La città
«Con l'opera d'arte si compie un gesto sociale in solitudine»
Intervista all'ex docente e pittore. Seconda parte
Barletta - domenica 3 novembre 2013
10.36
Proseguiamo l'intervista a Paolo Vitali, già docente di disegno e storia dell'arte, ma soprattutto pittore, naturalizzato barlettano come abbiamo visto nella prima parte di questa intervista.
Lei è autore di quadri che segnano la storia di cui lei è testimone diretto o indiretto: le opere sul crollo di via Roma, l'eccidio dei vigili del '43, i sanguinosi scontri in Tunisia del 2011. Qual è per lei il ruolo dell'artista?
«Sin da giovane ho deciso di occuparmi di determinate problematiche che riguardano il sociale; con gli strumenti che più mi sono consoni, cioè la pittura, ho cercato d'intervenire a riguardo. L'artista con l'opera d'arte compie un gesto sociale in solitudine. Quando realizzo un quadro ho ben presente il messaggio sociale che voglio lanciare. Scegliere la solitudine non è semplice e i tempi non ti facilitano: il sociale laico, in cui sono cresciuto, si è andato sgretolando».
La domanda di cultura da parte di tutti i cittadini si è andata raffinando negli ultimi decenni, rendendo questi sempre più esigenti e numericamente più consistenti. Come giudica le risposte dell'Italia?
«Ho provato con mano che c'è la predisposizione e la domanda, da parte di tutte le fasce d'età. È l'offerta che scarseggia ed è sempre peggio. Basta vedere lo spettacolo televisivo o il teatrino della politica, come fa poi un giovane a capire per esempio la serietà della Politica».
E di Barletta? In cosa la città è migliorata o peggiorata negli ultimi anni?
«La città è migliorata poiché sono aumentate negli ultimi anni le offerte culturali, soprattutto grazie al volontariato impegnato nel settore. È venuta a mancare a Barletta, ma non è colpa degli amministratori, un po' di 'umanità'. Quando sono arrivato c'era più disponibilità all'ascolto; oggi c'è più cinismo, si è persa quella curiosità che portava al dialogo tra le persone. Questo Sindaco ha dimostrato di voler voltare una mezza paginetta, vediamo come va».
Quali sono i campi principali su cui la Cultura delle Istituzioni dovrebbe intervenire a Barletta?
«Serve una buona politica nelle scuole, ma reale non di facciata; gli studenti si devono far uscire spesso per delle visite culturali, ma non solo per andarsi a fare una passeggiata. L'altra cosa su cui si deve puntare sono le periferie, lì c'è energia pulita. Bisogna avvicinare quei giovani con un'operazione di diffusione della cultura, che non è solo arte».
Lei è autore di quadri che segnano la storia di cui lei è testimone diretto o indiretto: le opere sul crollo di via Roma, l'eccidio dei vigili del '43, i sanguinosi scontri in Tunisia del 2011. Qual è per lei il ruolo dell'artista?
«Sin da giovane ho deciso di occuparmi di determinate problematiche che riguardano il sociale; con gli strumenti che più mi sono consoni, cioè la pittura, ho cercato d'intervenire a riguardo. L'artista con l'opera d'arte compie un gesto sociale in solitudine. Quando realizzo un quadro ho ben presente il messaggio sociale che voglio lanciare. Scegliere la solitudine non è semplice e i tempi non ti facilitano: il sociale laico, in cui sono cresciuto, si è andato sgretolando».
La domanda di cultura da parte di tutti i cittadini si è andata raffinando negli ultimi decenni, rendendo questi sempre più esigenti e numericamente più consistenti. Come giudica le risposte dell'Italia?
«Ho provato con mano che c'è la predisposizione e la domanda, da parte di tutte le fasce d'età. È l'offerta che scarseggia ed è sempre peggio. Basta vedere lo spettacolo televisivo o il teatrino della politica, come fa poi un giovane a capire per esempio la serietà della Politica».
E di Barletta? In cosa la città è migliorata o peggiorata negli ultimi anni?
«La città è migliorata poiché sono aumentate negli ultimi anni le offerte culturali, soprattutto grazie al volontariato impegnato nel settore. È venuta a mancare a Barletta, ma non è colpa degli amministratori, un po' di 'umanità'. Quando sono arrivato c'era più disponibilità all'ascolto; oggi c'è più cinismo, si è persa quella curiosità che portava al dialogo tra le persone. Questo Sindaco ha dimostrato di voler voltare una mezza paginetta, vediamo come va».
Quali sono i campi principali su cui la Cultura delle Istituzioni dovrebbe intervenire a Barletta?
«Serve una buona politica nelle scuole, ma reale non di facciata; gli studenti si devono far uscire spesso per delle visite culturali, ma non solo per andarsi a fare una passeggiata. L'altra cosa su cui si deve puntare sono le periferie, lì c'è energia pulita. Bisogna avvicinare quei giovani con un'operazione di diffusione della cultura, che non è solo arte».