serbatoio palazzo della marra
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La città

«Che ci fa un serbatoio di carburante nei giardini di Palazzo della Marra?»

La nota dell'Archeoclub d'Italia sede di Canne della Battaglia

«Mentre fioccano gli "osanna" internazionali sull'arte di Giuseppe De Nittis (vedi Washington Post a proposito della mostra curata nella capitale Usa dal professor Renato Miracco, ufficialmente in ruolo per effetto di un recente provvedimento dell'amministrazione comunale) e gli strascichi, spesso autocelebrativi o addirittura ruffiani, sui più alti livelli istituzionali, resta sempre Palazzo della Marra - quale civica Pinacoteca e "contenitore" squisitamente denittisiano – al centro di attenzioni, polemiche e di preoccupazioni». Così il presidente dell'Archeoclub d'Italia sede di Canne della Battaglia, Nino Vinella.

«Se n'è discusso anche nell'ultimo e tormentato consiglio comunale a proposito delle urgenze motivate dalla maggioranza e contestate dalle opposizioni su determinati lavori pubblici, fra cui per l'appunto il restauro della pregevole balconata seicentesca barocca in prospetto del palazzo rinascimentale su Via Cialdini, rovinata per effetto di agenti atmosferici e fragilità del tufo leccese di cui è fatta e dunque occultata da tanti, troppi anni dietro un'impalcatura che copre la superba facciata stonando maledettamente con la bellezza custodita nei suoi suggestivi interni.

A questa offesa vista quotidianamente da tutti (cittadini e turisti) se n'è aggiunta nei mesi scorsi un'altra che, sfuggita ai più distratti, è divenuta oggetto di un esposto formale verso Comune e vigili del fuoco da parte di chi si è affidato ad un legale per sostenere la pericolosità e l'assai poco decorosa presenza di un serbatoio installato nel retro di Palazzo della Marra. Ovvero in quelli che pomposamente dovrebbero essere descritti come giardini verso il mare ma che, purtroppo, sono trasformati in ricettacolo di ogni sporcizia e da questo oggetto descritto dall'avvocato della parte ricorrente come segue.

"Trans Cube Western Global è un serbatoio di stoccaggio del carburante progettato per trasportare ed erogare carburante. È stato piazzato in bella mostra nei giardini del Palazzo della Marra. Dunque è un prodotto sicuramente pericoloso ed altamente infiammabile come si evince peraltro dalle indicazioni riportate. Il decreto ministeriale 22.11.2017 avente ad oggetto "Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per l'installazione e l'esercizio di contenitori-distributori, ad uso privato, per l'erogazione di carburante liquido di categoria C" pubblicato in GU n. 285 del 6 dicembre 2017, ha stabilito specifiche regole tecniche in materia di prevenzione incendi che interessano, non solo l'installazione e l'esercizio di tali contenitori-distributori, ma ne definiscono anche i criteri e le caratteristiche strutturali. I serbatoi per essere conformi alla normativa vigente devono necessariamente possedere specifiche caratteristiche. Tra queste: essere posizionati in luoghi all'aperto ed ampiamente areati (è fatto assoluto divieto di installarli in luoghi chiusi) su area pianeggiante e priva di vegetazione, ad una distanza minima di 5 m da depositi e magazzini e di almeno 10 m da abitazioni. L'area circostante il serbatoio, deve risultare sgombra da qualsiasi materiale per almeno 3 m su ogni lato; essere dotati di almeno due estintori di idonea capacità estinguente in base alla tipologia e alla quantità del contenuto della cisterna. Se il serbatoio ha una capacità superiore a 6m3, dovrà essere dotato di estintore carrellato con capacità estinguente minima B3; essere dotati di idonea segnaletica di salute e sicurezza; essere dotati di dichiarazione di conformità CE e di manuale d'uso, per effettuare una corretta manutenzione periodica".

Sulla scorta di queste osservazioni, l'avvocato della parte ricorrente è tuttora in attesa delle controdeduzioni da parte di Comune e Vigili del fuoco (che stanno procedendo per gli accertamenti di rito) mentre ha in questi ultimi giorni interessato anche la competente Soprintendenza a Foggia ed a Trani per giurisdizione territoriale facendo emergere tutti quei paradossi (ambientali, architettonici, stilistici eccetera) in questo luogo di cultura e promozionato quale attrattore turistico, dunque da tutelare sotto ogni possibile profilo, sicurezza e pubblica incolumità in primis».
  • Palazzo della Marra
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