La città
“Black Lives Matter”, Barletta in ginocchio per i troppi George Floyd
Piazza “Aldo Moro” si è riempita di testimonianze e contributi di studenti e cittadini per cui anche “il silenzio è violenza”
Barletta - sabato 13 giugno 2020
07.30
"Per favore, non riesco a respirare". Sono le parole che accompagnano le immagini strazianti degli ultimi 8 minuti e 46 secondi di vita di George Floyd, l'uomo afroamericano immobilizzato sull'asfalto da un poliziotto, con un ginocchio sul collo , in Minnesota, lo scorso 25 maggio.
«Il cambiamento potrà partire – osservano dall'Unione degli Studenti di Barletta – quando la scuola, luogo di formazione principale dell'individuo, diventerà più inclusiva. È necessaria una società più inclusiva per evitare di vedere il "diverso" come qualcosa di sbagliato o come un errore».
Quasi 9 minuti di silenzio. Tutti in ginocchio per ricordare i troppi George vittime di violenza e discriminazione. Un gesto divenuto il simbolo di proteste e mobilitazioni che hanno riportato all'attenzione pubblica le questioni della rivendicazione dei diritti umani e della discriminazione razziale, retaggio culturale con cui gli USA fanno ancora i conti.
«Nessuno può essere discriminato per il colore della pelle e nessuno può essere lasciato solo – il commento di Roberto Tarantino (ANPI Bat) – È molto importante far sentire che in tutto il mondo ci sono delle persone che non ci stanno».
Da Minneapolis il volto di George Floyd è divenuto simbolo di un movimento che ha preso piede anche nelle città di Detroit, Washington, New York, Philadelphia, Chicago, a volte con risvolti violenti che stanno mettendo in difficoltà il Presidente Donald Trump, per poi diffondersi a macchia di leopardo in tutto il pianeta.
Un messaggio di vicinanza è giunto anche da Mimmo Lucano, il sindaco di Riace che, seppur a distanza, ha dato il suo contributo alla manifestazione barlettana. «Riace non è stato un centro di corruzione o di illegalità – ha detto Roberto Tarantino – ma un eccellente esperimento di un modo diverso di vivere».
Al grido pacifico "Black Lives Matter" ha aderito anche la città di Barletta che, nel pomeriggio di ieri, ha riempito piazza "Aldo Moro" di testimonianze e contributi di studenti e cittadini per cui anche "il silenzio è violenza". All'iniziativa hanno preso parte l'Unione degli Studenti di Barletta, l'Arci Cafiero, il Collettivo Exit, l'Anpi Bat e il gruppo consiliare Coalizione civica.«Il cambiamento potrà partire – osservano dall'Unione degli Studenti di Barletta – quando la scuola, luogo di formazione principale dell'individuo, diventerà più inclusiva. È necessaria una società più inclusiva per evitare di vedere il "diverso" come qualcosa di sbagliato o come un errore».
Quasi 9 minuti di silenzio. Tutti in ginocchio per ricordare i troppi George vittime di violenza e discriminazione. Un gesto divenuto il simbolo di proteste e mobilitazioni che hanno riportato all'attenzione pubblica le questioni della rivendicazione dei diritti umani e della discriminazione razziale, retaggio culturale con cui gli USA fanno ancora i conti.
«Nessuno può essere discriminato per il colore della pelle e nessuno può essere lasciato solo – il commento di Roberto Tarantino (ANPI Bat) – È molto importante far sentire che in tutto il mondo ci sono delle persone che non ci stanno».
Da Minneapolis il volto di George Floyd è divenuto simbolo di un movimento che ha preso piede anche nelle città di Detroit, Washington, New York, Philadelphia, Chicago, a volte con risvolti violenti che stanno mettendo in difficoltà il Presidente Donald Trump, per poi diffondersi a macchia di leopardo in tutto il pianeta.
Un messaggio di vicinanza è giunto anche da Mimmo Lucano, il sindaco di Riace che, seppur a distanza, ha dato il suo contributo alla manifestazione barlettana. «Riace non è stato un centro di corruzione o di illegalità – ha detto Roberto Tarantino – ma un eccellente esperimento di un modo diverso di vivere».