Viva
Barlettalife compera voti usati
Triste ironia contro la compravendita del voto. La città assediata dall’incertezza della rappresentatività amministrativa
Barletta - venerdì 3 giugno 2011
12.09
Non è vero che prevalga la rassegnazione sulla questione compravendita voti in questa edizione elezioni amministrative 2011. C'è invece una richiesta di riscatto morale di una cittadinanza che sta esplodendo silenziosa e anche socialmente pericolosa. E' la stessa governabilità amministrativa calda ancora di scrutinio ad essere messa in forte discussione. Una credibilità che tentenna ancor prima di insediarsi ufficialmente. Gli eletti sono sospettati, tutti indistintamente e questa insidia politica frattura l'immediato futuro della città destinandola alla peggior governabilità. A ragione o a parziale torto il cittadino non si sente tutelato dalla rappresentatività del parlamentino comunale. La vicenda compra-vendita del voto sta minando il tessuto credibile di quel segmento numerosissimo di popolazione che ora desidera trasparenza assoluta, giustizia assoluta. E' quella che il proprio voto non l'ha ceduto e che non lo concambierebbe con nessuna quantità di euro.
Costoro si intestardiscono anche con la informazione che da molto tempo perpetua il messaggio voto-anti-vendita. Ad esempio la nostra testata che nonostante la penetrazione assillante sul tema , non trova positivo riscontro per quell'operazione trasparenza-etica apparecchiata da molto prima del confronto elettorale. Il lettore pur capendo e apprezzando il nostro sforzo oramai longevo, ci accusa, si ci accusa di dover fare di più. Di interessare noi la magistratura, di fare denunce, di sopportare il peso dell'impossibile. E' la rabbia inaudita della insopportabilità di una situazione endemica e strisciante che calpesta sia i diritti che i doveri del cittadino votante. Noi siamo scesi in piazza per spiegare il nostro lavoro, per "comperare il voto già usato", quale metaforico premio a quanti hanno votato secondo la loro candida coscienza. Nessuno di coloro con cui abbiamo parlato, vivacemente tutto il pomeriggio, ci ha ceduto il loro limpido sacrosanto voto usato.
Noi di Barlettalife potevamo "pagarlo" solo con notizie sconfortanti, con i commenti disperati dei lettori e con i nostri articoli che abbiamo diffuso spiegandoli. Ciascun redattore di Barlettalife ha retto l'urto del malcontento e come detto, non della rassegnazione. Siamo scesi in piazza per soddisfare il confronto diretto che ci è stato sollecitato. Lo faremo ancora perché siamo rientrati in sede con rinnovate positive energie rigenerate dalla forza della civiltà, questa volta a noi distillata. Inusuale veder scendere in piazza, una redazione intera è vero. E i più meravigliati, ineleganti stolti, ci hanno lanciato occhiatacce arroganti, forse volendo dissalare il nostro autentico lavoro. Barlettalife è notissima per le sue battaglie civili e non "soffre" di protagonismo da gazebo.
Costoro si intestardiscono anche con la informazione che da molto tempo perpetua il messaggio voto-anti-vendita. Ad esempio la nostra testata che nonostante la penetrazione assillante sul tema , non trova positivo riscontro per quell'operazione trasparenza-etica apparecchiata da molto prima del confronto elettorale. Il lettore pur capendo e apprezzando il nostro sforzo oramai longevo, ci accusa, si ci accusa di dover fare di più. Di interessare noi la magistratura, di fare denunce, di sopportare il peso dell'impossibile. E' la rabbia inaudita della insopportabilità di una situazione endemica e strisciante che calpesta sia i diritti che i doveri del cittadino votante. Noi siamo scesi in piazza per spiegare il nostro lavoro, per "comperare il voto già usato", quale metaforico premio a quanti hanno votato secondo la loro candida coscienza. Nessuno di coloro con cui abbiamo parlato, vivacemente tutto il pomeriggio, ci ha ceduto il loro limpido sacrosanto voto usato.
Noi di Barlettalife potevamo "pagarlo" solo con notizie sconfortanti, con i commenti disperati dei lettori e con i nostri articoli che abbiamo diffuso spiegandoli. Ciascun redattore di Barlettalife ha retto l'urto del malcontento e come detto, non della rassegnazione. Siamo scesi in piazza per soddisfare il confronto diretto che ci è stato sollecitato. Lo faremo ancora perché siamo rientrati in sede con rinnovate positive energie rigenerate dalla forza della civiltà, questa volta a noi distillata. Inusuale veder scendere in piazza, una redazione intera è vero. E i più meravigliati, ineleganti stolti, ci hanno lanciato occhiatacce arroganti, forse volendo dissalare il nostro autentico lavoro. Barlettalife è notissima per le sue battaglie civili e non "soffre" di protagonismo da gazebo.