Eventi
Crollo di via Magenta, tra ricordo e mala edilizia
Un incontro per far rivivere le testimonianze
Barletta - giovedì 5 dicembre 2013
18.34
Via Roma, via Canosa, via Magenta. Andando a ritroso nel tempo, partendo dalla tragedia che tutti abbiano vissuto e di cui siamo in parte testimoni, da quel 3 ottobre del crollo di via Roma, si torna indietro sino al 1959, anno del crollo di via Canosa, dove la vera protagonista fu la malaedilizia. Ed è proprio la maledilizia il tema dell'incontro che si è svolto nella serata di ieri presso la chiesa di Sant'Agostino e che ha rievocato il terzo e più antico dei crolli che ricordiamo a Barletta, tra novecento e nuovo millennio. Il crollo di via Magenta risale all'8 dicembre 1952, nel giorno dell'Immacolata, con un bilancio del 17 vittime. Secondo il ricordo del giornalista Nino Vinella, promotore del Gruppo di Lavoro "Barletta Via Canosa 1959-2009", fu storicamente «il primo crollo a catapultare Barletta nella grande cronaca italiana, e ad associare da allora il nome della città alla "mala edilizia" su scala nazionale per bilancio delle vittime e gravità degli episodi».
Accadde nel popoloso quartiere di San Samuele, dove all'improvviso due piccoli fabbricati addossati l'uno all'altro si piegarono interamente su sé stessi, non lasciando scampo alle sei famiglie lì residenti. La violenta pioggia che si abbatté in quei giorni contribuì a peggiorare le precarie condizioni strutturali delle palazzine, abitate da famiglie povere che così persero la casa, il loro bene più prezioso, e la vita, in un caso che – analogamente al crollo di via Roma di due anni fa - catapultò Barletta sulle cronache nazionali.
«Visto che via Magenta appartiene alla nostra comunità parrocchiale, mi sembrava importante fermarci a riflettere su un caso che non tutti conoscono, potendo contare sulla viva testimonianza di don Michele, allora cappellano dell'ospedale civile, che si precipitò sul luogo del crollo appena avvenuto » ha spiegato don Gennaro, parroco della chiesa di Sant'Agostino, per introdurre l'evento. «Ricordare ci serve per imparare dalla nostra storia e anche dai nostri errori. Eppure dopo il '52, analoghe tragedia sono ricapitate nel '59 e nel 2011: allora mi chiedo, forse non abbiamo imparato niente? ».
Nino Vinella ha introdotto poi fotografie e testimonianze dell'epoca: «Indagare nella storia può risultare scomodo, perché si rischia di invadere l'intimità di famiglie che ancora avvertono il dolore della perdita dei propri cari«. «Rispetto ai due casi successivi, questo crollo è ancora più difficile da raccontare, se non grazie ai preziosi documenti dell'Archivio di Stato. La speranza è che si apra un nuovo gruppo di ricerca e di recupero storico del crollo di via Magenta».
Sinonimi di mala edilizia sono incuria, irresponsabilità, errori umani, ma dalla storia ci deriva anche la consapevolezza di quanto certe ferite brucino ancora nonostante il passare degli anni. Anche la storia diventa così indagine e lente di ingrandimento su una realtà che sembra non essere cambiata dopo decenni.
Accadde nel popoloso quartiere di San Samuele, dove all'improvviso due piccoli fabbricati addossati l'uno all'altro si piegarono interamente su sé stessi, non lasciando scampo alle sei famiglie lì residenti. La violenta pioggia che si abbatté in quei giorni contribuì a peggiorare le precarie condizioni strutturali delle palazzine, abitate da famiglie povere che così persero la casa, il loro bene più prezioso, e la vita, in un caso che – analogamente al crollo di via Roma di due anni fa - catapultò Barletta sulle cronache nazionali.
«Visto che via Magenta appartiene alla nostra comunità parrocchiale, mi sembrava importante fermarci a riflettere su un caso che non tutti conoscono, potendo contare sulla viva testimonianza di don Michele, allora cappellano dell'ospedale civile, che si precipitò sul luogo del crollo appena avvenuto » ha spiegato don Gennaro, parroco della chiesa di Sant'Agostino, per introdurre l'evento. «Ricordare ci serve per imparare dalla nostra storia e anche dai nostri errori. Eppure dopo il '52, analoghe tragedia sono ricapitate nel '59 e nel 2011: allora mi chiedo, forse non abbiamo imparato niente? ».
Nino Vinella ha introdotto poi fotografie e testimonianze dell'epoca: «Indagare nella storia può risultare scomodo, perché si rischia di invadere l'intimità di famiglie che ancora avvertono il dolore della perdita dei propri cari«. «Rispetto ai due casi successivi, questo crollo è ancora più difficile da raccontare, se non grazie ai preziosi documenti dell'Archivio di Stato. La speranza è che si apra un nuovo gruppo di ricerca e di recupero storico del crollo di via Magenta».
Sinonimi di mala edilizia sono incuria, irresponsabilità, errori umani, ma dalla storia ci deriva anche la consapevolezza di quanto certe ferite brucino ancora nonostante il passare degli anni. Anche la storia diventa così indagine e lente di ingrandimento su una realtà che sembra non essere cambiata dopo decenni.