Eventi
Barletta Pride 2013: la comunità LGBTQIA è il mainstream sociale?
Ieri la conferenza stampa di presentazione dell'evento. Tutela dei minori, transessualismo e ruolo familiare i temi del Pride
Barletta - lunedì 10 giugno 2013
«Il Barletta Pride 2013 è finalmente una realtà e ringrazio tutte le istituzioni patrocinanti per averci supportato in questo evento, a cui siamo giunti con non poche difficoltà». Così ha esordito il presidente dell'arcigay Bat, Michele Pio Antonini, nel corso della conferenza stampa di ieri mattina presso l'Ipanema Club a Barletta. Il Barletta Pride vuole portare una ventata di aria fresca sui visi pugliesi, per i quali la constatazione sociale dei diritti a lesbiche, gay, bisex, transessuali, questioning, intersessuali e asessuali è ancora invisa.
Dopo dieci anni, la Puglia accoglie nuovamente le manifestazioni pubbliche della comunità lgbtqia e il presidente della sesta provincia, Francesco Ventola ha sostenuto il disegno artistico e "giurisociale" del Barletta Pride: «Quando ci sono movimenti spontanei e naturali come questo, le istituzioni non possono far altro che prenderne atto e sostenerle perché sono flussi sociali che cercano di aprirsi un varco verso la conquista dei loro diritti civili. Il tutto è spoliticizzato, nel senso che appoggiare queste iniziative non denota un'appartenenza politica specifica, e io spero vivamente che le aspettative del Pride non vengano disattese». Madrina del Barletta Pride è Manila Gorio, la quale si è soffermata sull'indefinibile concetto di normalità e sul suo tutt'ora in corso processo di sdoganamento delle richieste avanzate dalle minoranze: «I Prides sono manifestazioni utilissime per rendersi visibili agli occhi della propria gente, per dire alla nostra comunità che noi esistiamo e che devono farsene una ragione. Questa è una battaglia eterna che conduciamo e che continueremo a combattere, ma io mi sono armata e sono fiera di rappresentare questo movimento».
I presidenti delle varie associazioni del territorio hanno riscontrato che quella che viene comunemente chiamata società dominante è, in realtà, una minoranza; con tanto impegno hanno portato avanti un processo di identificazione sociale, di messa a punto dei diritti civili (troppo spesso urlati) e di rappresentanza politica. L'obiettivo è il riconoscimento ufficiale di tutto questo.
I temi degli incontri dispiegati lungo tutto l'arco settimanale sono i più cruciali: tutela dei minori e della salute, transessualismo, ruolo della famiglia, no women-no pride e un simposio teorico-esperienziale sul falso dell'erotismo cristallizzato (venerdì 14 giugno presso la Sala Rossa del Castello). Questi segmenti dialogici saranno tutti accostati da una componente musicale, che darà vita apollinea allo spazio dionisiaco; parata finale sabato 15 giugno nel centro della città della Disfida. La piattaforma rivendicativa che caratterizza il documento politico comprende non solo il mondo Igbtqi, ma anche minori, donne e famiglie, in virtù di un'esclusività che non fa distinzioni in materia di diritti.
Dopo dieci anni, la Puglia accoglie nuovamente le manifestazioni pubbliche della comunità lgbtqia e il presidente della sesta provincia, Francesco Ventola ha sostenuto il disegno artistico e "giurisociale" del Barletta Pride: «Quando ci sono movimenti spontanei e naturali come questo, le istituzioni non possono far altro che prenderne atto e sostenerle perché sono flussi sociali che cercano di aprirsi un varco verso la conquista dei loro diritti civili. Il tutto è spoliticizzato, nel senso che appoggiare queste iniziative non denota un'appartenenza politica specifica, e io spero vivamente che le aspettative del Pride non vengano disattese». Madrina del Barletta Pride è Manila Gorio, la quale si è soffermata sull'indefinibile concetto di normalità e sul suo tutt'ora in corso processo di sdoganamento delle richieste avanzate dalle minoranze: «I Prides sono manifestazioni utilissime per rendersi visibili agli occhi della propria gente, per dire alla nostra comunità che noi esistiamo e che devono farsene una ragione. Questa è una battaglia eterna che conduciamo e che continueremo a combattere, ma io mi sono armata e sono fiera di rappresentare questo movimento».
I presidenti delle varie associazioni del territorio hanno riscontrato che quella che viene comunemente chiamata società dominante è, in realtà, una minoranza; con tanto impegno hanno portato avanti un processo di identificazione sociale, di messa a punto dei diritti civili (troppo spesso urlati) e di rappresentanza politica. L'obiettivo è il riconoscimento ufficiale di tutto questo.
I temi degli incontri dispiegati lungo tutto l'arco settimanale sono i più cruciali: tutela dei minori e della salute, transessualismo, ruolo della famiglia, no women-no pride e un simposio teorico-esperienziale sul falso dell'erotismo cristallizzato (venerdì 14 giugno presso la Sala Rossa del Castello). Questi segmenti dialogici saranno tutti accostati da una componente musicale, che darà vita apollinea allo spazio dionisiaco; parata finale sabato 15 giugno nel centro della città della Disfida. La piattaforma rivendicativa che caratterizza il documento politico comprende non solo il mondo Igbtqi, ma anche minori, donne e famiglie, in virtù di un'esclusività che non fa distinzioni in materia di diritti.