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Chiara Sfregola per il TEDx: il ritorno a Barletta, il femminismo e il matrimonio
La scrittrice e attivista di origine barlettana sarà ospite al TEDx
Barletta - sabato 3 luglio 2021
10.21
È difficile definire Chiara in solo qualche parola. È innanzitutto un'attivista per i diritti lgbtqia e sul fronte del femminismo intersezionale. È nata a Terlizzi per casualità, ma i suoi genitori sono proprio di Barletta ed è qui che vive per la maggior parte della sua vita, almeno inizialmente. Sempre intenta nel chiedersi il perché delle cose, pronta a mettersi in discussione, Chiara ha bisogno della scrittura per riordinare tutti gli interrogativi, per mettere in una fila logica i pensieri: da questa idea nasca il suo primo blog. Lo inizia nel 2012 circa, quando già da tempo non viveva più a Barletta, ma a Roma, l'ha accolta e ha messo in risalto tutte le sue potenzialità. Un'altra storia di un talento che ci siamo fatti scappare, ma non è mai troppo tardi per ritornare a casa: Chiara, infatti, sarà ospite il 3 luglio 2021 del TEDxBarletta.
Quando dico che è difficile definire Chiara, è perché parte con lo studiare economia a Roma e si ritrova ad essere speaker, produttrice e scrittrice. Ha scritto ben due libri, frutto del suo lavoro per i diritti femminili e lgbtqia: Camera Single – La fisioterapia del cuore e Signorina – Memoria di una ragazza sposata.
Il suo secondo libro parte da una domanda che in molti le hanno posto, curiosamente, negli ambienti femministi: "Perché ti sposi?". Chiara infatti si definisce una femminista, ma non aveva mai pensato che sposarsi potesse costituire un problema, dal momento che sposava una donna.
«L'idea di parlare di matrimonio è venuta in mente quando mi sono sposata. Ho scritto questo libro un po' per caso, quando tutti mi chiedevano il perché avessi accettato un'istituzione come quella del matrimonio. Io all'inizio non pensavo di scrivere un libro, volevo approfondire il tema. Devo ammettere che è stato molto semplice scriverlo: mi sono posta una serie di domande e ho cercato di rispondervi»
Per secoli infatti, il matrimonio ha avuto un significato sociale fortissimo. «Già sposare un uomo a trent'anni ha un significato notevole, che ti definisce quasi come una sposa bambina. Immaginate sposare un'altra donna. Ha un significato ancora più forte».
Effettivamente, nei pensieri che Chiara ha ordinato nel suo libro, il matrimonio è solo uno spunto di partenza per approfondire come sia cambiata e stia cambiando la condizione delle donne.
«Se le donne non avessero lottato per trasformare il matrimonio da un luogo di prigione ad uno egualitario, oggi vivremmo nelle stesse condizioni». Continua: «Almeno legalmente ha assunto la forma di un'istituzione che garantisce pari diritti, come il modo attraverso cui due persone uguali possono sposarsi». È sorprendente quanto una cosa così invisibile possa cambiare completamente la tua persona e di conseguenza lo status sociale, economico, lavorativo.
Sposare una donna è un modo per rivitalizzare un'istituzione rimasta arrestata a se stessa, ce lo dimostra la recente specifica di Draghi nel dire che l'Italia è uno stato laico. «Il fatto di essermi sposata pubblicamente è un riconoscimento non solo personale, ma anche pubblico». È vivere uno spazio che appartiene anche a Chiara, a tutta la comunità lgbtqia, in cui riecheggia il motto femminista: "Il personale è politico".
«Sicuramente ogni coppia ha i suoi equilibri. In una coppia dello stesso sesso non ci sono i ruoli di genere che comunemente ritroviamo nelle coppie etero. Non ci sono dei ruoli già scritti quando appartieni allo stesso genere. La distribuzione dei compiti te la devi reinventare e negoziare, questo spinge a comunicare di più. Questo non vuole dire che non ci siano mai squilibri di potere in una coppia dello stesso sesso, non penso che siano coppie "migliori", ma sicuramente dover comunicare aiuta».
«Ci sono anche questione più pratiche, come chi dovrebbe chiedere il congedo parentale -e di quanti giorni- in caso di un bambino o una bambina in arrivo. Su questo, a causa della stepchild adoption, esiste ancora un vuoto normativo.». Gli spunti dati dalla scrittrice infatti, ci portano a chiedere se non sia questa una discriminazione lavorativa basata sul genere: una mamma non biologica dovrebbe avere un congedo di cinque mesi (tanto dura il congedo maternità) o di sette giorni (quelli previsti dal congedo paternità)?
