Politica
«Cosa ci manca?», la cultura di Barletta secondo Giusy Caroppo
Intervista all’assessore alle politiche dell'identità culturale. Estate barlettana, De Nittis, Disfida e i motivi della scelta nella giunta Cascella
Barletta - venerdì 2 agosto 2013
16.16
Barletta è assetata di cultura. Risorsa dalle infinite potenzialità ma spesso trascurata, la parola "cultura" a Barletta è sinonimo di arte (su tutti primeggia il tesoro pittorico del De Nittis), di storia (quella monumentale, legata al castello, ai vicoli del centro storico, alle chiese antiche), di talenti di tutti i generi (teatro, musica, associazioni culturali). A sovrintendere questo settore tanto complesso quanto ricco, il sindaco Pasquale Cascella ha scelto Giusy Caroppo, impegnata da anni nel settore da professionista.
Prima da addetta ai lavori nel settore culturale, adesso da componente della giunta comunale, qual è la sua opinione sulla situazione culturale di Barletta?
«Credo che a Barletta sia necessario fare una distinzione tra livello culturale dei barlettani e offerta cultuale… Credo che ci sia una bella fetta della città che può essere definita "colta", e lo si nota nel riscontro che la musica, il teatro, le mostre, gli incontri culturali - da sempre - trovano nella cittadinanza. Ritengo che, invece, l'offerta culturale sia stata un po' troppo auto-referenziale e destinata a un target limitato di cittadini, sia per età che per formazione culturale».
Il suo nome, come assessore alla cultura, è stato uno degli ultimi ad essere reso noto, nonché uno dei nomi meno "politici" della giunta Cascella, se così possiamo dire. Come è arrivata questa nomina e con quale sentimento sta affrontando questo nuovo ruolo?
«Credo che il Sindaco Cascella, che ebbi modo di incrociare durante la campagna elettorale, invitata da Cinzia Dicorato per fare il punto sulla situazione dei nostri Beni Culturali, sia rimasto colpito dalla mia presentazione in power point, poco convenzionale, nella quale, dopo aver elencato le innumerevoli risorse culturali, architettoniche e turistiche della citta, concludevo il lavoro, ponendo una domanda ai Barlettani: "Cosa ci manca???" Pasquale Cascella ribadì quell'interrogativo durante la conferenza programmatica prima del ballottaggio. Questo mi fece onore; tuttavia non pensavo poi potesse coinvolgermi in questa avventura. Certamente avrà contato l'essere un serio "tecnico": si diceva che il sindaco neo eletto avesse chiesto curricula per formare la propria squadra. Evidentemente il mio gli è sembrato particolarmente calibrato sulle esigenze della città. Un invito che ho accolto con una certa emozione e quasi come una sfida…chiaramente ho sùbito sentito il peso della responsabilità».
Operativamente, qual è il primo punto su cui ha cominciato a lavorare come assessore?
«La prima operazione che ho fatto è accertarmi della situazione degli uffici e studiare l'organigramma dei settori di mia competenza: sono tutti volitivi funzionari e collaboratori che avevo modo di conoscere quando ero un semplice operatore culturale che si affacciava agli uffici per trovare risposte. Certo, il nostro vulcanico Sindaco non mi ha lasciato molto tempo per riflettere… ed ha trovato un alleato nel materializzare quelli che potevano restare solo desideri: in primis riportare alla città la collezione De Nittis ed organizzare la cosidetta "estate barlettana", il tutto con scarse finanze e in tempi strettissimi».
L'estate è ormai pienamente inoltrata, e con un po' di ritardo è stato diramato il cartellone 2013 dell'estate barlettana, all'insegna della spending review. Nel contempo si avvertono tuttora gli strascichi delle iniziative dello scorso anno, con i mancati pagamenti alle diverse associazioni culturali, ancora in fermento polemico verso l'amministrazione. Come tenterete di risolvere questo stallo, senza trascurare l'offerta turistica per la città?
«L'estate c'è ed è partita anche se non "ufficializzata" da una conferenza stampa. Ho pensato ad una estate denominata "FUORI TUTTO", imbastendola con i progetti inviati dalle organizzazioni locali, che ho trovato sulla mia scrivania fin da subito. La mia attività di art director di un'associazione mi ha aiutata nel costruire un programma interdisciplinare ed anche a trovare delle formule di convenzione che potessero essere subito condivise dall'attuale "rigida" ragioneria comunale. Formule che tutelassero il Comune di Barletta da eventuali debiti fuori bilancio, come avvenuto lo scorso anno per la "Notte Bianca", appunto, ma che mettesse a riparo anche le associazioni organizzatrici delle iniziative, che così sono tutelate dal rischio di mere promesse. Questo momento di confronto con le associazioni e gli operatori culturali è stato utile sia per me, perché ho incontrato realtà che non conoscevo, sia per loro, in quanto i nostri funzionari hanno fatto da guida nel perfezionamento dei piani finanziari e delle istanze, onde evitare gli errori del passato. Comunque, coprire i debiti fuori bilancio del 2012 non sarà facile…ci sono situazioni molto diverse tra loro e poi dovremo "tirare la cinghia" per poter soddisfare queste realtà in sofferenza».
