Eventi
Da Barletta al Quirinale, Pasquale Cascella racconta una vita di giornalismo
Incontro col giornalista barlettano, responsabile alle comunicazioni del presidente Napolitano. «Non c'é contraddizione fra politica e informazione»
Barletta - lunedì 28 maggio 2012
E' una carriera da sempre votata al giornalismo, quella di Pasquale Cascella, barlettano di origine: carriera che lo ha condotto oggi a diventare consigliere per la comunicazione e addetto stampa del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il giornalista, che con la città della Disfida ha sempre mantenuto saldi rapporti affettivi, è stato ospite lo scorso sabato di due appuntamenti. Il primo, organizzato da Michele Borraccino, si è svolto nell'atrio del "condominio tricolore" in via Mascagni numero 1, occasione per le celebrazioni della bandiera italiana, con il coro degli studenti della scuola "San Domenico Savio" e alcuni alunni della scuola "Girondi". Il secondo, organizzato dal Rotary Club di Barletta, presso la sala convegni del ristorante Brigantino 2, è stato momento prezioso per il racconto della carriera giornalistica di Pasquale Cascella, dai suoi esordi tutti barlettani sulle pagine del giornalino scolastico del "Cassandro" fino alle importanti cronache nazionali e il definitivo approdo alla politica.
Da giornalista dalle trasparenti idee politiche, ma votato al dovere dell'informazione, Pasquale Cascella è riuscito sempre a preservare valori come obiettività e imparzialità nel giornalismo. La sua lunga carriera lo ha visto impegnato come notista politico, specializzato quirinalista, cronista parlamentare, fino al ruolo difficile, delicato e complesso al fianco del Capo dello Stato, sempre nell'ombra ma sempre presente. Serietà, professionalità e discrezione sono le caratteristiche che distinguono il suo impegno giornalistico, e che da Barletta lo hanno condotto a importanti collaborazioni sulla stampa nazionale per la rivista "Panorama" e a diversi programmi televisivi in ambito politico-parlamentare come "Telecamere" e "Quinto Potere". Già collaboratore di Napolitano ai tempi della sua presidenza alla Camera dei Depuntati, nonché portavoce di Massimo D'Alema negli anni della sua presidenza al Consiglio dei Ministri, Pasquale Cascella ha raccontato come in realtà non esista contraddizione fra il mestiere di giornalista e l'impegno politico: «Troppo spesso si confondono le istituzioni con la politica, io invece ho sempre considerato la partecipazione ad una parte della politica come l'essere al servizio dell'interesse di tutti. Questa contraddizione in realtà non esiste: si può fare informazione su un giornale, ma anche appartenendo ad una parte politica. In ogni caso ho sempre cercato di fare il mio mestiere, cioè il mestiere dell'informazione».
Nel 2010 Pasquale Cascella è stato insignito del premio "Miglior addetto stampa dell'anno" con la motivazione: Pur nella trasparenza delle sue idee politiche e delle sue tradizioni culturali Cascella è riuscito a preservare valori come l'obiettività e l'imparzialità nelle informazioni, applicando con scrupolo e onestà intellettuale i principi della deontologia giornalistica. Commentando la motivazione del premio, il giornalista Rino Daloiso, moderatore della serata dedicata a Cascella dal titolo "Una vita dedicata al giornalismo", ha lodato Cascella per aver saputo «mettere insieme questa contraddizione: essere obiettivi ma non indifferenti». E' stato poi ricordato l'episodio della morte del poliziotto barlettano Giuseppe Marchisella a Roma nel 1975, primo episodio di cronaca nazionale per cui Cascella fu chiamato ad occuparsene, e da allora poté essere sulla «prima pagina di giornale da oscuro corrispondente di provincia».
