Eventi
Barletta ricorda i martiri delle Foibe, le parole di Stella Mele
Ospite a Palazzo della Marra lo scrittore Marcello Veneziani
Barletta - domenica 10 febbraio 2019
22.21 Comunicato Stampa
Si è tenuto giovedì 7 febbraio, presso il salone delle conferenze del Palazzo della Marra a Barletta, l'incontro con lo scrittore, giornalista e filosofo, Marcello Veneziani, in occasione del Giorno del Ricordo. Il dibattito è stato promosso da Stella Mele, Presidente della Commissione Cultura.
"Ho voluto fortemente questa iniziativa perché da italiana sento di dover assolvere ad un dovere che ogni cittadino italiano dovrebbe sentire come proprio e cioè quello di mantenere viva la memoria degli oltre 11.000 nostri connazionali infoibati dai partigiani slavi e dei 350.000 esuli dalle terre dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia" - dichiara il Consigliere Comunale Stella Mele - "l'ho voluta fortemente perché ritengo che i martiri delle Foibe siano stati uccisi due volte, una volta dai comunisti di Tito e un'altra volta dalla storia che li ha dimenticati. Quella delle Foibe fu un vero e proprio massacro di massa, consumatosi nell'immediato secondo dopoguerra e che mirava all'eliminazione della popolazione italiana contraria al comunismo del maresciallo Tito che occupò quelle terre. Ad essere torturati, violentati, seviziati e uccisi furono civili e soldati. Donne, uomini e bambini che opponendosi al regime comunista, dopo aver subito atrocità di ogni genere, venivano legati ad un filo di ferro e gettati nelle cavità naturali del Carso (sull'altopiano alle spalle della Città di Trieste e dell'Istria), profonde decine di metri.
La parola "foiba", infatti, è un latinismo, significa "fossa, buca". La Loro è la storia di nostri connazionali che si ritrovarono stranieri in Patria e che laddove non infoibati, lasciarono per sempre la loro casa per continuare ad essere italiani. Due volte italiani, quindi. Una volta per nascita e una volta per scelta. Per questo, in qualità di Presidente della Commissione Cultura del Comune di Barletta, unitamente alla collaborazione di Michele Grimaldi, Responsabile della locale sezione dell'Archivio di Stato, del dott. Giuseppe Dicuonzo, profugo di prima generazione (nato a Pola da madre autoctona istriana) e Vice Presidente Nazionale dell'Associazione Nazionale Culturale "Famiglia Dignanese", del Fiof, del Rotary Club e dell'Unimri, che hanno curato ed allestito la mostra documentale fotografica dal titolo "Le Radici, il Ricordo...il Futuro" (che resterà aperta dal 7 al 17 febbraio 2019 dalle ore 10,00 alle ore 20,00 di ogni giorno escluso il lunedì), ho inteso ricordare il sacrificio di questi italiani che non sempre, o quasi mai, hanno trovato posto nei libri di storia, di scuola o nei programmi scolastici. Ho ritenuto doveroso ricordare questa orribile pagina di storia italiana perché per oltre cinquan'anni ne è stato negato il ricordo. Solo nei primi anni del 2000, infatti, dopo anni di oblio, la pagina delle foibe e dell'esodo istriano, giuliano-dalmata tornó alla ribalta, quando con la Legge n.92 del 30 Marzo 2004 veniva istituito il 10 Febbraio come "GIORNO DEL RICORDO".
L'iniziativa, che ha visto la preziosa partecipazione di Marcello Veneziani, i saluti del Sindaco Mino Cannito, del Sen. Dario Damiani, di Don Filippo Salvo e del Vice Prefetto dott. Gaetano Tufariello, non mira a dividere, ma a diffondere la conoscenza di quei tragici eventi sui quali ancora oggi vi sono ingiustificabili ombre di negazionismo. Con la viva speranza di poter addivenire ad una riappacificazione nazionale su temi che ancora dividono".
"Ho voluto fortemente questa iniziativa perché da italiana sento di dover assolvere ad un dovere che ogni cittadino italiano dovrebbe sentire come proprio e cioè quello di mantenere viva la memoria degli oltre 11.000 nostri connazionali infoibati dai partigiani slavi e dei 350.000 esuli dalle terre dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia" - dichiara il Consigliere Comunale Stella Mele - "l'ho voluta fortemente perché ritengo che i martiri delle Foibe siano stati uccisi due volte, una volta dai comunisti di Tito e un'altra volta dalla storia che li ha dimenticati. Quella delle Foibe fu un vero e proprio massacro di massa, consumatosi nell'immediato secondo dopoguerra e che mirava all'eliminazione della popolazione italiana contraria al comunismo del maresciallo Tito che occupò quelle terre. Ad essere torturati, violentati, seviziati e uccisi furono civili e soldati. Donne, uomini e bambini che opponendosi al regime comunista, dopo aver subito atrocità di ogni genere, venivano legati ad un filo di ferro e gettati nelle cavità naturali del Carso (sull'altopiano alle spalle della Città di Trieste e dell'Istria), profonde decine di metri.
La parola "foiba", infatti, è un latinismo, significa "fossa, buca". La Loro è la storia di nostri connazionali che si ritrovarono stranieri in Patria e che laddove non infoibati, lasciarono per sempre la loro casa per continuare ad essere italiani. Due volte italiani, quindi. Una volta per nascita e una volta per scelta. Per questo, in qualità di Presidente della Commissione Cultura del Comune di Barletta, unitamente alla collaborazione di Michele Grimaldi, Responsabile della locale sezione dell'Archivio di Stato, del dott. Giuseppe Dicuonzo, profugo di prima generazione (nato a Pola da madre autoctona istriana) e Vice Presidente Nazionale dell'Associazione Nazionale Culturale "Famiglia Dignanese", del Fiof, del Rotary Club e dell'Unimri, che hanno curato ed allestito la mostra documentale fotografica dal titolo "Le Radici, il Ricordo...il Futuro" (che resterà aperta dal 7 al 17 febbraio 2019 dalle ore 10,00 alle ore 20,00 di ogni giorno escluso il lunedì), ho inteso ricordare il sacrificio di questi italiani che non sempre, o quasi mai, hanno trovato posto nei libri di storia, di scuola o nei programmi scolastici. Ho ritenuto doveroso ricordare questa orribile pagina di storia italiana perché per oltre cinquan'anni ne è stato negato il ricordo. Solo nei primi anni del 2000, infatti, dopo anni di oblio, la pagina delle foibe e dell'esodo istriano, giuliano-dalmata tornó alla ribalta, quando con la Legge n.92 del 30 Marzo 2004 veniva istituito il 10 Febbraio come "GIORNO DEL RICORDO".
L'iniziativa, che ha visto la preziosa partecipazione di Marcello Veneziani, i saluti del Sindaco Mino Cannito, del Sen. Dario Damiani, di Don Filippo Salvo e del Vice Prefetto dott. Gaetano Tufariello, non mira a dividere, ma a diffondere la conoscenza di quei tragici eventi sui quali ancora oggi vi sono ingiustificabili ombre di negazionismo. Con la viva speranza di poter addivenire ad una riappacificazione nazionale su temi che ancora dividono".