Politica
Congresso Pd: esiti già scritti nella Bat e a Barletta
Agostino Cafagna e Franco Ferrara segretari in pectore
Barletta - sabato 26 ottobre 2013
14.00
Un congresso cittadino del Pd, in un surreale silenzio pre-congressuale, è quello che si sarebbe dovuto aprire questa mattina a Barletta, slittato poi ad oggi pomeriggio. L'esito appare, alla vigilia del voto degli iscritti, però già segnato. Per la convergenza di tutto il partito sul nome di Franco Ferrara (già membro degli ultimi direttivi del partito, nonché dell'ultima segreteria cittadina, con Stefano Chiarello), ci sarebbe solo da attendere l'ufficialità della presentazione della candidatura unitaria, che avverrà oggi quando finalmente il congresso si insedierà.
L'ultimo congresso cittadino, di 20 mesi fa, che confermò quello che fu poi diffusamente definito "mostro a tre teste", fu anticipato comunque da un dibattito pre-congressuale, anche sugli organi di stampa, tra prima lettera di iscritti (che fu sottoscritta, da Antonio Divincenzo, oggi assessore, ieri assessore e candidato segretario dell'area Maffei, da Agostino Cafagna, oggi prossimo segretario provinciale, e tra gli altri da Giuliana Damato, Assuntela Messina, Paola Nasca, e dagli ora ex Michele Lasala e Franco Ruta), seconda lettera di iscritti (sottoscritta da Stefano Chiarello, che sarebbe diventato il segretario, e tra gli altri, da Franco Ferrara, che sarà il prossimo segretario) e conferenza stampa Modem (Mennea, Cascella, Ruta, Bruno, Lattanzio, a sostegno della candidata Caterina Spadafora). Oggi a regnare è il silenzio pubblico, surreale e ingiustificabile, nel periodo pre-congressuale di un Pd, risultato ancora partito maggioranza relativa alle ultime amministrative, dal quale dovrebbe quindi venire il maggior impulso alla vita politico-amministrativa della città.
Ora, dopo 11 mesi di commissariamento (l'art. 20, dello statuto Pd regionale dice che "la gestione commissariale non può avere durata superiore a tre mesi, alla cui decorrenza consegue il ripristino delle funzioni degli organi commissariati"), retto dal segretario uscente Andrea Patruno, il partito tornerà ad una segreteria. Le domande comunque restano le stesse, anche di fronte ad una solo formale unità. Da domani sera in poi, in cosa si trasformerà la tregua regnata finora? Quale sarà la gestione del gruppo consiliare, del partito, dei rapporto tra essi, e con la Giunta e il Sindaco?
Patruno esce di scena, oltre che come commissario cittadino, anche da segretario provinciale. Prima ricandidatosi, poi, rimasto senza più il sostegno nè di Boccia nè di Caracciolo, ed infine ritiratosi. "Ricordo a tutti articolo 12 comma 4, condiviso il 27 settembre ed archiviato fra il 9 e 11 ottobre..." aveva scritto giorni fa su Facebook, in riferimento al regolamento del congresso, che vieta la possibilità che le candidature territoriali siano riconducibili a quelle nazionali. Patruno, certo di una gara persa in partenza, che ha scelto poi di alzare bandiera bianca e di ritirarsi, appoggiando Antonella Cusmai, a sua volta sostenuta da Mennea. Un groviglio generale di pseudo-alleanze, che sul piano politico hanno dell'incredibile, oltre che essere prive di coerenza e credibilità, che oggi sembra così liquefarsi o di contro, paradossalmente acuirsi, con il materializzarsi, anche a livello provinciale, della candidatura unica del barlettano Agostino Cafagna, appoggiato da Boccia e Caracciolo, sul quale ora, con il ritiro delle candidature della stessa Cusmai e di Annamaria Palladino, andrà a convergere tutto il partito.
Questa mattina, sulla litoranea di Levante, solo capannelli. Tra i presenti: del Pd, gli ormai già segretari, Agostino Cafagna (per la Bat) e Franco Ferrara (per Barletta), il commissario uscente Patruno, il consiglieri regionali Caracciolo e Mennea, la presidente del consiglio comunale Peschechera, l'assessore Divincenzo, i consiglieri comunali Cosimo Bruno, Rosa Cascella, Giuliana Damato, Nicola Ruta, l'ex segretario cittadino Chiarello, l'ex vicesegretaria Caterina Spadafora, la già candidata alle parlamentarie, Assuntela Messina, gli ex assessori Michelangelo Lattanzio e Pasquale Corcella; poi, l'ex assessore Pasquale Guerrieri, il già candidato sindaco alle scorse amministrative (fuoriuscito, che ha tentato di rientrare nel Pd) Tupputi, il consiglieri comunali Lanotte, Mazzarisi, Calabrese, l'ex vicesindaco Antonio Cannito.
