Associazioni
«Con la passione si supera tutto»
“Fatti di sogni”, nelle parole di Imma Incantalupo e Katia Falanga. «Barletta ha una mentalità ristretta»
Barletta - domenica 6 gennaio 2013
"Fatti di sogni" è la compagnia teatrale ideata da Imma Incantalupo e Katia Falanga, giovani ragazze barlettane con la passione per il teatro e la recitazione. In questi giorni hanno portato in scena il musical "Una Bella, una Bestia, una Rosa", ispirato al noto "La bella e la bestia". Katia e Imma sono anche le responsabili della compagnia, curano la regia degli spettacoli, le parti canore e le coreografie, dipingono le scenografie, creano i costumi, con l'apporto di tutti i ragazzi che volontariamente e in maniera spontanea si dedicano a questa passione.
Come è nata la compagnia teatrale "Fatti di sogni"? Perchè avete scelto questo nome?
Katia: «E' nata da una passione che avevamo fin da piccole. Siamo sul palco da dodici anni e abbiamo creato la compagnia per permettere ad altri appassionati di teatro di crescere insieme».
Imma: «Il nome della compagnia riprende la frase di Shakespeare: "Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni". Questa frase ci ha sempre affascinate».
"Una Bella, una Bestia e una Rosa" è il primo lavoro che mettete in scena?
Imma: «Abbiamo rappresentato anche i musical "Notre Dame de Paris", "Caino e Abele", "Madre Teresa". Da quattro anni siamo passati al musical».
Perché avete scelto il musical come forma teatrale?
Katia: «Col musical possiamo esprimere sia la danza, che il canto. Il musical ci completa, cosa che non sarebbe possibile con la commedia».
Perché avete scelto di ispirarvi a "La Bella e la Bestia"?
Imma: «Perché è una fiaba, che può risvegliare la magia nel cuore di bambini e adulti, legati come noi ai classici Disney. Ci è sembrata una bella fiaba da mettere in scena».
Katia: «Inoltre è stato divertente interpretare la parte più difficile della fiaba, ovvero rendere reali e umani gli oggetti, anche da un punto di vista sartoriale. Per la prima volta abbiamo realizzato delle grandi scenografie».
Quali sono state le difficoltà?
Imma: «Far capire agli attori più giovani il sacrificio delle continue prove, ma alla fine i risultati ci sono stati».
Katia: «Le difficoltà economiche e logistiche si superano, fanno parte del teatro. Alla fine, con la passione si supera tutto».
La vostra passione trova riscontri a Barletta?
Imma: «Nessuno è profeta in patria, la gente è prevenuta nei nostri confronti. Al contrario, molte persone sono venute da Bari e Bisceglie per assistere ai nostri spettacoli. Abbiamo maggiori riscontri dal pubblico dei paesi vicini che dai nostri stessi concittadini».
Katia: «Barletta ha una mentalità ristretta, a differenza di altri paesi».
Una "accademica attrice barlettana" mi riferiva che nelle associazioni teatrali non ci sono veri attori. Che ne pensate?
Katia: «Abbiamo studiato teatro dai tempi delle scuola, con registi come Michele D'Enrico. Io ho studiato presso l'accademia di Giampiero Borgia. Non è il pezzo di carta che rende attore, ma la capacità».
Imma: «Non siamo partite da zero. Ciò che abbiamo imparato, lo tramandiamo ai componenti della compagnia. Vogliamo migliorarci a livello canoro e artistico, non ci fermeremo».
Si ritiene che gli attori siano snob, voi lo siete?
Katia: «Spesso gli attori sono snob, noi vogliamo far tornare il teatro tra la gente. La nostra compagnia teatrale si differenzia dalle altre, tutti sono capaci di fare qualcosa, senza escludere nessuno».
Imma: «Ognuno sa fare qualcosa, tutti sono determinanti».
Come è nata la compagnia teatrale "Fatti di sogni"? Perchè avete scelto questo nome?
Katia: «E' nata da una passione che avevamo fin da piccole. Siamo sul palco da dodici anni e abbiamo creato la compagnia per permettere ad altri appassionati di teatro di crescere insieme».
Imma: «Il nome della compagnia riprende la frase di Shakespeare: "Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni". Questa frase ci ha sempre affascinate».
"Una Bella, una Bestia e una Rosa" è il primo lavoro che mettete in scena?
Imma: «Abbiamo rappresentato anche i musical "Notre Dame de Paris", "Caino e Abele", "Madre Teresa". Da quattro anni siamo passati al musical».
Perché avete scelto il musical come forma teatrale?
Katia: «Col musical possiamo esprimere sia la danza, che il canto. Il musical ci completa, cosa che non sarebbe possibile con la commedia».
Perché avete scelto di ispirarvi a "La Bella e la Bestia"?
Imma: «Perché è una fiaba, che può risvegliare la magia nel cuore di bambini e adulti, legati come noi ai classici Disney. Ci è sembrata una bella fiaba da mettere in scena».
Katia: «Inoltre è stato divertente interpretare la parte più difficile della fiaba, ovvero rendere reali e umani gli oggetti, anche da un punto di vista sartoriale. Per la prima volta abbiamo realizzato delle grandi scenografie».
Quali sono state le difficoltà?
Imma: «Far capire agli attori più giovani il sacrificio delle continue prove, ma alla fine i risultati ci sono stati».
Katia: «Le difficoltà economiche e logistiche si superano, fanno parte del teatro. Alla fine, con la passione si supera tutto».
La vostra passione trova riscontri a Barletta?
Imma: «Nessuno è profeta in patria, la gente è prevenuta nei nostri confronti. Al contrario, molte persone sono venute da Bari e Bisceglie per assistere ai nostri spettacoli. Abbiamo maggiori riscontri dal pubblico dei paesi vicini che dai nostri stessi concittadini».
Katia: «Barletta ha una mentalità ristretta, a differenza di altri paesi».
Una "accademica attrice barlettana" mi riferiva che nelle associazioni teatrali non ci sono veri attori. Che ne pensate?
Katia: «Abbiamo studiato teatro dai tempi delle scuola, con registi come Michele D'Enrico. Io ho studiato presso l'accademia di Giampiero Borgia. Non è il pezzo di carta che rende attore, ma la capacità».
Imma: «Non siamo partite da zero. Ciò che abbiamo imparato, lo tramandiamo ai componenti della compagnia. Vogliamo migliorarci a livello canoro e artistico, non ci fermeremo».
Si ritiene che gli attori siano snob, voi lo siete?
Katia: «Spesso gli attori sono snob, noi vogliamo far tornare il teatro tra la gente. La nostra compagnia teatrale si differenzia dalle altre, tutti sono capaci di fare qualcosa, senza escludere nessuno».
Imma: «Ognuno sa fare qualcosa, tutti sono determinanti».