Politica
Cambiare tutto affinché nulla cambi
La nota politica di Riccardo Memeo
Barletta - mercoledì 2 ottobre 2013
16.32
Cambiare tutto affinché nulla cambi. Si potrebbe attingere dal celebre "Gattopardo" per dare un titolo all'operazione politica che, nel giro di un annetto, ha sostituito alla guida della città il Sindaco Maffei con il neo-eletto Pasquale Cascella. È affascinante infatti provare a fare un raffronto tra quello che accadeva circa 12 mesi fa a Barletta, e quello che ci raccontano le cronache di questi giorni. Un anno che, politicamente parlando, sembra racchiudere un'eternità per tutti gli avvenimenti che si sono susseguiti.
Nell'estate del 2012 l'Italia era saldamente governata dal Prof. Monti e dalla sua strana maggioranza (Alfano Bersani Casini); il PD organizzava le Primarie, e il nostro Governatore Vendola si preparava per quello che doveva essere il suo approdo a Roma in veste di Vice-Premier di un probabile Governo Bersani. Insomma, la politica nazionale e regionale già viveva un gran fermento, e Barletta, naturalmente, non era da meno. L'Amministrazione Maffei era accerchiata: l'ennesima crisi politica che doveva portare all'ennesimo rimpasto; il Bilancio di previsione aveva creato un'ulteriore spaccatura nella Maggioranza, che non riusciva a portarlo in Giunta. Alcuni (pochi) coraggiosi siti di informazione cavalcavano la polemica sulle famose ferie pagate forse impropriamente ad un Dirigente fedelissimo del Sindaco. Appena qualche settimana dopo, fu deciso di staccare la spina a quella Amministrazione, il Sindaco dimissionato dichiarò di essere stato ricattato da misteriosi comitati d'affari (e lo raccontò anche alla Procura della Repubblica). Nei mesi successivi nel Centrosinistra barlettano prevalse l'idea che serviva un radicale cambiamento, che così non si poteva continuare, che era giunto il momento della responsabilità, della compattezza, e che insomma per guidare la Città era necessario un uomo di indiscussa autorevolezza, fuori dagli schemi, che avrebbe dovuto ristabilire un po' d'ordine e restituire un po' di decoro alla politica cittadina. Il resto è cronaca degli ultimi mesi: Cascella, "l'uomo di Napolitano", scende a Barletta e vince trionfalmente le elezioni: finalmente, si è detto all'indomani del suo insediamento, avremo una Maggioranza responsabile, che subisce l'autorevolezza del suo Capo, concentrata sui problemi della città e non più sulle proprie beghe politiche.
Ma siamo sicuri che stia andando veramente così? Nella prima seduta del Consiglio Comunale abbiamo assistito alla solita commedia dei franchi tiratori che, prima di eleggere il Presidente del Consiglio, hanno voluto mandare qualche dolce messaggio subliminare al Sindaco; nel secondo Consiglio, la Maggioranza è stata salvata dalla "generosità" di una Consigliera d'Opposizione (a 5 stelle). Se un anno fa qualcuno si accorse che, in sordina, un Dirigente si faceva autorizzare lauti pagamenti di presunte ferie non godute, oggi, con la stessa nonchalance, alla vigilia di Ferragosto, spunta l'assunzione di una "portavoce" del Sindaco: forse in quel giorno il famoso senso della moralità, della trasparenza e del rigore di Cascella era andato (giustamente) in vacanza. Un anno fa il centrosinistra si lacerava per le scelte sul bilancio, tanto che Maffei cadde prima che potesse essere approvato. Oggi, allo stesso modo, in Giunta e nella Maggioranza non c'è accordo sullo stesso tema, ci si divide sull'ennesimo aumento delle tasse, e intanto uno strumento fondamentale che va approvato ad inizio anno, servirà solo a programmare gli ultimi 3 mesi del 2013. Infine, come in quei film dell'orrore in cui una maledizione si ripete in modo perpetuo, ecco spuntare, puntuali dopo l'estate, le prime voci di un rimpasto, caldeggiato da diversi Consiglieri di Maggioranza, così, giusto per non perdere l'allenamento alle crisi politiche.