Ripercorrendo la sua carriera, dall'impegno sindacalistica alle vicende politiche di Cossiga (che alle 7 di mattina chiamava per «fare le pulci» ai suoi articoli), dalla militanza nell'ala migliorista dell'ex PC all'impegno con Massimo D'Alema («non sono mai stato un dalemiano, ma ho ritenuto straordinaria quella esperienza politica di uomo di governo che riuscì a portare in primo piano, come nessun altro, le questioni del Mezzogiorno»), si è giunto al suo attuale impegno con Napolitano, sottolineando come un ruolo di mediazione quale il suo sia stato importante soprattutto negli ultimi mesi, con la turbolenza che stanno vivendo le alte sfere della politica italiana. Nella convinzione che giornalismo, scrittura e comunicazione siano fondamentali non solo nella politica, ma anche nella vita sociale del paese intero, con l'obiettivo sincero di far sempre la migliore informazione possibile.
Da giornalista dalle trasparenti idee politiche, ma votato al dovere dell'informazione, Pasquale Cascella è riuscito sempre a preservare valori come obiettività e imparzialità nel giornalismo. La sua lunga carriera lo ha visto impegnato come notista politico, specializzato quirinalista, cronista parlamentare, fino al ruolo difficile, delicato e complesso al fianco del Capo dello Stato, sempre nell'ombra ma sempre presente. Serietà, professionalità e discrezione sono le caratteristiche che distinguono il suo impegno giornalistico, e che da Barletta lo hanno condotto a importanti collaborazioni sulla stampa nazionale per la rivista "Panorama" e a diversi programmi televisivi in ambito politico-parlamentare come "Telecamere" e "Quinto Potere". Già collaboratore di Napolitano ai tempi della sua presidenza alla Camera dei Depuntati, nonché portavoce di Massimo D'Alema negli anni della sua presidenza al Consiglio dei Ministri, Pasquale Cascella ha raccontato come in realtà non esista contraddizione fra il mestiere di giornalista e l'impegno politico: «Troppo spesso si confondono le istituzioni con la politica, io invece ho sempre considerato la partecipazione ad una parte della politica come l'essere al servizio dell'interesse di tutti. Questa contraddizione in realtà non esiste: si può fare informazione su un giornale, ma anche appartenendo ad una parte politica. In ogni caso ho sempre cercato di fare il mio mestiere, cioè il mestiere dell'informazione».
Nel 2010 Pasquale Cascella è stato insignito del premio "Miglior addetto stampa dell'anno" con la motivazione: Pur nella trasparenza delle sue idee politiche e delle sue tradizioni culturali Cascella è riuscito a preservare valori come l'obiettività e l'imparzialità nelle informazioni, applicando con scrupolo e onestà intellettuale i principi della deontologia giornalistica. Commentando la motivazione del premio, il giornalista Rino Daloiso, moderatore della serata dedicata a Cascella dal titolo "Una vita dedicata al giornalismo", ha lodato Cascella per aver saputo «mettere insieme questa contraddizione: essere obiettivi ma non indifferenti». E' stato poi ricordato l'episodio della morte del poliziotto barlettano Giuseppe Marchisella a Roma nel 1975, primo episodio di cronaca nazionale per cui Cascella fu chiamato ad occuparsene, e da allora poté essere sulla «prima pagina di giornale da oscuro corrispondente di provincia».
Ripercorrendo la sua carriera, dall'impegno sindacalistica alle vicende politiche di Cossiga (che alle 7 di mattina chiamava per «fare le pulci» ai suoi articoli), dalla militanza nell'ala migliorista dell'ex PC all'impegno con Massimo D'Alema («non sono mai stato un dalemiano, ma ho ritenuto straordinaria quella esperienza politica di uomo di governo che riuscì a portare in primo piano, come nessun altro, le questioni del Mezzogiorno»), si è giunto al suo attuale impegno con Napolitano, sottolineando come un ruolo di mediazione quale il suo sia stato importante soprattutto negli ultimi mesi, con la turbolenza che stanno vivendo le alte sfere della politica italiana. Nella convinzione che giornalismo, scrittura e comunicazione siano fondamentali non solo nella politica, ma anche nella vita sociale del paese intero, con l'obiettivo sincero di far sempre la migliore informazione possibile.