Lei è stata curatrice e promotrice di una serie di prestigiose mostre presso la pinacoteca di Palazzo della Marra. A Barletta sono appena rientrati i quadri del De Nittis, in prestito a Padova per la mostra a lui dedicata, con una nuova esposizione dedicata al centenario della donazione di Leontine: per riproporre invece qui proprio quella mostra, sembrerebbero mancare contributi pubblici, ma la volontà dell'amministrazione sembra più che positiva. Farete un tentativo per questa splendida mostra? «Sì, ho portato Jan Fabre – il primo artista contemporaneo ad avere a propria disposizione 40 sale del Louvre – al Palazzo della Marra. Tuttavia il Palazzo ha una clausola che impedirebbe questa tipologia di mostre, limitandole a quelle di ambito moderno e non contemporaneo. Ma variare la programmazione può far vivere il palazzo anche in momenti di stasi e senza grandi budget. Le mostre che si sono succedute al Palazzo della Marra, pur pregevoli, sono state sempre molto onerose per le casse comunali. Meno oneroso sarebbe stato il ritorno a Barletta della mostra di Padova, per la quale comunque era stato previsto nel bilancio comunale uno stanziamento di circa 100.000 euro, a fronte di altri 80.000 richiesti alla Regione Puglia sul Bando Attività Culturali 2013; a questi si sarebbero dovuti aggiungere altri finanziamenti pubblici e privati. In un momento così difficile – fermo restando che peraltro questi finanziamenti, che sembravano certi, rintracciati nel bilancio "di previsione", durante la recente nostra verifica, non erano "effettivamente" nelle casse comunali (tra l'altro, la Regione non ha ammesso a finanziamento il progetto) - credo sia difficile pensare di riportarla qui così com'era, per lo meno in tempi brevi. Certo, bisognerà pensare ad una programmazione per il Museo che sia all'altezza della sua storia recente, che metta al centro "De Nittis" come fulcro ispiratore, ma che eviti alcune defaillances del passato (come la condivisione della vecchia amministrazione relativamente all'acquisizione della "Signora napoletana"); ovvero vorrei ci fosse maggiore attenzione per la ricerca scientifica e per progetti innovativi, anche legati all'antico. Sono stata onorata di sentire dal Ministro Massimo Bray che il valore aggiunto de "LA COLLEZIONE DE NITTIS, un dono alla città" sia proprio il taglio "contemporaneo" dato all'esposizione».
Una parola sulla Disfida di Barletta: nota dolente o potenzialità da rivalutare?
«Non è assolutamente una nota dolente: il mio assessorato è "alle politiche dell'Identità culturale". Quindi come non pensare alla Disfida? Però la Disfida si può "ri-pensare". Ad esempio stiamo cercando di restaurare gli splendidi costumi del certame per farne una bella mostra e questo sapiente e delicato lavoro lo abbiamo commissionato ad un gruppo di sarte barlettane, riunite in associazione. Poi c'è il teatro, sperimentale, satirico, vernacolare… sicuramente sarà coinvolto in un evento che andrà a confluire in una sorta di festa di fine estate, inglobando anche la consunta "notte bianca" . Sarà l'occasione per coinvolgere anche quelle realtà che sono rimaste escluse dalle iniziative estive, alle quali chiediamo progetti "fattibili" per questa inedita occasione. L'anno prossimo, con più tempo a disposizione, si potrà e dovrà fare di meglio e di più, sempre che i fondi comunali, in costante diminuzione per la riduzione dei trasferimenti dallo Stato e per i vincoli del patto di stabilità, ce lo consentano».
Come stanno procedendo i lavori con i suoi colleghi di giunta? Il sindaco Cascella vi ha definiti una vera e propria "squadra", pur essendo professionalità molto diverse: quale feedback ha avuto dagli altri assessori, e anche dal sindaco Cascella?
