Cronaca
"Colosseum", un uomo e una donna di Barletta al centro dell'organizzazione
Tutti i nomi e tutti i particolari della vasta operazione antidroga. Indagata anche una commessa di un negozio di telefonia, che intestava sim telefoniche ad ignari utenti
Barletta - venerdì 4 giugno 2010
10.42
Continuiamo ad aggiornare relativamente a quanto successo stanotte, nella vasta operazione antidroga denominata "Colosseum".
Il Commissariato di Barletta ha intensificato l'azione di contrasto al locale spaccio di sostanze stupefacenti al fine stroncarne la diffusione e recidere i canali di approvvigionamento. Difatti dopo numerose indagini, osservazioni ed appostamenti del personale della Squadra Investigativa del Commissariato ha acquisito prove concrete in merito ad uno spaccio di sostanze stupefacenti gestito da Porcella Giuseppe nato a Barletta il 08.03.1979 e la sua convivente Daloiso Antonietta nata a Barletta il 11.02.1988.
Le successive indagini tecniche hanno evidenziato la sussistenza di una articolata organizzazione che accanto al duo Porcella – Daloiso ha visto recitare un ruolo attivo altri pregiudicati alcuni dei quali in veste di spacciatori, altri incaricati di custodire la droga presso le rispettive abitazioni, altri ancora di mettere a disposizione unità immobiliari nelle quali confezionare le dosi destinate allo spaccio. E' necessario evidenziare che le intercettazioni telefoniche hanno interessato diversi telefoni "cellulari" intestati o comunque in uso a Porcella; costui era solito prestare gli apparecchi (completi di schede pulite intestate a persone ignare e fornite dalla commessa di un negozio di telefonia che figura tra gli indagati) ai vari pusher che si alternavano nella illecita attività.
Le attività tecniche sono iniziate il 13.11.2008 durando fino al 22.01.2009. Durante questo lasso di tempo, gli investigatori hanno ottenuto molteplici riscontri alla attività illecita portata avanti dal gruppo attenzionato. Fornitore della droga spacciata è risultato essere Marchisella Luigi, già affiliato al pericoloso clan Cannito di Barletta. Marchisella ha dimostrato non solo abilità organizzative rimarchevoli, ma anche capacità di dotarsi di tutti gli accorgimenti tecnici (come, ad esempio, le telecamere con sistema di brandeggio e zoom poste sul portone di ingresso dell'abitazione e sulla rampa di accesso ai box condominiali) necessari ad intercettare chiunque si avvicinasse alla sua abitazione e ciò nell'intento di vanificare blitz mirati delle Forze di Polizia.
In ogni caso, dai riscontri telefonici e dall'attività investigativa, è emerso che Marchisella - "Lo zio" come era solito chiamarlo Porcella - vendeva la "merce" principalmente a Porcella stesso e, in altre occasioni, a fiduciari espressamente delegati. Inoltre, le indagini hanno evidenziato il ruolo attivo svolto dalle donne inserite nell'organizzazione: Daloiso Antonietta affiancava e all'occorrenza sostituiva il convivente Porcella Giuseppe in tutti gli aspetti dell'attività criminosa; Porcelluzzi Luciana era custode della sostanza stupefacente e del materiale confezionamento, mettendo a disposizione la propria abitazione e altro locale per il confezionamento delle dosi; Rociola Diana, oltre a spacciare, ha trasportato sostanza stupefacente occultandola sulla propria persona e all'interno della abitazione assieme al materiale atto al confezionamento delle dosi; Lavecchia Anna, alias "Annetta", anche lei custode della droga e locatrice di una abitazione in cui venivano confezionate e custodite le dosi di droga destinate allo spaccio.
Le indagini tecniche sono state suffragate da riscontri oggettivi consistenti nel sequestro ripetuto di dosi trovate in possesso di acquirenti a loro volta arrestati e\o denunciati per i reati emersi a loro carico. Il volume d'affari giornaliero del gruppo delinquenziale si aggirava intorno alle 100 dosi di cocaina con un introito medio giornaliero di 2.000 euro, con punte di 4.000\5.000 euro in occasione di alcune giornate festive.
L'età media degli assuntori di droga si aggira attorno ai 22 anni. Gli indagati sono stati ben 29 ( tra cui il figlio di uno dei Boss storici della mala barlettana) e tra questi 15 sono destinatari di ordinanza di custodia cautelare in carcere in esecuzione di provvedimento emesso dal GIP Dr. Francesco Zecchillo (nr. 2408\10 RG GIP del 27.05.2010). Le indagini sono state dirette dal Sost. Proc. della Repubblica presso il Tribunale di Trani D.ssa Bruna Manganelli cui è stato assegnato il procedimento nr. 6891\08 RG Mod.21 .
Con il provvedimento in questione il GIP ha autorizzato il sequestro preventivo di autovetture utilizzate dagli indagati per l'attività criminosa in esame.
