La città
Caro carburanti, parla un gestore di Barletta: «Noi non siamo ladri»
Intervistiamo Antonio, gestore di un distributore in città, che esprime il disagio di questi mesi
Barletta - venerdì 20 gennaio 2023
Il caro carburanti sta travolgendo inequivocabilmente tutte le cittadine e i cittadini dell'intera penisola con un rincaro non solo al diretto rifornimento ai distributori, quanto coinvolgente di tutta la catena di distribuzione commerciale. Non esente dal fenomeno, Barletta dal canto suo risponde e reagisce come tutta Italia alla difficile situazione sia dal punto di vista dei consumatori che da quello dei gestori.
Antonio, gestore di un noto distributore di carburante a Barletta, ci fa infatti comprendere che ciò che sta accadendo derivi da una serie di conseguenze: «I prezzi li fanno lo Stato e i petrolieri, ed entrambi gettano le accuse su noi gestori per non assumersi le loro responsabilità. I petrolieri infatti, sapendo dell'imminente aumento del costo del petrolio, bloccano le navi in arrivo per poi farle sbarcare all'indomani dell'effettivo aumento. Il Governo ci colpevolizza, ci fa sentire dei ladri ma noi in realtà non ci sentiamo nemmeno commercianti, ma ci sentiamo esecutori di ordini da parte delle nostre società le quali hanno chiesto anche a noi dei sacrifici, basti pensare che il guadagno che avevamo al litro con la lira era di 100 lire, attualmente è di 3,5 centesimi lordi». Antonio inoltre individua tra le cause alla base di questo attuale stato di cose anche la famigerata liberalizzazione delle cosiddette "pompe bianche" dello scorso decennio: «Offrono prezzi più bassi, ma subiscono anche meno controlli».
Le motivazioni dello sciopero del 25 e del 26 gennaio sono tutte rinvenibili nella parole di Antonio: «Noi gestori ci sentiamo accusati e non ci sentiamo tutelati. Noi vogliamo migliorare la qualità di un lavoro che man mano sarà sempre più digitalizzato a discapito di una clientela che verrà sempre meno tutelata. Io ho deciso di puntare sulla qualità, non ho voluto licenziare i miei dipendenti e continuo a lavorare per offrire un servizio che altrimenti diventerebbe complesso per chi non ha dimestichezza con il self-service. Oltre questo, dalla clientela si nota in maniera evidente quella che è la preoccupazione anche solo dai loro comportamenti. Si preferisce rifornire il proprio mezzo con piccole erogazioni quando si deve effettivamente utilizzare il veicolo, a differenza di quanto avveniva qualche mese fa quando i rifornimenti di grossa erogazione erano maggiori. Ogni mattina infatti la gente si affaccia e spera di ritrovare un prezzo più basso, ma il prezzo ballerino in salita sembra che ponga sempre in allerta il consumatore».
Anche Barletta quindi travolta da una crisi che senza rimedi potrà riportarci danni a lungo termine. E in un territorio già sconvolto dalle crisi economiche precedenti si spera di uscirne al più presto.
Concludiamo la conversazione con Antonio chiedendo quanto durerà questa situazione così incerta. Conclude: «Per riprendere con stabilità attenderemo Pasqua».
Antonio, gestore di un noto distributore di carburante a Barletta, ci fa infatti comprendere che ciò che sta accadendo derivi da una serie di conseguenze: «I prezzi li fanno lo Stato e i petrolieri, ed entrambi gettano le accuse su noi gestori per non assumersi le loro responsabilità. I petrolieri infatti, sapendo dell'imminente aumento del costo del petrolio, bloccano le navi in arrivo per poi farle sbarcare all'indomani dell'effettivo aumento. Il Governo ci colpevolizza, ci fa sentire dei ladri ma noi in realtà non ci sentiamo nemmeno commercianti, ma ci sentiamo esecutori di ordini da parte delle nostre società le quali hanno chiesto anche a noi dei sacrifici, basti pensare che il guadagno che avevamo al litro con la lira era di 100 lire, attualmente è di 3,5 centesimi lordi». Antonio inoltre individua tra le cause alla base di questo attuale stato di cose anche la famigerata liberalizzazione delle cosiddette "pompe bianche" dello scorso decennio: «Offrono prezzi più bassi, ma subiscono anche meno controlli».
Le motivazioni dello sciopero del 25 e del 26 gennaio sono tutte rinvenibili nella parole di Antonio: «Noi gestori ci sentiamo accusati e non ci sentiamo tutelati. Noi vogliamo migliorare la qualità di un lavoro che man mano sarà sempre più digitalizzato a discapito di una clientela che verrà sempre meno tutelata. Io ho deciso di puntare sulla qualità, non ho voluto licenziare i miei dipendenti e continuo a lavorare per offrire un servizio che altrimenti diventerebbe complesso per chi non ha dimestichezza con il self-service. Oltre questo, dalla clientela si nota in maniera evidente quella che è la preoccupazione anche solo dai loro comportamenti. Si preferisce rifornire il proprio mezzo con piccole erogazioni quando si deve effettivamente utilizzare il veicolo, a differenza di quanto avveniva qualche mese fa quando i rifornimenti di grossa erogazione erano maggiori. Ogni mattina infatti la gente si affaccia e spera di ritrovare un prezzo più basso, ma il prezzo ballerino in salita sembra che ponga sempre in allerta il consumatore».
Anche Barletta quindi travolta da una crisi che senza rimedi potrà riportarci danni a lungo termine. E in un territorio già sconvolto dalle crisi economiche precedenti si spera di uscirne al più presto.
Concludiamo la conversazione con Antonio chiedendo quanto durerà questa situazione così incerta. Conclude: «Per riprendere con stabilità attenderemo Pasqua».