«C'è una sorta di alleanza tra i movimenti femministi e quelli lgbtqia, hanno moltissimi punti di lotta in comune, ma il primo è la lotta al sistema patriarcale. Ci si aggiunge la critica alla famiglia tradizionale e gli ideali di lotta di ispirazione marxista: una lotta di classe in cui il proletariato sono le donne. In quest'ottica il capitalismo è proprio il sottoprodotto del patriarcato: il successo di una categoria di persone è basato sull'oppressione di un'altra. Questo non significa che tutte le femministe siano socialiste o di sinistra, esistono vari femminismi».
Non ci resta che aspettare Chiara a Barletta per il suo intervento al TEDx con un augurio finale dalla forte carica educativa: «Io credo che il femminismo debba essere studiato a scuola come le altre correnti filosofiche, perché è un pensiero critico, sociale di portata storica».
Quando dico che è difficile definire Chiara, è perché parte con lo studiare economia a Roma e si ritrova ad essere speaker, produttrice e scrittrice. Ha scritto ben due libri, frutto del suo lavoro per i diritti femminili e lgbtqia: Camera Single – La fisioterapia del cuore e Signorina – Memoria di una ragazza sposata.
Il suo secondo libro parte da una domanda che in molti le hanno posto, curiosamente, negli ambienti femministi: "Perché ti sposi?". Chiara infatti si definisce una femminista, ma non aveva mai pensato che sposarsi potesse costituire un problema, dal momento che sposava una donna.
«L'idea di parlare di matrimonio è venuta in mente quando mi sono sposata. Ho scritto questo libro un po' per caso, quando tutti mi chiedevano il perché avessi accettato un'istituzione come quella del matrimonio. Io all'inizio non pensavo di scrivere un libro, volevo approfondire il tema. Devo ammettere che è stato molto semplice scriverlo: mi sono posta una serie di domande e ho cercato di rispondervi»
Per secoli infatti, il matrimonio ha avuto un significato sociale fortissimo. «Già sposare un uomo a trent'anni ha un significato notevole, che ti definisce quasi come una sposa bambina. Immaginate sposare un'altra donna. Ha un significato ancora più forte».
Effettivamente, nei pensieri che Chiara ha ordinato nel suo libro, il matrimonio è solo uno spunto di partenza per approfondire come sia cambiata e stia cambiando la condizione delle donne.
«Se le donne non avessero lottato per trasformare il matrimonio da un luogo di prigione ad uno egualitario, oggi vivremmo nelle stesse condizioni». Continua: «Almeno legalmente ha assunto la forma di un'istituzione che garantisce pari diritti, come il modo attraverso cui due persone uguali possono sposarsi». È sorprendente quanto una cosa così invisibile possa cambiare completamente la tua persona e di conseguenza lo status sociale, economico, lavorativo.
Sposare una donna è un modo per rivitalizzare un'istituzione rimasta arrestata a se stessa, ce lo dimostra la recente specifica di Draghi nel dire che l'Italia è uno stato laico. «Il fatto di essermi sposata pubblicamente è un riconoscimento non solo personale, ma anche pubblico». È vivere uno spazio che appartiene anche a Chiara, a tutta la comunità lgbtqia, in cui riecheggia il motto femminista: "Il personale è politico".
«Sicuramente ogni coppia ha i suoi equilibri. In una coppia dello stesso sesso non ci sono i ruoli di genere che comunemente ritroviamo nelle coppie etero. Non ci sono dei ruoli già scritti quando appartieni allo stesso genere. La distribuzione dei compiti te la devi reinventare e negoziare, questo spinge a comunicare di più. Questo non vuole dire che non ci siano mai squilibri di potere in una coppia dello stesso sesso, non penso che siano coppie "migliori", ma sicuramente dover comunicare aiuta».
«Ci sono anche questione più pratiche, come chi dovrebbe chiedere il congedo parentale -e di quanti giorni- in caso di un bambino o una bambina in arrivo. Su questo, a causa della stepchild adoption, esiste ancora un vuoto normativo.». Gli spunti dati dalla scrittrice infatti, ci portano a chiedere se non sia questa una discriminazione lavorativa basata sul genere: una mamma non biologica dovrebbe avere un congedo di cinque mesi (tanto dura il congedo maternità) o di sette giorni (quelli previsti dal congedo paternità)?
«C'è una sorta di alleanza tra i movimenti femministi e quelli lgbtqia, hanno moltissimi punti di lotta in comune, ma il primo è la lotta al sistema patriarcale. Ci si aggiunge la critica alla famiglia tradizionale e gli ideali di lotta di ispirazione marxista: una lotta di classe in cui il proletariato sono le donne. In quest'ottica il capitalismo è proprio il sottoprodotto del patriarcato: il successo di una categoria di persone è basato sull'oppressione di un'altra. Questo non significa che tutte le femministe siano socialiste o di sinistra, esistono vari femminismi».
Non ci resta che aspettare Chiara a Barletta per il suo intervento al TEDx con un augurio finale dalla forte carica educativa: «Io credo che il femminismo debba essere studiato a scuola come le altre correnti filosofiche, perché è un pensiero critico, sociale di portata storica».