Scuola e Lavoro
Botta e risposta fra Pompeo Camero e Gian Antonio Stella
L'autore de 'La Casta' è intervenuto sulla sponsorizzazione a scuola. L'articolo è apparso sul Corriere della Sera
BAT - lunedì 18 ottobre 2010
«Milleduecentosessantasette banchi più milleduecentosessantasette sedie: ecco cosa avrebbero potuto comperare la presidenza e la giunta della provincia a tre piazze di Barletta, Andria e Trani con i soldi spesi per arredare tre stanze». E' apparso mercoledì scorso, sulla pagine web del blog La Deriva e sul quotidiano Il Corriere della Sera, l'articolo di Gian Antonio Stella, famoso autore del libro "La casta", sulle sponsorizzazioni richieste dall'assessore della provincia BT, Pompeo Camero, per le scuole della sesta provincia prive di adeguate risorse economiche.
«Giulio Tremonti, in conflitto con quanto aveva detto il «suo» presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in piena campagna elettorale per ingraziarsi le plebi in rivolta contro gli esorbitanti costi della politica («delle province non parlo: vanno abolite»), ha appena assicurato che «in base ai dati che abbiamo, il risparmio con l' eliminazione delle province non supera i 100-200 milioni perché "eliminandole non si eliminerebbero i costi per strade e scuole" di loro competenza». Ecco qua un piccolo e curioso esempio di gestione del pubblico denaro. Dice il presidente pidiellino della provincia, Francesco Ventola (con la «t»: nessuna parentela con il governatore regionale Nichi Vendola) che «ottantottomila euro, rispetto a quello che si spende in altri enti pubblici, è ben poca cosa per gli arredi. Soprattutto per stanze così grandi». Rispondono le opposizioni, che già a giugno avevano fatto una segnalazione alla Corte dei conti sulla gestione a loro avviso non cristallina della Bat (pipistrello in inglese, Barletta-Andria-Trani nel gergo politichese), che appaiono esagerati oltre settemila euro per l' armadio, 3.700 per un tavolo, seimila per 12 sedie. [...] Ma vi chiederete: cosa c' entrano i banchi e le sedie per gli alunni? C' entrano. Perché la provincia, nata da poco e ancora alla ricerca dei locali adatti per ospitare le tre sedi in cui saranno sparpagliati gli assessori, che al momento non hanno neppure la scrivania e devono chiedere asilo nelle stanze dei funzionari, è la stessa che qualche giorno fa è finita su tutti i giornali per il bando in cui offriva alle aziende che avessero pagato un banco e una sedia (69,80 euro) di metterci sopra una placca pubblicitaria. Un' idea strampalata, accolta da mille ironie e spiegata dall' assessore all' Istruzione Pompeo Camero con le ristrettezze di bilancio: «I dirigenti scolastici hanno comunicato i dati delle iscrizioni alle prime classi che ci hanno mandato un po' fuori programmazione. Così ci siamo dovuti inventare qualcosa». Quale miglior occasione, ha spiegato, per coinvolgere le famiglie? Alle aziende, volendo, potrebbero subentrare i genitori: «Questo banco è offerto da mamma e papà».
Altrettanto rapida e appassionata è l'immediata risposta dell'assessore Camero, che non risparmia critiche e contraddittori ironici all'arguto Stella. Segue il testo integrale del suo comunicato stampa: «Certo che finire sotto i riflettori di Gian Antonio Stella, coautore de "La Casta", per la sponsorizzazione dei banchi delle scuole superiori della Provincia di Barletta Andria Trani, non lo avrei mai immaginato; Lui è un cronista serio e stimato, che seguo da tempo proprio perché, attraverso la denuncia mediatica, combatte corruzione e sprechi della pubblica amministrazione; io invece sono un semplice dirigente pubblico ed Assessore alla Pubblica Istruzione da poco più di un anno nella riferita Provincia. Purtuttavia, apprendo dalle pagine del Corriere della Sera del 13 ottobre di una sua invettiva nei confronti della neo insediata Amministrazione Provinciale BAT, per avere la stessa speso ottantottomila euro in allestimento ex novo di uffici di rappresentanza (e non soltanto 3 stanze come riferisce Stella, bensì anche quelle per assessorati e gruppi consiliari)che non aveva ancora nonostante fossero trascorsi sei mesi dall'insediamento degli Organi collegiali e monocratici, mobilio che si presume peraltro debba per ciclicità inventariale durare nei prossimi trent'anni, spendendo danaro che con tanto di calcolo del cronista, sarebbe bastato per acquistare 1.267 banchi di scuola e 1.267 sedie. Mi spiace far osservare all'illustre articolista che gli è però sfuggito di evidenziarne il periodo al quale l'approvvigionamento citato risale, giustappunto fine 2009 con primo esperimento effettuato dalla Provincia di Bari e successivo della BAT del gennaio-febbraio 2010, quando le nostre scuole erano invece ancora stabilmente gestite per il tramite degli Uffici, dei Funzionari e dei Dirigenti della Provincia di Bari, in virtù di una convenzione, sottoscritta ai sensi dell'art. 30 del D.lgs. n. 267/2000, durata poi sino a tutto il 31 maggio scorso.