«Credo che l'acuta scelta di Cascella di individuare anche gli assessori di estrazione "politica" guardando a curriculum e competenza, sia il valore aggiunto della squadra. E poi ci siamo trovati subito in sintonia, sarà anche perché la simpatia, l'equilibrio e l'esperienza di alcuni, Ugo Villani su tutti, aiuta a fare amalgama, necessario per far lavorare insieme persone che in alcuni non si erano mai conosciute prima. Così riusciamo a superare le difficoltà nello scontrarci con le rigidità burocratiche della macchina amministrativa che spesso ci scoraggiano, noi tutti abituati- nel nostra professione abituale - a raggiungere caparbiamente e presto gli obiettivi».
Prima da addetta ai lavori nel settore culturale, adesso da componente della giunta comunale, qual è la sua opinione sulla situazione culturale di Barletta?
«Credo che a Barletta sia necessario fare una distinzione tra livello culturale dei barlettani e offerta cultuale… Credo che ci sia una bella fetta della città che può essere definita "colta", e lo si nota nel riscontro che la musica, il teatro, le mostre, gli incontri culturali - da sempre - trovano nella cittadinanza. Ritengo che, invece, l'offerta culturale sia stata un po' troppo auto-referenziale e destinata a un target limitato di cittadini, sia per età che per formazione culturale».
Il suo nome, come assessore alla cultura, è stato uno degli ultimi ad essere reso noto, nonché uno dei nomi meno "politici" della giunta Cascella, se così possiamo dire. Come è arrivata questa nomina e con quale sentimento sta affrontando questo nuovo ruolo?
«Credo che il Sindaco Cascella, che ebbi modo di incrociare durante la campagna elettorale, invitata da Cinzia Dicorato per fare il punto sulla situazione dei nostri Beni Culturali, sia rimasto colpito dalla mia presentazione in power point, poco convenzionale, nella quale, dopo aver elencato le innumerevoli risorse culturali, architettoniche e turistiche della citta, concludevo il lavoro, ponendo una domanda ai Barlettani: "Cosa ci manca???" Pasquale Cascella ribadì quell'interrogativo durante la conferenza programmatica prima del ballottaggio. Questo mi fece onore; tuttavia non pensavo poi potesse coinvolgermi in questa avventura. Certamente avrà contato l'essere un serio "tecnico": si diceva che il sindaco neo eletto avesse chiesto curricula per formare la propria squadra. Evidentemente il mio gli è sembrato particolarmente calibrato sulle esigenze della città. Un invito che ho accolto con una certa emozione e quasi come una sfida…chiaramente ho sùbito sentito il peso della responsabilità».
Operativamente, qual è il primo punto su cui ha cominciato a lavorare come assessore?
«La prima operazione che ho fatto è accertarmi della situazione degli uffici e studiare l'organigramma dei settori di mia competenza: sono tutti volitivi funzionari e collaboratori che avevo modo di conoscere quando ero un semplice operatore culturale che si affacciava agli uffici per trovare risposte. Certo, il nostro vulcanico Sindaco non mi ha lasciato molto tempo per riflettere… ed ha trovato un alleato nel materializzare quelli che potevano restare solo desideri: in primis riportare alla città la collezione De Nittis ed organizzare la cosidetta "estate barlettana", il tutto con scarse finanze e in tempi strettissimi».
L'estate è ormai pienamente inoltrata, e con un po' di ritardo è stato diramato il cartellone 2013 dell'estate barlettana, all'insegna della spending review. Nel contempo si avvertono tuttora gli strascichi delle iniziative dello scorso anno, con i mancati pagamenti alle diverse associazioni culturali, ancora in fermento polemico verso l'amministrazione. Come tenterete di risolvere questo stallo, senza trascurare l'offerta turistica per la città?
«L'estate c'è ed è partita anche se non "ufficializzata" da una conferenza stampa. Ho pensato ad una estate denominata "FUORI TUTTO", imbastendola con i progetti inviati dalle organizzazioni locali, che ho trovato sulla mia scrivania fin da subito. La mia attività di art director di un'associazione mi ha aiutata nel costruire un programma interdisciplinare ed anche a trovare delle formule di convenzione che potessero essere subito condivise dall'attuale "rigida" ragioneria comunale. Formule che tutelassero il Comune di Barletta da eventuali debiti fuori bilancio, come avvenuto lo scorso anno per la "Notte Bianca", appunto, ma che mettesse a riparo anche le associazioni organizzatrici delle iniziative, che così sono tutelate dal rischio di mere promesse. Questo momento di confronto con le associazioni e gli operatori culturali è stato utile sia per me, perché ho incontrato realtà che non conoscevo, sia per loro, in quanto i nostri funzionari hanno fatto da guida nel perfezionamento dei piani finanziari e delle istanze, onde evitare gli errori del passato. Comunque, coprire i debiti fuori bilancio del 2012 non sarà facile…ci sono situazioni molto diverse tra loro e poi dovremo "tirare la cinghia" per poter soddisfare queste realtà in sofferenza».
