Istituzionale
Dall’Amministrazione le “belle delibere” per contributi e patrocini
Solo l’1% destinato alle attività produttive. E le stelle da lassù ci guardano
Barletta - giovedì 1 marzo 2012
Per quanto il Legislatore si sia sforzato di creare le condizioni per consentire una più chiara evidenza e condivisione dei risultati realizzati dalle Pubbliche Amministrazioni tuttora, in termini sostanziali, i Cittadini continuano a saperne e capirne sempre meno. Dopo i numerosi interventi normativi di questi ultimi 20 anni, a partire dalla Legge Bassanini dei primi anni '90 fino alla recente Legge Brunetta del 2009, compreso il testo unico degli Enti Locali (267/2000) siamo quasi al punto di partenza.
La Politica anziché assecondare tali orientamenti per poi tradurli in prassi operative, non fa altro che "promettere". E' ciò che accade, ad esempio, con i "vaghi" Indirizzi di Mandato, con l'approvazione di Delibere d'intenti o con fumosi Protocolli che in termini di effettiva conoscenza, controllo e valutazione da parte dei cittadini producono ben poco, in un contesto peraltro dove il controllo da parte dei Partiti è a dir poco carente. La nostra realtà politica e amministrativa purtroppo non è da meno.
Si era partiti con l'idea "illusoria" del Bilancio Sociale nel 2008 a cui non si è mai dato seguito (forse a suo tempo solo un pretesto per affidare l'ennesimo incarico di consulenza di € 20.000), per poi arrivare negli ultimi anni a politiche di Bilancio "schizofreniche" con inevitabili ricadute negative sulla qualità dei risultati. E' il caso di ricordare le alterne vicende dell'addizionale irpef (adottata nel 2007, tolta nel 2010 e poi riproposta nel 2011) o, ancora, le tristi vicende dei Bilanci di Previsione approvati negli ultimi 2 anni in estate avanzata. Pessimi esempi di programmazione di risorse ed obiettivi, il più delle volte terreno di contrapposizione politica. Pratiche ben distanti dalle tanto vagheggiate promesse di bilanci partecipativi che avrebbero visto il coinvolgimento di parti sociali, sindacali ed imprenditoriali del territorio. Un processo politico-amministrativo, quello del Bilancio, spesso sottovalutato dai Partiti generalmente interessati a prevedere poste di Bilancio per risolvere problemi di vario genere o rappresentare micro-interessi che, a guardar bene, nel loro insieme non realizzano coerentemente un disegno politico-amministrativo di interesse generale. L'Amministrazione Maffei sotto questo profilo non offre buoni esempi e si caratterizza ancora una volta per incertezza e precarietà. Soldi pubblici che, nelle fasi successive al Bilancio, con atti di Giunta e Determinazioni Dirigenziali si disperdono in tanti rivoli quasi sempre legati al "marketing politico", solo in pochi casi funzionali ad obiettivi strutturali.
Non è semplice rappresentare con dati oggettivi certe tesi. Ma talvolta la lettura attenta di certi dati numerici può essere certamente di aiuto. Numerosi, ad esempio, sono infatti gli spunti che offre l'analisi dell'attività deliberativa della Giunta Comunale, con aggregazione dei dati per settori di attività. Il periodo di riferimento è il 2° semestre del 2011, con complessive 144 delibere approvate (dati: sito web Comune di Barletta). Un quadro di sintesi che tuttavia offre numerosi spunti e delinea in modo sufficientemente rappresentativo il profilo politico e la qualità programmatica dell'Amministrazione Maffei.
Analisi % delle Delibere per Settore/Attività (100 = nr.144 totale delibere)
Un dato certamente eclatante è quello che riguarda l'altissima percentuale delle delibere relative a "contributi e patrocini" vari, ben il 42% del totale. In valore assoluto 60 delibere su 144. Al contrario taluni settori strategici come: Urbanistica, Lavori pubblici, Manutenzione, Attività Produttive, che dovrebbero rappresentare gli ambiti di intervento di maggiore pregio amministrativo e politico qualificando la spesa, sommano insieme l'11% per un totale di 16 delibere su 144.
Un dato allarmante e paradossale, che attiene all'organizzazione della Giunta, riguarda il numero delle delibere che vedono il Sindaco come Assessore proponente: 83 su 144, cioè il 58%, un autentico "fenomeno" ….e gli Assessori, servono? Il chiaro segno di un una tendenza accentratrice di funzioni e di forte "discrezionalità" su talune scelte non strategiche ma di "pura gestione", peraltro in evidente contrasto con la logica più naturale del concetto di delega, quale "attività funzionale all'Amministrazione" da assegnare a ciascun componente della Giunta in relazione al settore di competenza.
