Politica
Benvenuti a Barletta, città della crisi politica
Rimpasto e resa dei conti: il ritorno al passato che non ci ha mai lasciato
Barletta - lunedì 10 febbraio 2014
11.00
A volte ritornano, se mai se ne fossero davvero andati via. Torna, già latente da mesi (o già dall'inizio della nuova amministrazione), ed ora più che mai palese, la parola più abusata della politica attuale: rimpasto. Torna (ma a Barletta ci siamo ormai abituati), con la massima intensità e tensione del caso, l'equazione più bassa della politica locale: Consiglio comunale uguale resa dei conti. Che dire: benvenuti a Barletta, città della crisi politica.
Sono passati 8 mesi esatti dalla vittoria elettorale al ballottaggio di Pasquale Cascella. Nella prima intervista da neo-sindaco a Barlettalife, a comparire al suo fianco era il suo primo assessore scelto già prima dell'elezione a sindaco, cioè il prof. Ugo Villani. Il primo ad entrare a far parte dell'amministrazione Cascella, ma anche il primo, dopo circa quattro mesi, a dimettersi dal suo incarico di assessore alla Trasparenza, Legalità e Partecipazione. Da quell'inizio del novembre scorso, eravamo già inevitabilmente davanti alla prima vera crepa politica: una ferita difficile da rimarginare. Ma lo stesso mese di novembre è stato il mese burrascoso che ha portato all'approvazione del bilancio 2013, e assieme a questo, l'esplosione della polemica già da settimane in corso (a cui si è aggiunto il caso delle "citazioni" nelle linee programmatiche), nei confronti proprio dell'assessore al Bilancio, Lorenzo Chieppa, sul quale era iniziata a pendere la sfiducia del gruppo consiliare di Scelta Civica (Lanotte e Maffione).
Da lì in poi si è aperta una questione di verifica politica, e si è fatto nuovamente largo (come se la città non fosse già abituata) lo spettro del rimpasto, la cui sagoma era da alcuni già stata avvistata sin dall'inizio della nuova esperienza amministrativa: al centro, la mancata digestione da parte dei partiti, rappresentati in Consiglio comunale da molti dei principali protagonisti delle precedenti stagioni (e quindi complici, in questi problemi intestinali, le vecchie abitudini della politica barlettana), della «Giunta politica del sindaco» voluta da Pasquale Cascella, nella quale le forze politiche hanno ricevuto una pari rappresentanza (un assessore ciascuno) al di là del peso elettorale ottenuto, e il sindaco ha riservato per sé la scelta di alcuni nomi esterni ai partiti.
Oggi quei mal di pancia tipici della politica barlettana sono nuovamente sui tavoli politici, e la città rivive momenti che qualcuno pensava fossero stati messi alle spalle, ma evidentemente le continuità politiche sono assai difficili da sradicare, soprattutto se, come detto, molti dei protagonisti sono gli stessi. E' bastato così che qualcuno facesse il primo passo (la sfiducia nero su bianco di Scelta Civica), per far sì che anche gli altri uscissero alla spicciolata allo scoperto, fuori dall'ingiustificabile ipocrisia esercitata in tutti questi mesi. A dare il via libera a questo spettacolo, l'arrivo, dopo l'addio di Villani, della seconda crepa: le dimissioni di Chieppa.
Il Consiglio comunale che sta per incominciare (in ballo ci sono le importanti approvazioni delle Linee Programmatiche di Mandato 2013-2018 e del Piano Sociale di Zona 2014-2016, che vale oltre 14 milioni di euro), rischia ora di trasformarsi in nuovo ring, con il ritorno di un momento, al quale, come detto all'inizio, la città è purtroppo abituata: un Consiglio comunale come resa dei conti.
Cascella ha per il momento chiuso la porta alle richieste di stravolgimenti della sua Giunta. «Altra cosa è mettere in discussione la natura e il carattere complessivo della giunta: in quel caso il problema riguarderebbe me come sindaco». Così aveva affermato il sindaco, nell'intervista di inizio anno a Barlettalife, distinguendo questa ipotesi da quelle di singole sostituzioni senza alterazione degli equilibri, sulle quali era sembrato più aperto. E per ribadire la sua posizione aveva aggiunto: «Non cambierà l'equilibrio tra la rappresentanza dei partiti e quella politico sociale della città, cambiare questo equilibrio apparterrebbe a logiche politiche vecchie che non sono le mie». La città aspetta ora di vedere quali logiche saranno a prevalere.
