione.
«L'ipotesi di reato è del tutto inverosimile, e tanto abbiamo evidenziato nelle memorie difensive ad esclusiva salvaguarda della giustizia. Lieto che tanto sia emerso in sede processuale e che sia terminata una brutta avventura per il mio assistito Nicola Napolitano. È evidente che l'imprenditore ingiustamente denunciato potrà rivalersi nei confronti del suo collega denunciante sporgendo denuncia per calunnia. È questo che stiamo valutando».
L'annullamento del provvedimento di perquisizione da parte del tribunale del riesame di Trani, la restituzione del materiale sequestrato e la successiva richiesta di archiviazione da parte della Procura, ha sancito il termine dell'accaduto nei confronti del malcapitato.
Il fatto risale a pochi mesi or sono e sarebbe stato innescato da uno "stato" dell'imprenditore, sul noto social network WhatsApp, in cui sarebbe stata pubblicata una foto in cui era evidente un marchio d'abbigliamento, diventato pomo della discordia tra denunziante e denunciato. Proprio a seguito di ciò sono seguite varie azioni a carico dell'imprenditore: accertamenti in grado di determinare se vi fossero i presupposti di una contraffazione.
«L'ipotesi di reato è del tutto inverosimile, e tanto abbiamo evidenziato nelle memorie difensive ad esclusiva salvaguarda della giustizia. Lieto che tanto sia emerso in sede processuale e che sia terminata una brutta avventura per il mio assistito Nicola Napolitano. È evidente che l'imprenditore ingiustamente denunciato potrà rivalersi nei confronti del suo collega denunciante sporgendo denuncia per calunnia. È questo che stiamo valutando».
L'annullamento del provvedimento di perquisizione da parte del tribunale del riesame di Trani, la restituzione del materiale sequestrato e la successiva richiesta di archiviazione da parte della Procura, ha sancito il termine dell'accaduto nei confronti del malcapitato.