Gli è sfuggito inoltre di cogliere un aspetto essenziale di quella che lui definisce "un'idea strampalata", ovverosia che la provincia "pipistrello" secondo il suo politichese, non andando soggetta al "patto di stabilità interno" per esser di nuova istituzione, avrebbe potuto, nonostante le tardive comunicazioni dei dirigenti scolastici, ripetutamente sollecitate, rimediare alle sfasature determinatesi nella programmazione degli acquisti, reperendo ulteriori risorse, intervento gestionale peraltro parallelamente puntualmente avviato. Ha completamente sorvolato poi su tutto lo studio preliminare fatto antecedentemente all'avvio dell'iniziativa dalle "mille ironie" ma dalle centomila emulazioni e posto a corredo del Bando tuttora in pubblicazione, così come non ha colto la cristallina voglia di trasparenza e di coinvolgimento della società civile nel tema della Scuola, fattore che dall'Avviso Pubblico traspare chiaramente, ben al di là dei soliti temi mediaticamente più cavalcati, come precari e riforma Gelmini. Stella si abbandona invece all'argomento arredi, già denunciato da un consigliere provinciale di minoranza in apposito esposto inoltrato mesi or sono alla Corte dei Conti, sulla connessa procedura di gara aperta, con aggiudicazione ad offerta più vantaggiosa sulla scorta di requisiti economici e tecnici posti a base dell'incanto; lui, che è un esperto in materia, avrebbe dovuto quantomeno verificare prima, che ne è della disamina certamente effettuata in via ispettiva dall'Organo di Controllo! spero soltanto che non si sia fatto armar la mano come killer d'altri tempi, mentre invece c'era da attendersi uno dei suoi più acuti approfondimenti. Non vorrei che la voglia di gogna mediatica possa averlo indotto ad un giudizio sommario.
Mi spiace constatare sul piano tecnico che, con l'improponibile parallelo operato dal giornalista tra le due scelte amministrative, sfasato nei tempi quanto "stravagante" nel metodo, mi è cascato un mito: una sorta di Stella cadente fuori tempo massimo. A questo punto mi verrebbe da chiedere al dottor Stella: ma per gli uffici di rappresentanza, avremmo dovuto forse comprare i mobili dall'IKEA?».
«Giulio Tremonti, in conflitto con quanto aveva detto il «suo» presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in piena campagna elettorale per ingraziarsi le plebi in rivolta contro gli esorbitanti costi della politica («delle province non parlo: vanno abolite»), ha appena assicurato che «in base ai dati che abbiamo, il risparmio con l' eliminazione delle province non supera i 100-200 milioni perché "eliminandole non si eliminerebbero i costi per strade e scuole" di loro competenza». Ecco qua un piccolo e curioso esempio di gestione del pubblico denaro. Dice il presidente pidiellino della provincia, Francesco Ventola (con la «t»: nessuna parentela con il governatore regionale Nichi Vendola) che «ottantottomila euro, rispetto a quello che si spende in altri enti pubblici, è ben poca cosa per gli arredi. Soprattutto per stanze così grandi». Rispondono le opposizioni, che già a giugno avevano fatto una segnalazione alla Corte dei conti sulla gestione a loro avviso non cristallina della Bat (pipistrello in inglese, Barletta-Andria-Trani nel gergo politichese), che appaiono esagerati oltre settemila euro per l' armadio, 3.700 per un tavolo, seimila per 12 sedie. [...] Ma vi chiederete: cosa c' entrano i banchi e le sedie per gli alunni? C' entrano. Perché la provincia, nata da poco e ancora alla ricerca dei locali adatti per ospitare le tre sedi in cui saranno sparpagliati gli assessori, che al momento non hanno neppure la scrivania e devono chiedere asilo nelle stanze dei funzionari, è la stessa che qualche giorno fa è finita su tutti i giornali per il bando in cui offriva alle aziende che avessero pagato un banco e una sedia (69,80 euro) di metterci sopra una placca pubblicitaria. Un' idea strampalata, accolta da mille ironie e spiegata dall' assessore all' Istruzione Pompeo Camero con le ristrettezze di bilancio: «I dirigenti scolastici hanno comunicato i dati delle iscrizioni alle prime classi che ci hanno mandato un po' fuori programmazione. Così ci siamo dovuti inventare qualcosa». Quale miglior occasione, ha spiegato, per coinvolgere le famiglie? Alle aziende, volendo, potrebbero subentrare i genitori: «Questo banco è offerto da mamma e papà».
