Viva
Barletta, la storia di Mariano
Condannato due volte, dalla burocrazia e da un Dio ingeneroso. Come si guardano le giornate da una sedia a rotelle?
Barletta - martedì 11 maggio 2010
Nasci prima, e cresci poi con qualcuno che ti dice e ti convince che in fondo sei nato in un mondo libero, magari ti illudono pure che la vita e il destino dipendono da te stesso, per poi scoprire che non per tutti è cosi, perchè a quanto sembra, pare proprio che alcuni siano nati con il destino già scritto da qualcuno che si è preso la briga di farlo per loro, un po' perché a volerlo è il cielo e un po' perché a volerlo sono le carte bollate della burocrazia.
La riflessione nasce da un articolo pubblicato in precedenza dalla nostra redazione in merito alla situazione che vivono coloro appartenenti alle categorie protette e che nonostante la Legge 68 trovano difficoltà a trovare un impiego, la cosa si rende più complicata se di mezzo ci si mette anche la burocrazia.
Burocrazia appunto, perchè secondo la burocrazia e secondo la commissione medica Mariano ragazzo di 24 anni di Barletta dovrebbe starsene per tutta la vita sopra una sedia a rotelle a guardare le giornate che passano assieme alla propria vita. Suona quasi come una condanna senza appello; "Non cammini e non sei autosufficiente". Fu questo il verdetto della Commissione medica a seguito della domanda del ragazzo per essere iscritto nelle liste di collocamento, ed ecco quindi che con il verdetto negativo niente iscrizione nelle liste di collocamento, e quindi niente lavoro? È proprio questo che si chiede Mariano, il suo destino è irrimediabilmente scritto o qualcosa si può ancora fare? C'è un posto per lui in questo mondo, nel mondo del lavoro o deve soccombere per sempre alla decisione della Commissione medica? Mariano tiene a precisare che il fatto che non cammina e che non è autosufficiente è tutto legato al fatto che naturalmente non può alzarsi per prendere oggetti ubicati sugli scaffali, e tutto ciò che comporta l'uso delle gambe.
Ma a dimostrazione che Mariano il suo spazio in questo mondo cinico se lo vuole ritagliare a tutti i costi, allora è giusto spiegare come la sua forza di volontà lo sta spingendo a portare avanti quella che è una sua passione è cioè quella per la musica. Tutto nasce un po' di anni fa grazie all'associazione UNITALSI di cui Mariano è frequentatore; infatti spinto dalla curiosità, Mariano durante una festa si avvicina al mixer di cui l'associazione è dotata giusto per darci un occhiata, e per vederla almeno funzionare. Ed ecco quindi che proprio a furia di vederla funzionare arrivò il giorno cui Mariano chiese di poterci mettere lui le mani giusto per alzare e abbassare il volume, fino al punto che oggi è Mariano ad animare le feste che l'associazione UNITALSI organizza, tra cui anche feste di laurea, il tutto con buoni risultati visto che coloro che prendono parte alle sue feste, si divertono molto.
È proprio sfruttando questo fattore che Mariano ha deciso in seguito di affacciarsi a molti disco bar della città di Barletta il quale gli hanno chiuso le porte in faccia, finché l'occasione è arrivata proprio da un locale che a Barletta ha avuto gran successo di cui però dobbiamo omettere di dirvi il nome per ovvie ragioni, ma a malincuore perché meriterebbero un applauso per il coraggio che hanno avuto. Tanti oggi giorno se ne stanno davanti ai bar a bighellonare con la scusante che lavoro non se ne trova, naturalmente conciati in tutto e per tutto con abiti all'ultimo grido, considerando che Dio con loro è stato fin troppo generoso, invece si ignora chi nonostante non può contare sull'uso delle gambe e non di entrambe le mani vuole affrontare questo mondo che chiede fin troppi requisiti per poter essere se stessi.
La riflessione nasce da un articolo pubblicato in precedenza dalla nostra redazione in merito alla situazione che vivono coloro appartenenti alle categorie protette e che nonostante la Legge 68 trovano difficoltà a trovare un impiego, la cosa si rende più complicata se di mezzo ci si mette anche la burocrazia.
Burocrazia appunto, perchè secondo la burocrazia e secondo la commissione medica Mariano ragazzo di 24 anni di Barletta dovrebbe starsene per tutta la vita sopra una sedia a rotelle a guardare le giornate che passano assieme alla propria vita. Suona quasi come una condanna senza appello; "Non cammini e non sei autosufficiente". Fu questo il verdetto della Commissione medica a seguito della domanda del ragazzo per essere iscritto nelle liste di collocamento, ed ecco quindi che con il verdetto negativo niente iscrizione nelle liste di collocamento, e quindi niente lavoro? È proprio questo che si chiede Mariano, il suo destino è irrimediabilmente scritto o qualcosa si può ancora fare? C'è un posto per lui in questo mondo, nel mondo del lavoro o deve soccombere per sempre alla decisione della Commissione medica? Mariano tiene a precisare che il fatto che non cammina e che non è autosufficiente è tutto legato al fatto che naturalmente non può alzarsi per prendere oggetti ubicati sugli scaffali, e tutto ciò che comporta l'uso delle gambe.
Ma a dimostrazione che Mariano il suo spazio in questo mondo cinico se lo vuole ritagliare a tutti i costi, allora è giusto spiegare come la sua forza di volontà lo sta spingendo a portare avanti quella che è una sua passione è cioè quella per la musica. Tutto nasce un po' di anni fa grazie all'associazione UNITALSI di cui Mariano è frequentatore; infatti spinto dalla curiosità, Mariano durante una festa si avvicina al mixer di cui l'associazione è dotata giusto per darci un occhiata, e per vederla almeno funzionare. Ed ecco quindi che proprio a furia di vederla funzionare arrivò il giorno cui Mariano chiese di poterci mettere lui le mani giusto per alzare e abbassare il volume, fino al punto che oggi è Mariano ad animare le feste che l'associazione UNITALSI organizza, tra cui anche feste di laurea, il tutto con buoni risultati visto che coloro che prendono parte alle sue feste, si divertono molto.
È proprio sfruttando questo fattore che Mariano ha deciso in seguito di affacciarsi a molti disco bar della città di Barletta il quale gli hanno chiuso le porte in faccia, finché l'occasione è arrivata proprio da un locale che a Barletta ha avuto gran successo di cui però dobbiamo omettere di dirvi il nome per ovvie ragioni, ma a malincuore perché meriterebbero un applauso per il coraggio che hanno avuto. Tanti oggi giorno se ne stanno davanti ai bar a bighellonare con la scusante che lavoro non se ne trova, naturalmente conciati in tutto e per tutto con abiti all'ultimo grido, considerando che Dio con loro è stato fin troppo generoso, invece si ignora chi nonostante non può contare sull'uso delle gambe e non di entrambe le mani vuole affrontare questo mondo che chiede fin troppi requisiti per poter essere se stessi.