Numeri e dati tanto semplici quanto eloquenti sui quali sarebbe molto utile riflettere. Un'esigenza improcrastinabile di chiarezza e verità. Attendiamo buone nuove per i nuovi assetti di Giunta e per il prossimo Bilancio (di cui non si ha notizia), sperando che anche ai cittadini prima o poi venga riconosciuta la concreta possibilità di condividere forme e criteri di utilizzo delle risorse pubbliche.
La Politica anziché assecondare tali orientamenti per poi tradurli in prassi operative, non fa altro che "promettere". E' ciò che accade, ad esempio, con i "vaghi" Indirizzi di Mandato, con l'approvazione di Delibere d'intenti o con fumosi Protocolli che in termini di effettiva conoscenza, controllo e valutazione da parte dei cittadini producono ben poco, in un contesto peraltro dove il controllo da parte dei Partiti è a dir poco carente. La nostra realtà politica e amministrativa purtroppo non è da meno.
Si era partiti con l'idea "illusoria" del Bilancio Sociale nel 2008 a cui non si è mai dato seguito (forse a suo tempo solo un pretesto per affidare l'ennesimo incarico di consulenza di € 20.000), per poi arrivare negli ultimi anni a politiche di Bilancio "schizofreniche" con inevitabili ricadute negative sulla qualità dei risultati. E' il caso di ricordare le alterne vicende dell'addizionale irpef (adottata nel 2007, tolta nel 2010 e poi riproposta nel 2011) o, ancora, le tristi vicende dei Bilanci di Previsione approvati negli ultimi 2 anni in estate avanzata. Pessimi esempi di programmazione di risorse ed obiettivi, il più delle volte terreno di contrapposizione politica. Pratiche ben distanti dalle tanto vagheggiate promesse di bilanci partecipativi che avrebbero visto il coinvolgimento di parti sociali, sindacali ed imprenditoriali del territorio. Un processo politico-amministrativo, quello del Bilancio, spesso sottovalutato dai Partiti generalmente interessati a prevedere poste di Bilancio per risolvere problemi di vario genere o rappresentare micro-interessi che, a guardar bene, nel loro insieme non realizzano coerentemente un disegno politico-amministrativo di interesse generale. L'Amministrazione Maffei sotto questo profilo non offre buoni esempi e si caratterizza ancora una volta per incertezza e precarietà. Soldi pubblici che, nelle fasi successive al Bilancio, con atti di Giunta e Determinazioni Dirigenziali si disperdono in tanti rivoli quasi sempre legati al "marketing politico", solo in pochi casi funzionali ad obiettivi strutturali.
Non è semplice rappresentare con dati oggettivi certe tesi. Ma talvolta la lettura attenta di certi dati numerici può essere certamente di aiuto. Numerosi, ad esempio, sono infatti gli spunti che offre l'analisi dell'attività deliberativa della Giunta Comunale, con aggregazione dei dati per settori di attività. Il periodo di riferimento è il 2° semestre del 2011, con complessive 144 delibere approvate (dati: sito web Comune di Barletta). Un quadro di sintesi che tuttavia offre numerosi spunti e delinea in modo sufficientemente rappresentativo il profilo politico e la qualità programmatica dell'Amministrazione Maffei.
Analisi % delle Delibere per Settore/Attività (100 = nr.144 totale delibere)
Un dato certamente eclatante è quello che riguarda l'altissima percentuale delle delibere relative a "contributi e patrocini" vari, ben il 42% del totale. In valore assoluto 60 delibere su 144. Al contrario taluni settori strategici come: Urbanistica, Lavori pubblici, Manutenzione, Attività Produttive, che dovrebbero rappresentare gli ambiti di intervento di maggiore pregio amministrativo e politico qualificando la spesa, sommano insieme l'11% per un totale di 16 delibere su 144.
Un dato allarmante e paradossale, che attiene all'organizzazione della Giunta, riguarda il numero delle delibere che vedono il Sindaco come Assessore proponente: 83 su 144, cioè il 58%, un autentico "fenomeno" ….e gli Assessori, servono? Il chiaro segno di un una tendenza accentratrice di funzioni e di forte "discrezionalità" su talune scelte non strategiche ma di "pura gestione", peraltro in evidente contrasto con la logica più naturale del concetto di delega, quale "attività funzionale all'Amministrazione" da assegnare a ciascun componente della Giunta in relazione al settore di competenza.
Numeri e dati tanto semplici quanto eloquenti sui quali sarebbe molto utile riflettere. Un'esigenza improcrastinabile di chiarezza e verità. Attendiamo buone nuove per i nuovi assetti di Giunta e per il prossimo Bilancio (di cui non si ha notizia), sperando che anche ai cittadini prima o poi venga riconosciuta la concreta possibilità di condividere forme e criteri di utilizzo delle risorse pubbliche.