Altrettanto rapida e appassionata è l'immediata risposta dell'assessore Camero, che non risparmia critiche e contraddittori ironici all'arguto Stella. Segue il testo integrale del suo comunicato stampa: «Certo che finire sotto i riflettori di Gian Antonio Stella, coautore de "La Casta", per la sponsorizzazione dei banchi delle scuole superiori della Provincia di Barletta Andria Trani, non lo avrei mai immaginato; Lui è un cronista serio e stimato, che seguo da tempo proprio perché, attraverso la denuncia mediatica, combatte corruzione e sprechi della pubblica amministrazione; io invece sono un semplice dirigente pubblico ed Assessore alla Pubblica Istruzione da poco più di un anno nella riferita Provincia. Purtuttavia, apprendo dalle pagine del Corriere della Sera del 13 ottobre di una sua invettiva nei confronti della neo insediata Amministrazione Provinciale BAT, per avere la stessa speso ottantottomila euro in allestimento ex novo di uffici di rappresentanza (e non soltanto 3 stanze come riferisce Stella, bensì anche quelle per assessorati e gruppi consiliari)che non aveva ancora nonostante fossero trascorsi sei mesi dall'insediamento degli Organi collegiali e monocratici, mobilio che si presume peraltro debba per ciclicità inventariale durare nei prossimi trent'anni, spendendo danaro che con tanto di calcolo del cronista, sarebbe bastato per acquistare 1.267 banchi di scuola e 1.267 sedie. Mi spiace far osservare all'illustre articolista che gli è però sfuggito di evidenziarne il periodo al quale l'approvvigionamento citato risale, giustappunto fine 2009 con primo esperimento effettuato dalla Provincia di Bari e successivo della BAT del gennaio-febbraio 2010, quando le nostre scuole erano invece ancora stabilmente gestite per il tramite degli Uffici, dei Funzionari e dei Dirigenti della Provincia di Bari, in virtù di una convenzione, sottoscritta ai sensi dell'art. 30 del D.lgs. n. 267/2000, durata poi sino a tutto il 31 maggio scorso.
Gli è sfuggito inoltre di cogliere un aspetto essenziale di quella che lui definisce "un'idea strampalata", ovverosia che la provincia "pipistrello" secondo il suo politichese, non andando soggetta al "patto di stabilità interno" per esser di nuova istituzione, avrebbe potuto, nonostante le tardive comunicazioni dei dirigenti scolastici, ripetutamente sollecitate, rimediare alle sfasature determinatesi nella programmazione degli acquisti, reperendo ulteriori risorse, intervento gestionale peraltro parallelamente puntualmente avviato. Ha completamente sorvolato poi su tutto lo studio preliminare fatto antecedentemente all'avvio dell'iniziativa dalle "mille ironie" ma dalle centomila emulazioni e posto a corredo del Bando tuttora in pubblicazione, così come non ha colto la cristallina voglia di trasparenza e di coinvolgimento della società civile nel tema della Scuola, fattore che dall'Avviso Pubblico traspare chiaramente, ben al di là dei soliti temi mediaticamente più cavalcati, come precari e riforma Gelmini. Stella si abbandona invece all'argomento arredi, già denunciato da un consigliere provinciale di minoranza in apposito esposto inoltrato mesi or sono alla Corte dei Conti, sulla connessa procedura di gara aperta, con aggiudicazione ad offerta più vantaggiosa sulla scorta di requisiti economici e tecnici posti a base dell'incanto; lui, che è un esperto in materia, avrebbe dovuto quantomeno verificare prima, che ne è della disamina certamente effettuata in via ispettiva dall'Organo di Controllo! spero soltanto che non si sia fatto armar la mano come killer d'altri tempi, mentre invece c'era da attendersi uno dei suoi più acuti approfondimenti. Non vorrei che la voglia di gogna mediatica possa averlo indotto ad un giudizio sommario.
Mi spiace constatare sul piano tecnico che, con l'improponibile parallelo operato dal giornalista tra le due scelte amministrative, sfasato nei tempi quanto "stravagante" nel metodo, mi è cascato un mito: una sorta di Stella cadente fuori tempo massimo. A questo punto mi verrebbe da chiedere al dottor Stella: ma per gli uffici di rappresentanza, avremmo dovuto forse comprare i mobili dall'IKEA?».