La città
Bat, il piccolo commercio in ferie ma solo per qualche giorno
Cambia anche il modo di comunicarlo alla clientela. «L'offerta è aumentata, il pane lo trovi caldo anche la domenica»
BAT - domenica 19 agosto 2012
«Un tempo le città desertificate ad agosto e la difficoltà di reperire anche i beni di prima necessita facevano notizia ma oggi non e più cosi». Non insolita e arguta la nota che Savino Montaruli, presidente di Uninpresa B.A.T., destina alla nostra redazione e che così prosegue. «L'offerta è aumentata e il pane lo trovi caldo anche la domenica mattina e cosa importa se il fornaio ha dovuto lavorare anche per l'intera notte del sabato, fino ad allora unica e sola notte di riposo e forse anche di intimità familiare. Tutto questo è svanito così come sono un ricordo quei cartelli che dietro le grigie serrande di negozi informavano la clientela della chiusura per ferie. In genere si trattava della chiusura per i canonici quindici giorni. Oggi anche il modo di comunicare le ferie alla clientela è cambiato ed ecco che non si leggono più i tradizionali e colorati cartelli con su scritto: "questo esercizio rimane chiuso per ferie dal 13 al 26 agosto ma dei cartelli nero su bianco con scritto: "riapriamo venerdì 17 agosto" quasi a voler omettere di scrivere che quell'esercizio è rimasto chiuso solo i giorni 15 e 16 agosto e "nascondere" un'altra verità cioè quella che, un tempo, scrivere che il negozio restava chiuso per 15 giorni significava un vanto per l'esercente perché voleva dire che quei 15 giorni erano il meritato riposo per un anno duro di lavoro (e di incassi) mentre oggi quel "riapriamo venerdì 17 agosto" è forse solo un modo per dire che quel negozio comunque ha intenzione di riaprire e che, al contrario di molti altri, non cesserà la sua esistenza, dopo decenni di onorato servizio».
«C'era un tempo in cui, però, anche di fronte alla chiusura di una bottega storica, di un negozio, di un bar o di un'attività artigianale si scatenava la notizia e tutti ne parlavano come una grave perdita. Anche questo oggi è svanito e mentre il commercio muore esiste ancora chi chiede ai musicisti di continuare a suonare. Peccato che quei direttori orchestra sono gli stessi che per tanti anni hanno pensato di trovarsi ad una matrimonio mentre erano ad un funerale».
«C'era un tempo in cui, però, anche di fronte alla chiusura di una bottega storica, di un negozio, di un bar o di un'attività artigianale si scatenava la notizia e tutti ne parlavano come una grave perdita. Anche questo oggi è svanito e mentre il commercio muore esiste ancora chi chiede ai musicisti di continuare a suonare. Peccato che quei direttori orchestra sono gli stessi che per tanti anni hanno pensato di trovarsi ad una matrimonio mentre erano ad un funerale».