Politica
Caso "addetto stampa": il sindaco ritira la determina e Stella Mele risponde
«Mancata chiarezza sulle operazioni riguardanti la spesa del denaro pubblico». La segretaria de "La Destra" si dichiara soddisfatta del ritiro
Barletta - venerdì 17 febbraio 2012
13.24
«Accolgo con soddisfazione il ritiro della determina dirigenziale relativa alla nomina di un addetto stampa per lo staff del Sindaco». Leggiamo nelle parole di colei da cui era partita la polemica sul caso "addetto stampa", ovvero la segretaria provinciale de "La Destra" Stella Mele, il prevedibile destino di quella determina di cui Barlettalife ha pubblicato poche ore fa l'utile documentazione. Stella Mele, che destina ai lettori di Barlettalife questa lunga lettera di riflessione, riscontra tutti quei dubbi che già erano stati sollevati, sul tema della trasparenza, sulla confusionaria terminologia di "portavoce", su una disattenzione burocratica dal costo di 30.000 euro annui.
«Dalla complessa vicenda, si è evinta, infatti, la mancata chiarezza sulle operazioni riguardanti la spesa del denaro pubblico ed era questo che volevo far emergere, ma resto comunque basita dalla motivazione, e non solo da questa, addotta dal dirigente per il ritiro della determina. Identità, non contraddizione e terzo escluso, infatti, sono da sempre i principi cardine della logica. Evidentemente nella nostra Città questo principio deve essersi smarrito. Procediamo con ordine. Il 31 Dicembre (in fede alla peggiore tradizione amministrativa di questa Città, solita, da sempre, a emettere atti "di dubbia trasparenza" proprio e non casualmente l'ultimo giorno dell'anno) l'amministrazione di Barletta individua l'esigenza di avere un addetto stampa e lo individua nella persona del sig. Rivera Magos. Superato il fumo del veglione (quello che acceca le menti vigili e attente) e scoperta la determina, si dice che l'addetto stampa si trasforma in Portavoce. Oggi a distanza di 47 gg succedono fatti nuovi, fra loro incompatibili e che danno sempre maggiore fondamento alle mie osservazioni.
Il Comune con propria determina revoca la precedente nomina, motivando tale revoca sulla base delle polemiche a mezzo stampa e mettendo allo stesso tempo in discussione la loro fondatezza, definendole appunto "infondate". Gravissima dichiarazione per un Dirigente che ha precise responsabilità. La determina o è legittima o è illegittima e, se si certifica un atto mettendone in dubbio l'illegittimità sollevata, c'è un problema di chi l'ha redatta. Si resta, infatti, letteralmente basiti da questa contraddizione fra l'ammissione dell'errore e la difficoltà nel volerlo accettare. Se le polemiche sono infondate, perché si ritira la determina? Lungi da me sostituirmi all'organo tecnico, ma è mai possibile che una polemica ritenuta infondata possa far ritirare una determina giuridicamente valida? Mi chiedo a cosa servano i dirigenti del Comune se le determine vengono ritirate sulla base delle polemiche a mezzo stampa! Certo, abbiamo una certezza, senza la denuncia a mezzo stampa, oggi avremmo un addetto stampa non giornalista pagato dal contribuente.
Si resta ancora più basiti quando si osserva la contraddizione fra questa determina e quanto, invece, scritto dal sig. Rivera Magos, il quale dice di aver declinato questo e altri (non noti) incarichi. Vorremmo sapere, senza entrare nel merito della corrispondenza intercorsa fra il Sindaco e la persona in oggetto (ma qualsiasi cosa inerente l'Amministrazione non dovrebbe essere resa pubblica? L'Amministrazione non ha cose private), quale sia la verità: è l'Amministrazione che ritira o l'"addetto stampa" che rinuncia? Insomma, si passano la palla per uscirne entrambi "puliti",oppure si sono realmente resi conto di aver commesso un errore, sbagliando, però, le rispettive autodifese? E soprattutto quali sono gli altri incarichi che Maffei avrebbe offerto al sig. Rivera Magos, (oltre a quello di addetto stampa e poi di portavoce) ai quali lo stesso avrebbe rifiutato? I 47 giorni intercorsi dal 31 Dicembre 2011 al 13 Febbraio 2012 (giorno della revoca della determina) sono serviti per accorgersi dell'errore o per fare altre "valutazioni"? La perplessità diventa stupore quando leggiamo, poi, la comunicazione del Sindaco, il quale dice che aveva individuato l'esigenza di avere un Portavoce e che aveva sbagliato a definirlo "addetto stampa", individuando però nella stessa persona , l'uomo necessario per l'adempimento allo scopo, ma il sig. Rivera Magos rinuncia all'incarico. Anche qui contraddizioni. Non abbiamo capito infatti, se è l'Amministrazione che revoca la determina o se, invece, è il sig. Rivera Magos che rifiuta per motivi personali, o se è Maffei che convince il dirigente a revocare dopo aver provato a convincere il sig. Rivera Magos a non rifiutare. Il dubbio non è secondario. E' l'interesse pubblico che dovrebbe dettare le linee dell'amministrazione nelle sue scelte e, non (lo ribadisco), la privata corrispondenza.