Lei è stata curatrice e promotrice di una serie di prestigiose mostre presso la pinacoteca di Palazzo della Marra. A Barletta sono appena rientrati i quadri del De Nittis, in prestito a Padova per la mostra a lui dedicata, con una nuova esposizione dedicata al centenario della donazione di Leontine: per riproporre invece qui proprio quella mostra, sembrerebbero mancare contributi pubblici, ma la volontà dell'amministrazione sembra più che positiva. Farete un tentativo per questa splendida mostra? «Sì, ho portato Jan Fabre – il primo artista contemporaneo ad avere a propria disposizione 40 sale del Louvre – al Palazzo della Marra. Tuttavia il Palazzo ha una clausola che impedirebbe questa tipologia di mostre, limitandole a quelle di ambito moderno e non contemporaneo. Ma variare la programmazione può far vivere il palazzo anche in momenti di stasi e senza grandi budget. Le mostre che si sono succedute al Palazzo della Marra, pur pregevoli, sono state sempre molto onerose per le casse comunali. Meno oneroso sarebbe stato il ritorno a Barletta della mostra di Padova, per la quale comunque era stato previsto nel bilancio comunale uno stanziamento di circa 100.000 euro, a fronte di altri 80.000 richiesti alla Regione Puglia sul Bando Attività Culturali 2013; a questi si sarebbero dovuti aggiungere altri finanziamenti pubblici e privati. In un momento così difficile – fermo restando che peraltro questi finanziamenti, che sembravano certi, rintracciati nel bilancio "di previsione", durante la recente nostra verifica, non erano "effettivamente" nelle casse comunali (tra l'altro, la Regione non ha ammesso a finanziamento il progetto) - credo sia difficile pensare di riportarla qui così com'era, per lo meno in tempi brevi. Certo, bisognerà pensare ad una programmazione per il Museo che sia all'altezza della sua storia recente, che metta al centro "De Nittis" come fulcro ispiratore, ma che eviti alcune defaillances del passato (come la condivisione della vecchia amministrazione relativamente all'acquisizione della "Signora napoletana"); ovvero vorrei ci fosse maggiore attenzione per la ricerca scientifica e per progetti innovativi, anche legati all'antico. Sono stata onorata di sentire dal Ministro Massimo Bray che il valore aggiunto de "LA COLLEZIONE DE NITTIS, un dono alla città" sia proprio il taglio "contemporaneo" dato all'esposizione».
Una parola sulla Disfida di Barletta: nota dolente o potenzialità da rivalutare?
«Non è assolutamente una nota dolente: il mio assessorato è "alle politiche dell'Identità culturale". Quindi come non pensare alla Disfida? Però la Disfida si può "ri-pensare". Ad esempio stiamo cercando di restaurare gli splendidi costumi del certame per farne una bella mostra e questo sapiente e delicato lavoro lo abbiamo commissionato ad un gruppo di sarte barlettane, riunite in associazione. Poi c'è il teatro, sperimentale, satirico, vernacolare… sicuramente sarà coinvolto in un evento che andrà a confluire in una sorta di festa di fine estate, inglobando anche la consunta "notte bianca" . Sarà l'occasione per coinvolgere anche quelle realtà che sono rimaste escluse dalle iniziative estive, alle quali chiediamo progetti "fattibili" per questa inedita occasione. L'anno prossimo, con più tempo a disposizione, si potrà e dovrà fare di meglio e di più, sempre che i fondi comunali, in costante diminuzione per la riduzione dei trasferimenti dallo Stato e per i vincoli del patto di stabilità, ce lo consentano».
Come stanno procedendo i lavori con i suoi colleghi di giunta? Il sindaco Cascella vi ha definiti una vera e propria "squadra", pur essendo professionalità molto diverse: quale feedback ha avuto dagli altri assessori, e anche dal sindaco Cascella?
«Credo che l'acuta scelta di Cascella di individuare anche gli assessori di estrazione "politica" guardando a curriculum e competenza, sia il valore aggiunto della squadra. E poi ci siamo trovati subito in sintonia, sarà anche perché la simpatia, l'equilibrio e l'esperienza di alcuni, Ugo Villani su tutti, aiuta a fare amalgama, necessario per far lavorare insieme persone che in alcuni non si erano mai conosciute prima. Così riusciamo a superare le difficoltà nello scontrarci con le rigidità burocratiche della macchina amministrativa che spesso ci scoraggiano, noi tutti abituati- nel nostra professione abituale - a raggiungere caparbiamente e presto gli obiettivi».