La città
Cartoline dal 2012: come sopravvivere alla "barlettanità"
I barlettani imparano dai loro errori?. Un anno di vandalismo, parcheggi impossibili e poco rispetto
Barletta - lunedì 14 gennaio 2013
Se volessimo riassumere un anno di vita a Barletta, parleremmo sicuramente della politica, della cultura (avverata o mancata), dei soldi pubblici, della crisi economica. Ovvero tutto ciò che, inaspettatamente, ha sconvolto o modificato la nostra quotidianità. E' più difficile notare invece quei comportamenti che sono connessi al DNA della nostra barlettanità, quelli più congeniti e di poca (?) importanza. Comportamenti che, nell'anno che è da poco passato, Barlettalife ha sempre denunciato, grazie anche a moltissime segnalazioni degli stessi cittadini, ma che abbiamo anche sdrammatizzato, cercando di far riflettere con tono pungente e a volte iconoclasta.
Sono quelle abitudini tipiche della barlettanità, che siamo costretti a vivere e a osservare ogni giorno: rifiuti incendiati, atti di vandalismo, devastazione dell'arredo urbano, assenza di spazi verdi, strisce pedonali invisibili e soprattutto parcheggi sempre più stravaganti e originali. Da noi, la vecchia sedia di legno è un passo carrabile migliore di qualsiasi cartello legalmente apposto. Da noi, comprendiamo l'importanza del verde pubblico solo quando ci viene negato. Da noi, la conoscenza della storia avviene attraverso cartelli errati di toponomastica, che ci inducono a cercare, a conoscere, a scoprire la verità dietro il pessimo erroraccio. Da noi, il modo migliore per sensibilizzare sugli escrementi dei cani è mostrarne le foto sui marciapiedi, perché per dieci persone che rispettano le buone norme del decoro cittadino, ne basta una che ignora quelle stesse regole per darci l'opportunità di una riflessione, anche sapida ed efficacemente arguta.
Denunciare l'assenza, protrattasi per mesi, delle strisce pedonali a Piazza Caduti dopo i lavori di rifacimento del manto stradale, ha portato ad una risoluzione ancora più drastica: non solo le strisce sono state ripristinate, ma sono stati installati anche parapedoni in metallo che hanno suscitato ulteriori polemiche. E molte di queste polemiche, segnalazioni, indignazioni, sono pervenute in redazione da tanti comuni cittadini. Incolpati spesso di omertà, sono molte volte i cittadini stessi a fermarci e a raccontarci cosa non va a Barletta, cosa si potrebbe migliorare, proprio perché l'assenza di rispetto di "uno" non deve ingiustamente ricadere sull'amore per la propria città di "molti".
E' giusto, anzi doveroso, indignarsi per esempio di fronte a quei parcheggi fai-da-te con sedie e gabbiette di legno, ma sono proprio queste abitudini che ci fanno pensare "Barletta è questa qui". Nel senso più buono del termine: perché c'è chi quella sedia l'ha sistemata lì senza rispetto per nessuno, ma c'è anche chi vedendo quella sedia si è fatto una salutare risata e ha lamentato il gesto agli altri, all'autore stesso o alle autorità competenti, gettando un primo sassolino per il miglioramento della città. C'è ancora chi, molto barlettanamente, in bicicletta percorre la strada controsenso? Il vero crimine è starsene in silenzio, e aspettare che il peggio accada. La vera e orgogliosa barlettanità è segnalare al ciclista la presenza di una pista ciclabile costruita lì per lui. Anche con grida e con gesti, ma evitando il silenzio-assenso.
Barletta dopotutto è la nostra casa. Ha senso viverci solo se ce ne prendiamo veramente cura, anche ricordando ciò a chi è meno cortese e rispettoso di noi. Dobbiamo essere noi barlettani i primi a rispettarla. Sarebbe più grave se tutte queste storture, gravi o veniali che siano, passassero inosservate: questa sarebbe la vera rovina. Per fortuna a Barletta questo non succede. E' davvero la città di "tutti".
Sono quelle abitudini tipiche della barlettanità, che siamo costretti a vivere e a osservare ogni giorno: rifiuti incendiati, atti di vandalismo, devastazione dell'arredo urbano, assenza di spazi verdi, strisce pedonali invisibili e soprattutto parcheggi sempre più stravaganti e originali. Da noi, la vecchia sedia di legno è un passo carrabile migliore di qualsiasi cartello legalmente apposto. Da noi, comprendiamo l'importanza del verde pubblico solo quando ci viene negato. Da noi, la conoscenza della storia avviene attraverso cartelli errati di toponomastica, che ci inducono a cercare, a conoscere, a scoprire la verità dietro il pessimo erroraccio. Da noi, il modo migliore per sensibilizzare sugli escrementi dei cani è mostrarne le foto sui marciapiedi, perché per dieci persone che rispettano le buone norme del decoro cittadino, ne basta una che ignora quelle stesse regole per darci l'opportunità di una riflessione, anche sapida ed efficacemente arguta.
Denunciare l'assenza, protrattasi per mesi, delle strisce pedonali a Piazza Caduti dopo i lavori di rifacimento del manto stradale, ha portato ad una risoluzione ancora più drastica: non solo le strisce sono state ripristinate, ma sono stati installati anche parapedoni in metallo che hanno suscitato ulteriori polemiche. E molte di queste polemiche, segnalazioni, indignazioni, sono pervenute in redazione da tanti comuni cittadini. Incolpati spesso di omertà, sono molte volte i cittadini stessi a fermarci e a raccontarci cosa non va a Barletta, cosa si potrebbe migliorare, proprio perché l'assenza di rispetto di "uno" non deve ingiustamente ricadere sull'amore per la propria città di "molti".
E' giusto, anzi doveroso, indignarsi per esempio di fronte a quei parcheggi fai-da-te con sedie e gabbiette di legno, ma sono proprio queste abitudini che ci fanno pensare "Barletta è questa qui". Nel senso più buono del termine: perché c'è chi quella sedia l'ha sistemata lì senza rispetto per nessuno, ma c'è anche chi vedendo quella sedia si è fatto una salutare risata e ha lamentato il gesto agli altri, all'autore stesso o alle autorità competenti, gettando un primo sassolino per il miglioramento della città. C'è ancora chi, molto barlettanamente, in bicicletta percorre la strada controsenso? Il vero crimine è starsene in silenzio, e aspettare che il peggio accada. La vera e orgogliosa barlettanità è segnalare al ciclista la presenza di una pista ciclabile costruita lì per lui. Anche con grida e con gesti, ma evitando il silenzio-assenso.
Barletta dopotutto è la nostra casa. Ha senso viverci solo se ce ne prendiamo veramente cura, anche ricordando ciò a chi è meno cortese e rispettoso di noi. Dobbiamo essere noi barlettani i primi a rispettarla. Sarebbe più grave se tutte queste storture, gravi o veniali che siano, passassero inosservate: questa sarebbe la vera rovina. Per fortuna a Barletta questo non succede. E' davvero la città di "tutti".