La città
Barletta, l’UE approva le nuove normative sulla pesca
Dalle vongole ai cannolicchi, a rischio palati ed economia
Barletta - domenica 9 maggio 2010
Sono state approva te di recente le nuove norme sulla pesca dalla Commissione europea, il quale entreranno in vigore già dal prossimo primo giugno, nonostante polemiche e proteste sono già divampate in questi giorni. Stando a quando si apprende dagli addetti ai lavori, le nuove norme andrebbero a mettere a rischio l'economia del settore, oltre i palati degli amanti dei sapori del mare. Tra le normative, limitazioni per chi pesca bianchetti, ovvero il novellame di sarde e acciughe, in base alla nuova normativa infatti dovrà usare reti con una maglia di 52 millimetri, con la conseguenza stando a quando si apprende dai pescatori che i pesciolini di piccola taglia scivoleranno via e resteranno in acqua.
Ecco un accenno di ciò che si potrà fare e non fare; le reti si potranno gettare a non meno di un miglio e mezzo dalla costa e a non meno di mezzo miglio per le draghe usate per la pesca di telline, vongole e canolicchi. L'obiettivo della Ue è chiaro: tutelare sia le specie marine a rischio, sia il nutrimento degli esemplari adulti. Ma altrettanto chiare sono le obiezioni dei pescatori, infatti secondo gli operatori del settore, non serve intervenire sulla grandezza delle reti o sulle miglia di distanza dalla costa, ma ben si servirebbe un periodo di fermo più lungo come già si fa. Il consorzio barlettano nello specifico che conta dodici pescherecci per un totale di circa 30 uomini si è dato una sorta di codice di autoregolamentazione: niente pesca di molluschi nei primi quattro mesi dell'anno. Lo stop consente di avere un maggior quantitativo di prodotto nei mesi di pesca, inoltre i pescatori consorziati hanno anche un'altra regola da rispettare: il pescato quotidiano non deve superare i 200 chilogrammi contro i 600 massimi previsti dalla legge.
Da Manfredonia a Gallipoli, passando per Barletta, Mola di Bari e Monopoli, i pescatori però promettono battaglia. Infatti le normative di recente approvate sono solo l'ennesima limitazione ad un settore sempre più martoriato, e a cui fanno seguito le recenti normative sul caro gasolio. Insomma limitazioni che mettono a dura prova gli operatori del settore e che renderà ancor più difficile arrivare alla fine del mese.
Ecco un accenno di ciò che si potrà fare e non fare; le reti si potranno gettare a non meno di un miglio e mezzo dalla costa e a non meno di mezzo miglio per le draghe usate per la pesca di telline, vongole e canolicchi. L'obiettivo della Ue è chiaro: tutelare sia le specie marine a rischio, sia il nutrimento degli esemplari adulti. Ma altrettanto chiare sono le obiezioni dei pescatori, infatti secondo gli operatori del settore, non serve intervenire sulla grandezza delle reti o sulle miglia di distanza dalla costa, ma ben si servirebbe un periodo di fermo più lungo come già si fa. Il consorzio barlettano nello specifico che conta dodici pescherecci per un totale di circa 30 uomini si è dato una sorta di codice di autoregolamentazione: niente pesca di molluschi nei primi quattro mesi dell'anno. Lo stop consente di avere un maggior quantitativo di prodotto nei mesi di pesca, inoltre i pescatori consorziati hanno anche un'altra regola da rispettare: il pescato quotidiano non deve superare i 200 chilogrammi contro i 600 massimi previsti dalla legge.
Da Manfredonia a Gallipoli, passando per Barletta, Mola di Bari e Monopoli, i pescatori però promettono battaglia. Infatti le normative di recente approvate sono solo l'ennesima limitazione ad un settore sempre più martoriato, e a cui fanno seguito le recenti normative sul caro gasolio. Insomma limitazioni che mettono a dura prova gli operatori del settore e che renderà ancor più difficile arrivare alla fine del mese.