Mi chiedo: ma il Comune ha bisogno o meno di un Portavoce? Se ne ha bisogno, ferma restando la rinuncia del sig. Rivera Magos, si dovrebbe procedere a nominarne un altro. E poi in questo momento di crisi profonda? Se, invece,non ne ha bisogno, si dovrebbe capire perché, fino alla mia denuncia e alla successiva polemica, il Comune ne avesse un disperato bisogno. Si spieghi meglio il Sindaco Maffei e soprattutto adotti parole e comportamenti logicamente coerenti. Già, perché a seconda di cosa dirà e di come si comporterà potremmo valutare anche gli atti successivi. A me, non interessava e non interessa il "linciaggio" alla persona che era stata designata a ricevere tale incarico, né l'attacco personale, questo lo lascio fare a chi, non ha mancato, invece, in più occasioni, nel rivolgermeli. Poco mi interessa. La sola cosa che voglio sapere è se da domani sono autorizzata a credere che ogni cosa che ha fatto o che farà il Comune, sia dettata dall'interesse pubblico. Sappiamo che il Sindaco Maffei risponderà alle legittime polemiche nel modo in cui ha già fatto, perdendo anche questa volta una ghiotta occasione per scusarsi, anziché scrivere " questo è un clima di sospetto, quasi accusatorio, strumentalmente creato non per l'interesse della comunità, come si vorrebbe far credere, ma per instillare nella gente diffidenza nei confronti del sottoscritto e dell'ente locale che rappresento. Al malanimo ed alle strumentalizzazioni provocatorie reagisco affermando che il cittadino intelligente e maturo è in grado di distinguere l'autenticità di una critica costruttiva dall'obiettivo prevalente di destabilizzare e mettere in discussione la trasparenza , la capacità autocritica di quest'Amministrazione. Il nostro senso del dovere e l'onestà saranno le risposte, lecite e concrete, che i nostri detrattori continueranno a ricevere." Sulla onestà intellettuale di queste sue parole e sulla veridicità del suo pensiero lascio ai cittadini e-lettori ogni riflessione, ma il primo cittadino ci dica, però, se da domani potremo ancora denunciare e mettere in discussione (sulla base di fatti e non di parole) la sua tanto proclamata Trasparenza, senza per questo essere definiti "detrattori". Così, giusto per non ridurre la Democrazia ad un cumulo di parole».
«Dalla complessa vicenda, si è evinta, infatti, la mancata chiarezza sulle operazioni riguardanti la spesa del denaro pubblico ed era questo che volevo far emergere, ma resto comunque basita dalla motivazione, e non solo da questa, addotta dal dirigente per il ritiro della determina. Identità, non contraddizione e terzo escluso, infatti, sono da sempre i principi cardine della logica. Evidentemente nella nostra Città questo principio deve essersi smarrito. Procediamo con ordine. Il 31 Dicembre (in fede alla peggiore tradizione amministrativa di questa Città, solita, da sempre, a emettere atti "di dubbia trasparenza" proprio e non casualmente l'ultimo giorno dell'anno) l'amministrazione di Barletta individua l'esigenza di avere un addetto stampa e lo individua nella persona del sig. Rivera Magos. Superato il fumo del veglione (quello che acceca le menti vigili e attente) e scoperta la determina, si dice che l'addetto stampa si trasforma in Portavoce. Oggi a distanza di 47 gg succedono fatti nuovi, fra loro incompatibili e che danno sempre maggiore fondamento alle mie osservazioni.
Il Comune con propria determina revoca la precedente nomina, motivando tale revoca sulla base delle polemiche a mezzo stampa e mettendo allo stesso tempo in discussione la loro fondatezza, definendole appunto "infondate". Gravissima dichiarazione per un Dirigente che ha precise responsabilità. La determina o è legittima o è illegittima e, se si certifica un atto mettendone in dubbio l'illegittimità sollevata, c'è un problema di chi l'ha redatta. Si resta, infatti, letteralmente basiti da questa contraddizione fra l'ammissione dell'errore e la difficoltà nel volerlo accettare. Se le polemiche sono infondate, perché si ritira la determina? Lungi da me sostituirmi all'organo tecnico, ma è mai possibile che una polemica ritenuta infondata possa far ritirare una determina giuridicamente valida? Mi chiedo a cosa servano i dirigenti del Comune se le determine vengono ritirate sulla base delle polemiche a mezzo stampa! Certo, abbiamo una certezza, senza la denuncia a mezzo stampa, oggi avremmo un addetto stampa non giornalista pagato dal contribuente.
