Nightlife
Cinema di stelle 2013: l’estate barlettana è su una poltrona
L’otium cum dignitate finisce oggi. Riflessione sull’offerta culturale
Barletta - domenica 25 agosto 2013
Gianni Celati, nella sua ultima opera documentaristica, ha parlato di "disponibile quotidiano"; cosa significa? Che chi si accontenta gode? Che dobbiamo mettere a fuoco ciò che ci è vicino senza fantasticare su quel che è lontano? No, significa che quello che è a nostra disposizione ogni giorno, è anche sotto il nostro dominio mentale. Assistendo anche a un solo film di quelli previsti dal palinsesto del Cinema Castello 2013 (che oggi volge al termine), ci si rende conto di quanto basti un imprevedibile cielo stellato e una scomoda sedia per far accomodare la mente nell'accogliente sala cinematografica della nostra città.
Solo per citarne uno esemplare, Anna Karenina ha immerso l'intera platea in un itinerario mentale tra cinema e teatro, un montaggio d'immagini da brainstorming e dialoghi leggeri ma particolarmente incisivi. La messa in scena del grande schermo era esattamente la stessa reale che aveva gli spettatori come autori e attori protagonisti; il film è stato composto dagli sguardi di chi giaceva sulle "poltrone", incurante del vento violentemente flebile di fine estate. Joe Wright è solo una delle celebri firme registiche in calce di questo programma: Tornatore, Golino, Tarantino, Gassman, Sorrentino, Salvatores, Rubini, Siani, Offman, Affleck, Castellitto, Garrone, Genovese e altri importantissimi della direzione filmica italiana e internazionale.
Perché una nota di lode a Barletta? Perché, malgrado i progetti low budget e gli sconti del "fuori tutto", ha saputo offrire ciò che poteva permettersi, senza eccessi né deficienze. Perché un plauso ai barlettani? Perché hanno saputo godere del loro disponibile quotidiano, a prescindere dalla qualità del film. Perché, tralasciando le polemiche, hanno accolto la migliore offerta e ci hanno trovato dentro una grande bellezza, quella del pensiero che si fa immagine e del suono che si fa colonna di brividi nella costruzione di una pellicola. L'ozio si è rifatto vivo e ha portato con sé un po' di miele per edulcorare le amare giornate di una razza bastarda, che si sente frustata e che non ha voglia di spaccare tutto ma solo di giacere sulle proprie rovine. Sulle sue rovine Anna Karenina si suicida e sul vile coraggio di questo gesto lo spettatore barlettano si alza in piedi e applaude. Non applaude forse al regista o agli attori, ma alla suggestione della serata, alla sua scelta di recarsi al castello in un giorno post festivo, non applaude ad alcuna stella del cinema ma a un cinema di stelle; applaude semplice all'appagamento di se stesso.
Solo per citarne uno esemplare, Anna Karenina ha immerso l'intera platea in un itinerario mentale tra cinema e teatro, un montaggio d'immagini da brainstorming e dialoghi leggeri ma particolarmente incisivi. La messa in scena del grande schermo era esattamente la stessa reale che aveva gli spettatori come autori e attori protagonisti; il film è stato composto dagli sguardi di chi giaceva sulle "poltrone", incurante del vento violentemente flebile di fine estate. Joe Wright è solo una delle celebri firme registiche in calce di questo programma: Tornatore, Golino, Tarantino, Gassman, Sorrentino, Salvatores, Rubini, Siani, Offman, Affleck, Castellitto, Garrone, Genovese e altri importantissimi della direzione filmica italiana e internazionale.
Perché una nota di lode a Barletta? Perché, malgrado i progetti low budget e gli sconti del "fuori tutto", ha saputo offrire ciò che poteva permettersi, senza eccessi né deficienze. Perché un plauso ai barlettani? Perché hanno saputo godere del loro disponibile quotidiano, a prescindere dalla qualità del film. Perché, tralasciando le polemiche, hanno accolto la migliore offerta e ci hanno trovato dentro una grande bellezza, quella del pensiero che si fa immagine e del suono che si fa colonna di brividi nella costruzione di una pellicola. L'ozio si è rifatto vivo e ha portato con sé un po' di miele per edulcorare le amare giornate di una razza bastarda, che si sente frustata e che non ha voglia di spaccare tutto ma solo di giacere sulle proprie rovine. Sulle sue rovine Anna Karenina si suicida e sul vile coraggio di questo gesto lo spettatore barlettano si alza in piedi e applaude. Non applaude forse al regista o agli attori, ma alla suggestione della serata, alla sua scelta di recarsi al castello in un giorno post festivo, non applaude ad alcuna stella del cinema ma a un cinema di stelle; applaude semplice all'appagamento di se stesso.