Cronaca
Crollo di via Roma, si torna in aula
Secondo l’accusa i lavori edili non potevano ignorare la palazzina crollata
Barletta - mercoledì 30 ottobre 2013
Si torna in aula per il processo sul crollo della palazzina di Via Roma che conta 15 imputati accusati della morte delle 4 operaie a nero dell'impresa tessile di Savio Cinquepalmi (Matilde Doronzo, Giovanna Sardaro, Antonella Zaza, Tina Cenci) e di sua figlia Maria di 14 anni.
Mercoledì l'udienza vivrà due fasi. La prima dedicata alla pronuncia del tribunale di Trani su alcune questioni preliminari; la seconda per l'escussione di alcuni testi indicati dal pubblico ministero Giuseppe Maralfa: il capitano dei Carabinieri della compagnia di Barletta; l'allora dirigente del Commissariato di Polizia, e 2 marescialli dei vigili urbani. Prima che vengano interrogati, il collegio (Giulia Pavese, Roberta Savelli, Paola Buccelli) dovrà pronunciarsi sulla domanda di costituzione di altre 3 parti civili che intendono aggiungersi al lungo elenco di 42 già presenti in sede di udienza preliminare. Hanno, infatti, chiesto di entrare a far parte del processo il sindacato regionale Uil (è già costituita la CGIL), l'Osservatorio Giulia e Rossella (che ha tra i fini statutari la lotta alle discriminazioni anche in ambito lavorativo) ed il proprietario di un'autovettura danneggiata dal crollo.
Il dibattimento proseguirà giovedì e poi alle udienze del 21 e 28 novembre, del 5, 12 e 19 dicembre. Sul banco degli imputati siedono: Cosimo Giannini, legale rappresentante dell'omonima Srl proprietaria del suolo adiacente la palazzina crollata; Salvatore Chiarulli, legale rappresentante dell'impresa esecutrice dei lavori per la demolizione dell'edificio e la bonifica dell'area attigua; i fratelli-dipendenti Andrea e Giovanni; il dirigente a scavalco dell'Ufficio Tecnico Comunale di Barletta Francesco Gianferrini; l'architetto Giovanni Paparella, ritenuto direttore dei lavori di bonifica dell'area Giannini; il geometra comunale Roberto Mariano; il vigile urbano addetto alla polizia edilizia Giovanni Andriolo; l'ingegnere comunale Rosario Palmitessa; l'ing. Pietro Ceci; il geometra Vincenzo Zagaria; il maresciallo di polizia municipale Alessandro Mancini; il funzionario comunale Valeria Valendino; Antonio Sica, incaricato della sorveglianza del cantiere Giannini e la stessa società a responsabilità limitata chiamata a rispondere dell'illecito amministrativo in riferimento ai reati di omicidio colposo e lesioni colpose.
Le 14 persone fisiche sono accusate di omicidio colposo plurimo e, in relazione ai feriti, anche di lesioni colpose. Alcuni imputati rispondono di altre ipotesi di reato. A seconda dei casi: falso, omissione d'atti d'ufficio, rivelazione di segreto d'ufficio, violazioni della normativa edilizia. Secondo l'accusa, suffragata dall'incidente probatorio, i lavori edili sul suolo Giannini non potevano ignorare la palazzina crollata di Via Roma e quella puntellata di Via De Leon perchè costituenti un unico corpo di fabbrica.
Mercoledì l'udienza vivrà due fasi. La prima dedicata alla pronuncia del tribunale di Trani su alcune questioni preliminari; la seconda per l'escussione di alcuni testi indicati dal pubblico ministero Giuseppe Maralfa: il capitano dei Carabinieri della compagnia di Barletta; l'allora dirigente del Commissariato di Polizia, e 2 marescialli dei vigili urbani. Prima che vengano interrogati, il collegio (Giulia Pavese, Roberta Savelli, Paola Buccelli) dovrà pronunciarsi sulla domanda di costituzione di altre 3 parti civili che intendono aggiungersi al lungo elenco di 42 già presenti in sede di udienza preliminare. Hanno, infatti, chiesto di entrare a far parte del processo il sindacato regionale Uil (è già costituita la CGIL), l'Osservatorio Giulia e Rossella (che ha tra i fini statutari la lotta alle discriminazioni anche in ambito lavorativo) ed il proprietario di un'autovettura danneggiata dal crollo.
Il dibattimento proseguirà giovedì e poi alle udienze del 21 e 28 novembre, del 5, 12 e 19 dicembre. Sul banco degli imputati siedono: Cosimo Giannini, legale rappresentante dell'omonima Srl proprietaria del suolo adiacente la palazzina crollata; Salvatore Chiarulli, legale rappresentante dell'impresa esecutrice dei lavori per la demolizione dell'edificio e la bonifica dell'area attigua; i fratelli-dipendenti Andrea e Giovanni; il dirigente a scavalco dell'Ufficio Tecnico Comunale di Barletta Francesco Gianferrini; l'architetto Giovanni Paparella, ritenuto direttore dei lavori di bonifica dell'area Giannini; il geometra comunale Roberto Mariano; il vigile urbano addetto alla polizia edilizia Giovanni Andriolo; l'ingegnere comunale Rosario Palmitessa; l'ing. Pietro Ceci; il geometra Vincenzo Zagaria; il maresciallo di polizia municipale Alessandro Mancini; il funzionario comunale Valeria Valendino; Antonio Sica, incaricato della sorveglianza del cantiere Giannini e la stessa società a responsabilità limitata chiamata a rispondere dell'illecito amministrativo in riferimento ai reati di omicidio colposo e lesioni colpose.
Le 14 persone fisiche sono accusate di omicidio colposo plurimo e, in relazione ai feriti, anche di lesioni colpose. Alcuni imputati rispondono di altre ipotesi di reato. A seconda dei casi: falso, omissione d'atti d'ufficio, rivelazione di segreto d'ufficio, violazioni della normativa edilizia. Secondo l'accusa, suffragata dall'incidente probatorio, i lavori edili sul suolo Giannini non potevano ignorare la palazzina crollata di Via Roma e quella puntellata di Via De Leon perchè costituenti un unico corpo di fabbrica.