All'interno, una sala desolatamente vuota. Un militante, l'unico in quel momento che stava terminando di attaccare un manifesto, mi ha chiesto una mano, per mantenere il foglio, mentre lui lo attaccava. Il tutto, slittato ad oggi pomeriggio. Che poi, chiunque potrebbe chiedersi: perché, se questo tutto era già scritto?
L'ultimo congresso cittadino, di 20 mesi fa, che confermò quello che fu poi diffusamente definito "mostro a tre teste", fu anticipato comunque da un dibattito pre-congressuale, anche sugli organi di stampa, tra prima lettera di iscritti (che fu sottoscritta, da Antonio Divincenzo, oggi assessore, ieri assessore e candidato segretario dell'area Maffei, da Agostino Cafagna, oggi prossimo segretario provinciale, e tra gli altri da Giuliana Damato, Assuntela Messina, Paola Nasca, e dagli ora ex Michele Lasala e Franco Ruta), seconda lettera di iscritti (sottoscritta da Stefano Chiarello, che sarebbe diventato il segretario, e tra gli altri, da Franco Ferrara, che sarà il prossimo segretario) e conferenza stampa Modem (Mennea, Cascella, Ruta, Bruno, Lattanzio, a sostegno della candidata Caterina Spadafora). Oggi a regnare è il silenzio pubblico, surreale e ingiustificabile, nel periodo pre-congressuale di un Pd, risultato ancora partito maggioranza relativa alle ultime amministrative, dal quale dovrebbe quindi venire il maggior impulso alla vita politico-amministrativa della città.
Ora, dopo 11 mesi di commissariamento (l'art. 20, dello statuto Pd regionale dice che "la gestione commissariale non può avere durata superiore a tre mesi, alla cui decorrenza consegue il ripristino delle funzioni degli organi commissariati"), retto dal segretario uscente Andrea Patruno, il partito tornerà ad una segreteria. Le domande comunque restano le stesse, anche di fronte ad una solo formale unità. Da domani sera in poi, in cosa si trasformerà la tregua regnata finora? Quale sarà la gestione del gruppo consiliare, del partito, dei rapporto tra essi, e con la Giunta e il Sindaco?
Patruno esce di scena, oltre che come commissario cittadino, anche da segretario provinciale. Prima ricandidatosi, poi, rimasto senza più il sostegno nè di Boccia nè di Caracciolo, ed infine ritiratosi. "Ricordo a tutti articolo 12 comma 4, condiviso il 27 settembre ed archiviato fra il 9 e 11 ottobre..." aveva scritto giorni fa su Facebook, in riferimento al regolamento del congresso, che vieta la possibilità che le candidature territoriali siano riconducibili a quelle nazionali. Patruno, certo di una gara persa in partenza, che ha scelto poi di alzare bandiera bianca e di ritirarsi, appoggiando Antonella Cusmai, a sua volta sostenuta da Mennea. Un groviglio generale di pseudo-alleanze, che sul piano politico hanno dell'incredibile, oltre che essere prive di coerenza e credibilità, che oggi sembra così liquefarsi o di contro, paradossalmente acuirsi, con il materializzarsi, anche a livello provinciale, della candidatura unica del barlettano Agostino Cafagna, appoggiato da Boccia e Caracciolo, sul quale ora, con il ritiro delle candidature della stessa Cusmai e di Annamaria Palladino, andrà a convergere tutto il partito.
Questa mattina, sulla litoranea di Levante, solo capannelli. Tra i presenti: del Pd, gli ormai già segretari, Agostino Cafagna (per la Bat) e Franco Ferrara (per Barletta), il commissario uscente Patruno, il consiglieri regionali Caracciolo e Mennea, la presidente del consiglio comunale Peschechera, l'assessore Divincenzo, i consiglieri comunali Cosimo Bruno, Rosa Cascella, Giuliana Damato, Nicola Ruta, l'ex segretario cittadino Chiarello, l'ex vicesegretaria Caterina Spadafora, la già candidata alle parlamentarie, Assuntela Messina, gli ex assessori Michelangelo Lattanzio e Pasquale Corcella; poi, l'ex assessore Pasquale Guerrieri, il già candidato sindaco alle scorse amministrative (fuoriuscito, che ha tentato di rientrare nel Pd) Tupputi, il consiglieri comunali Lanotte, Mazzarisi, Calabrese, l'ex vicesindaco Antonio Cannito.
All'interno, una sala desolatamente vuota. Un militante, l'unico in quel momento che stava terminando di attaccare un manifesto, mi ha chiesto una mano, per mantenere il foglio, mentre lui lo attaccava. Il tutto, slittato ad oggi pomeriggio. Che poi, chiunque potrebbe chiedersi: perché, se questo tutto era già scritto?