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La città

Quale cultura per Barletta?

La chiusura di una delle poche librerie della città, l'estate barlettana e la Disfida

"Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza" diceva l'Ulisse dantesco del ventiseiesimo canto infernale, poi divenuto celebre inno e invito alla conoscenza, alla scoperta e alla curiosità ma sembra esser quanto mai lontano dalle realtà cittadine e locali.

Benché si sia scomodato uno dei versi più celebri della Divina Commedia, in questo caso sembra calzare appieno la contrapposizione. Ebbene, all'interrogativo se si possa viver senza cultura credo che molti nel nostro paese risponderebbero affermativamente. Non serve essere ipocriti, altrimenti non si spiegherebbe la tacita chiusura di una delle pochissime librerie del centro storico della nostra città che ha lasciato silenti e indifferenti in molti. È notizia di cronaca la chiusura di una nota libreria anche nella vicina città di Trani: dunque è manifesto che esista un problema e che non possa esser ricondotto meramente alla crisi economica. Si frequentano tantissimi luoghi ogni giorno ma in pochi possono dirsi assidui frequentatori di una libreria. Regalare un libro - eccezion fatta per i pochi estimatori appassionati della lettura - è poco usuale, meglio optare per un oggetto tecnologico o uno smartphone, altrimenti come potremmo catturare Pokémon... Le librerie, specie quelle che portano grandi nomi, hanno ormai l'aspetto di grandi bazar e ben venga la vendita di oggetti di cartoleria, oggettistica e gadget ma non va perso di vista il resto come presentazioni, incontri con gli autori, gruppi di lettura, corsi di scrittura creativa, piccoli eventi musicali solo per citare alcuni esempi.

Il problema però va indagato alla base. Se è vero che sempre meno giovani si appropinquano alla cultura e a ogni sua espressione, va pur detto che la stessa città della Disfida manca di una seria progettazione che incentivi la cultura nonché di un assessorato apposito. Per citare dei semplici ma esplicativi esempi non si può certo tralasciare che, come ogni anno, il cartellone dell'estate barlettana sia stato diramato in ritardo e sia privo di eventi di rilevanza territoriale, senza parlare della Disfida, di cui si sa ancora molto poco circa gli eventi previsti. A seguito della rievocazione del certame che nel 2003 celebrava il quinto centenario dello storico evento, sembra esser sceso secondo alcuni un melanconico sudario funebre. Troppo pochi gli eventi e le iniziative capaci di attirare turisti, troppo pochi i richiami nel centro storico che facciano respirare al turista il certame inciso nella nostra storia e cultura in ogni stagione e non soltanto in occasione della sua celebrazione annuale. Moltissimi comuni limitrofi, seppur più piccoli, hanno saputo meglio valorizzare il proprio patrimonio culturale, la propria storia locale, si pensi a Minervino ad esempio.

Sorge spontaneo chiedersi se il problema sia insito nella mancanza di volontà da parte di privati e pubblici di investire sul fattore culturale coinvolgendo l'intera cittadinanza e non soltanto un'elite. Ancora fresco nelle memorie ad onor di cronaca è stato l'evento, seppur culturale, del Wine Challenge ospitato nel castello cittadino, il cui accesso è stato negato all'intera cittadinanza. Vi presenziò tra l'altro Philippe Leroy e non il compianto Bud Spencer, e pochi altri concittadini.

Forse sarà troppo pretenzioso credere che si possa vivere di cultura e turismo stando allo stato attuale delle cose nella nostra città, ma sarebbe bello credere che in fondo a piccoli passi si possa raggiungere un così agognato obiettivo. Una cooperazione del settore pubblico e privato dedito all'incentivo culturale, un più attento sguardo a come coinvolgere giovani e meno giovani, addetti del settore e non, permetterebbe un miglioramento dello stato culturale, un più ampio spettro delle offerte che possano rivolgersi ad un vasto e variegato pubblico. Ciò potrebbe davvero fare la differenza, incentivare il turismo e di conseguenza migliorare la realtà economica cittadina.
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