Si resta ancora più basiti quando si osserva la contraddizione fra questa determina e quanto, invece, scritto dal sig. Rivera Magos, il quale dice di aver declinato questo e altri (non noti) incarichi. Vorremmo sapere, senza entrare nel merito della corrispondenza intercorsa fra il Sindaco e la persona in oggetto (ma qualsiasi cosa inerente l'Amministrazione non dovrebbe essere resa pubblica? L'Amministrazione non ha cose private), quale sia la verità: è l'Amministrazione che ritira o l'"addetto stampa" che rinuncia? Insomma, si passano la palla per uscirne entrambi "puliti",oppure si sono realmente resi conto di aver commesso un errore, sbagliando, però, le rispettive autodifese? E soprattutto quali sono gli altri incarichi che Maffei avrebbe offerto al sig. Rivera Magos, (oltre a quello di addetto stampa e poi di portavoce) ai quali lo stesso avrebbe rifiutato? I 47 giorni intercorsi dal 31 Dicembre 2011 al 13 Febbraio 2012 (giorno della revoca della determina) sono serviti per accorgersi dell'errore o per fare altre "valutazioni"? La perplessità diventa stupore quando leggiamo, poi, la comunicazione del Sindaco, il quale dice che aveva individuato l'esigenza di avere un Portavoce e che aveva sbagliato a definirlo "addetto stampa", individuando però nella stessa persona , l'uomo necessario per l'adempimento allo scopo, ma il sig. Rivera Magos rinuncia all'incarico. Anche qui contraddizioni. Non abbiamo capito infatti, se è l'Amministrazione che revoca la determina o se, invece, è il sig. Rivera Magos che rifiuta per motivi personali, o se è Maffei che convince il dirigente a revocare dopo aver provato a convincere il sig. Rivera Magos a non rifiutare. Il dubbio non è secondario. E' l'interesse pubblico che dovrebbe dettare le linee dell'amministrazione nelle sue scelte e, non (lo ribadisco), la privata corrispondenza.
Mi chiedo: ma il Comune ha bisogno o meno di un Portavoce? Se ne ha bisogno, ferma restando la rinuncia del sig. Rivera Magos, si dovrebbe procedere a nominarne un altro. E poi in questo momento di crisi profonda? Se, invece,non ne ha bisogno, si dovrebbe capire perché, fino alla mia denuncia e alla successiva polemica, il Comune ne avesse un disperato bisogno. Si spieghi meglio il Sindaco Maffei e soprattutto adotti parole e comportamenti logicamente coerenti. Già, perché a seconda di cosa dirà e di come si comporterà potremmo valutare anche gli atti successivi. A me, non interessava e non interessa il "linciaggio" alla persona che era stata designata a ricevere tale incarico, né l'attacco personale, questo lo lascio fare a chi, non ha mancato, invece, in più occasioni, nel rivolgermeli. Poco mi interessa. La sola cosa che voglio sapere è se da domani sono autorizzata a credere che ogni cosa che ha fatto o che farà il Comune, sia dettata dall'interesse pubblico. Sappiamo che il Sindaco Maffei risponderà alle legittime polemiche nel modo in cui ha già fatto, perdendo anche questa volta una ghiotta occasione per scusarsi, anziché scrivere " questo è un clima di sospetto, quasi accusatorio, strumentalmente creato non per l'interesse della comunità, come si vorrebbe far credere, ma per instillare nella gente diffidenza nei confronti del sottoscritto e dell'ente locale che rappresento. Al malanimo ed alle strumentalizzazioni provocatorie reagisco affermando che il cittadino intelligente e maturo è in grado di distinguere l'autenticità di una critica costruttiva dall'obiettivo prevalente di destabilizzare e mettere in discussione la trasparenza , la capacità autocritica di quest'Amministrazione. Il nostro senso del dovere e l'onestà saranno le risposte, lecite e concrete, che i nostri detrattori continueranno a ricevere." Sulla onestà intellettuale di queste sue parole e sulla veridicità del suo pensiero lascio ai cittadini e-lettori ogni riflessione, ma il primo cittadino ci dica, però, se da domani potremo ancora denunciare e mettere in discussione (sulla base di fatti e non di parole) la sua tanto proclamata Trasparenza, senza per questo essere definiti "detrattori". Così, giusto per non ridurre la Democrazia ad un cumulo di parole».