Il blitz ha visto impegnati 100 uomini dei Commissariati e della Squadra Mobile, del Reparto Prevenzione Crimine e del Reparto Volo di Bari, supportati da unità cinofile antidroga.
Il Commissariato di Barletta ha intensificato l'azione di contrasto al locale spaccio di sostanze stupefacenti al fine stroncarne la diffusione e recidere i canali di approvvigionamento. Difatti dopo numerose indagini, osservazioni ed appostamenti del personale della Squadra Investigativa del Commissariato ha acquisito prove concrete in merito ad uno spaccio di sostanze stupefacenti gestito da Porcella Giuseppe nato a Barletta il 08.03.1979 e la sua convivente Daloiso Antonietta nata a Barletta il 11.02.1988.
Le successive indagini tecniche hanno evidenziato la sussistenza di una articolata organizzazione che accanto al duo Porcella – Daloiso ha visto recitare un ruolo attivo altri pregiudicati alcuni dei quali in veste di spacciatori, altri incaricati di custodire la droga presso le rispettive abitazioni, altri ancora di mettere a disposizione unità immobiliari nelle quali confezionare le dosi destinate allo spaccio. E' necessario evidenziare che le intercettazioni telefoniche hanno interessato diversi telefoni "cellulari" intestati o comunque in uso a Porcella; costui era solito prestare gli apparecchi (completi di schede pulite intestate a persone ignare e fornite dalla commessa di un negozio di telefonia che figura tra gli indagati) ai vari pusher che si alternavano nella illecita attività.
Le attività tecniche sono iniziate il 13.11.2008 durando fino al 22.01.2009. Durante questo lasso di tempo, gli investigatori hanno ottenuto molteplici riscontri alla attività illecita portata avanti dal gruppo attenzionato. Fornitore della droga spacciata è risultato essere Marchisella Luigi, già affiliato al pericoloso clan Cannito di Barletta. Marchisella ha dimostrato non solo abilità organizzative rimarchevoli, ma anche capacità di dotarsi di tutti gli accorgimenti tecnici (come, ad esempio, le telecamere con sistema di brandeggio e zoom poste sul portone di ingresso dell'abitazione e sulla rampa di accesso ai box condominiali) necessari ad intercettare chiunque si avvicinasse alla sua abitazione e ciò nell'intento di vanificare blitz mirati delle Forze di Polizia.
In ogni caso, dai riscontri telefonici e dall'attività investigativa, è emerso che Marchisella - "Lo zio" come era solito chiamarlo Porcella - vendeva la "merce" principalmente a Porcella stesso e, in altre occasioni, a fiduciari espressamente delegati. Inoltre, le indagini hanno evidenziato il ruolo attivo svolto dalle donne inserite nell'organizzazione: Daloiso Antonietta affiancava e all'occorrenza sostituiva il convivente Porcella Giuseppe in tutti gli aspetti dell'attività criminosa; Porcelluzzi Luciana era custode della sostanza stupefacente e del materiale confezionamento, mettendo a disposizione la propria abitazione e altro locale per il confezionamento delle dosi; Rociola Diana, oltre a spacciare, ha trasportato sostanza stupefacente occultandola sulla propria persona e all'interno della abitazione assieme al materiale atto al confezionamento delle dosi; Lavecchia Anna, alias "Annetta", anche lei custode della droga e locatrice di una abitazione in cui venivano confezionate e custodite le dosi di droga destinate allo spaccio.
Le indagini tecniche sono state suffragate da riscontri oggettivi consistenti nel sequestro ripetuto di dosi trovate in possesso di acquirenti a loro volta arrestati e\o denunciati per i reati emersi a loro carico. Il volume d'affari giornaliero del gruppo delinquenziale si aggirava intorno alle 100 dosi di cocaina con un introito medio giornaliero di 2.000 euro, con punte di 4.000\5.000 euro in occasione di alcune giornate festive.
L'età media degli assuntori di droga si aggira attorno ai 22 anni. Gli indagati sono stati ben 29 ( tra cui il figlio di uno dei Boss storici della mala barlettana) e tra questi 15 sono destinatari di ordinanza di custodia cautelare in carcere in esecuzione di provvedimento emesso dal GIP Dr. Francesco Zecchillo (nr. 2408\10 RG GIP del 27.05.2010). Le indagini sono state dirette dal Sost. Proc. della Repubblica presso il Tribunale di Trani D.ssa Bruna Manganelli cui è stato assegnato il procedimento nr. 6891\08 RG Mod.21 .
Con il provvedimento in questione il GIP ha autorizzato il sequestro preventivo di autovetture utilizzate dagli indagati per l'attività criminosa in esame.
Il blitz ha visto impegnati 100 uomini dei Commissariati e della Squadra Mobile, del Reparto Prevenzione Crimine e del Reparto Volo di Bari, supportati da unità cinofile antidroga.