Insomma, il protagonista è cambiato, ma la commedia è sempre la stessa. Cambiare tutto, appunto, perché nulla cambi: e mentre i problemi in città si moltiplicano e si ingigantiscono, le lancette della politica barlettana sembrano da troppi mesi inesorabilmente ferme.
[Riccardo Memeo]
Nell'estate del 2012 l'Italia era saldamente governata dal Prof. Monti e dalla sua strana maggioranza (Alfano Bersani Casini); il PD organizzava le Primarie, e il nostro Governatore Vendola si preparava per quello che doveva essere il suo approdo a Roma in veste di Vice-Premier di un probabile Governo Bersani. Insomma, la politica nazionale e regionale già viveva un gran fermento, e Barletta, naturalmente, non era da meno. L'Amministrazione Maffei era accerchiata: l'ennesima crisi politica che doveva portare all'ennesimo rimpasto; il Bilancio di previsione aveva creato un'ulteriore spaccatura nella Maggioranza, che non riusciva a portarlo in Giunta. Alcuni (pochi) coraggiosi siti di informazione cavalcavano la polemica sulle famose ferie pagate forse impropriamente ad un Dirigente fedelissimo del Sindaco. Appena qualche settimana dopo, fu deciso di staccare la spina a quella Amministrazione, il Sindaco dimissionato dichiarò di essere stato ricattato da misteriosi comitati d'affari (e lo raccontò anche alla Procura della Repubblica). Nei mesi successivi nel Centrosinistra barlettano prevalse l'idea che serviva un radicale cambiamento, che così non si poteva continuare, che era giunto il momento della responsabilità, della compattezza, e che insomma per guidare la Città era necessario un uomo di indiscussa autorevolezza, fuori dagli schemi, che avrebbe dovuto ristabilire un po' d'ordine e restituire un po' di decoro alla politica cittadina. Il resto è cronaca degli ultimi mesi: Cascella, "l'uomo di Napolitano", scende a Barletta e vince trionfalmente le elezioni: finalmente, si è detto all'indomani del suo insediamento, avremo una Maggioranza responsabile, che subisce l'autorevolezza del suo Capo, concentrata sui problemi della città e non più sulle proprie beghe politiche.
Ma siamo sicuri che stia andando veramente così? Nella prima seduta del Consiglio Comunale abbiamo assistito alla solita commedia dei franchi tiratori che, prima di eleggere il Presidente del Consiglio, hanno voluto mandare qualche dolce messaggio subliminare al Sindaco; nel secondo Consiglio, la Maggioranza è stata salvata dalla "generosità" di una Consigliera d'Opposizione (a 5 stelle). Se un anno fa qualcuno si accorse che, in sordina, un Dirigente si faceva autorizzare lauti pagamenti di presunte ferie non godute, oggi, con la stessa nonchalance, alla vigilia di Ferragosto, spunta l'assunzione di una "portavoce" del Sindaco: forse in quel giorno il famoso senso della moralità, della trasparenza e del rigore di Cascella era andato (giustamente) in vacanza. Un anno fa il centrosinistra si lacerava per le scelte sul bilancio, tanto che Maffei cadde prima che potesse essere approvato. Oggi, allo stesso modo, in Giunta e nella Maggioranza non c'è accordo sullo stesso tema, ci si divide sull'ennesimo aumento delle tasse, e intanto uno strumento fondamentale che va approvato ad inizio anno, servirà solo a programmare gli ultimi 3 mesi del 2013. Infine, come in quei film dell'orrore in cui una maledizione si ripete in modo perpetuo, ecco spuntare, puntuali dopo l'estate, le prime voci di un rimpasto, caldeggiato da diversi Consiglieri di Maggioranza, così, giusto per non perdere l'allenamento alle crisi politiche.
Insomma, il protagonista è cambiato, ma la commedia è sempre la stessa. Cambiare tutto, appunto, perché nulla cambi: e mentre i problemi in città si moltiplicano e si ingigantiscono, le lancette della politica barlettana sembrano da troppi mesi inesorabilmente ferme.
[Riccardo Memeo]