Sono passati 8 mesi esatti dalla vittoria elettorale al ballottaggio di Pasquale Cascella. Nella prima intervista da neo-sindaco a Barlettalife, a comparire al suo fianco era il suo primo assessore scelto già prima dell'elezione a sindaco, cioè il prof. Ugo Villani. Il primo ad entrare a far parte dell'amministrazione Cascella, ma anche il primo, dopo circa quattro mesi, a dimettersi dal suo incarico di assessore alla Trasparenza, Legalità e Partecipazione. Da quell'inizio del novembre scorso, eravamo già inevitabilmente davanti alla prima vera crepa politica: una ferita difficile da rimarginare. Ma lo stesso mese di novembre è stato il mese burrascoso che ha portato all'approvazione del bilancio 2013, e assieme a questo, l'esplosione della polemica già da settimane in corso (a cui si è aggiunto il caso delle "citazioni" nelle linee programmatiche), nei confronti proprio dell'assessore al Bilancio, Lorenzo Chieppa, sul quale era iniziata a pendere la sfiducia del gruppo consiliare di Scelta Civica (Lanotte e Maffione).
Da lì in poi si è aperta una questione di verifica politica, e si è fatto nuovamente largo (come se la città non fosse già abituata) lo spettro del rimpasto, la cui sagoma era da alcuni già stata avvistata sin dall'inizio della nuova esperienza amministrativa: al centro, la mancata digestione da parte dei partiti, rappresentati in Consiglio comunale da molti dei principali protagonisti delle precedenti stagioni (e quindi complici, in questi problemi intestinali, le vecchie abitudini della politica barlettana), della «Giunta politica del sindaco» voluta da Pasquale Cascella, nella quale le forze politiche hanno ricevuto una pari rappresentanza (un assessore ciascuno) al di là del peso elettorale ottenuto, e il sindaco ha riservato per sé la scelta di alcuni nomi esterni ai partiti.
Oggi quei mal di pancia tipici della politica barlettana sono nuovamente sui tavoli politici, e la città rivive momenti che qualcuno pensava fossero stati messi alle spalle, ma evidentemente le continuità politiche sono assai difficili da sradicare, soprattutto se, come detto, molti dei protagonisti sono gli stessi. E' bastato così che qualcuno facesse il primo passo (la sfiducia nero su bianco di Scelta Civica), per far sì che anche gli altri uscissero alla spicciolata allo scoperto, fuori dall'ingiustificabile ipocrisia esercitata in tutti questi mesi. A dare il via libera a questo spettacolo, l'arrivo, dopo l'addio di Villani, della seconda crepa: le dimissioni di Chieppa.
Il Consiglio comunale che sta per incominciare (in ballo ci sono le importanti approvazioni delle Linee Programmatiche di Mandato 2013-2018 e del Piano Sociale di Zona 2014-2016, che vale oltre 14 milioni di euro), rischia ora di trasformarsi in nuovo ring, con il ritorno di un momento, al quale, come detto all'inizio, la città è purtroppo abituata: un Consiglio comunale come resa dei conti.
Cascella ha per il momento chiuso la porta alle richieste di stravolgimenti della sua Giunta. «Altra cosa è mettere in discussione la natura e il carattere complessivo della giunta: in quel caso il problema riguarderebbe me come sindaco». Così aveva affermato il sindaco, nell'intervista di inizio anno a Barlettalife, distinguendo questa ipotesi da quelle di singole sostituzioni senza alterazione degli equilibri, sulle quali era sembrato più aperto. E per ribadire la sua posizione aveva aggiunto: «Non cambierà l'equilibrio tra la rappresentanza dei partiti e quella politico sociale della città, cambiare questo equilibrio apparterrebbe a logiche politiche vecchie che non sono le mie». La città aspetta ora di vedere quali logiche saranno a prevalere.