Eventi
Barletta e il suo Polo Museale, all'interno un ricchissimo patrimonio
Dopo la presentazione, cosa sarà visitabile?
Barletta - lunedì 3 maggio 2010
Ormai presentato il museo civico – polo museale di Barletta, ma cosa sarà possibile visitare al suo interno?
Il Museo Civico espone una selezione del suo ricco patrimonio d'arte giunto al Comune di Barletta attraverso acquisizioni e raccolte di illustri cittadini. Fra questi Giuseppe Gabbiani, Vincenzo De Stefano, Raffaele Girondi e Ferdinando Cafiero. Esso è organizzato in tre sezioni: la Galleria Antica, la Galleria dell'Ottocento, la Galleria di Ferdinando Cafiero.
La Galleria Antica comprende più di cinquanta opere databili fra la fine del 1300 e la seconda metà del 1700, provenienti in gran parte dal lascito di Giuseppe Gabbiani. Durante il lungo soggiorno a Napoli, Gabbiani colleziona e acquista opere di grande valore, oggi finalmente esposte al Pubblico. Al termine del percorso si snoda il nucleo di opere dedicate al Settecento, esemplificato da artisti come Francesco Solimena e Francesco De Mura. Anton Raphael Mengs e Francesco Solimena chiudono la Galleria Antica e consentono una riflessione sul tema della pittura di corte, ritraendo due immagini diverse del sovrano Carlo III di Borbone.
La Galleria dell'Ottocento annovera oltre quaranta dipinti e nasce da un'altra consistente parte della donazione di Giuseppe Gabbiani e dai lasciti e acquisizioni di opere di Vincenzo De Stefano e Raffaele Girondi. L'esposizione rappresenta l'occasione per conoscere la produzione di tre artisti barlettani, quasi contemporanei di Giuseppe De Nittis tutti allievi di Giambattista Calò. La Galleria si conclude nella sala Girondi, l'artista più fedele alle sperimentazioni sul paesaggio dal vero colto nelle campagne barlettane, nelle vedute veneziane, negli ambienti parigini.
Infine l'ultima sezione comprende una selezione degli oggetti raccolti da Ferdinando Cafiero.
L'esposizione dà spazio a diverse tipologie di materiali: oggetti in legno, argento, ferro, bronzo, rame, marmo, ceramica, terracotta, dipinti, stampe e incisioni. La mostra documenta dunque, nel rispetto delle intenzioni del collezionista, la storia dell'artigianato italiano ed è esemplificativa delle mode legate al collezionismo dell'Ottocento.
Il Museo Civico espone una selezione del suo ricco patrimonio d'arte giunto al Comune di Barletta attraverso acquisizioni e raccolte di illustri cittadini. Fra questi Giuseppe Gabbiani, Vincenzo De Stefano, Raffaele Girondi e Ferdinando Cafiero. Esso è organizzato in tre sezioni: la Galleria Antica, la Galleria dell'Ottocento, la Galleria di Ferdinando Cafiero.
La Galleria Antica comprende più di cinquanta opere databili fra la fine del 1300 e la seconda metà del 1700, provenienti in gran parte dal lascito di Giuseppe Gabbiani. Durante il lungo soggiorno a Napoli, Gabbiani colleziona e acquista opere di grande valore, oggi finalmente esposte al Pubblico. Al termine del percorso si snoda il nucleo di opere dedicate al Settecento, esemplificato da artisti come Francesco Solimena e Francesco De Mura. Anton Raphael Mengs e Francesco Solimena chiudono la Galleria Antica e consentono una riflessione sul tema della pittura di corte, ritraendo due immagini diverse del sovrano Carlo III di Borbone.
La Galleria dell'Ottocento annovera oltre quaranta dipinti e nasce da un'altra consistente parte della donazione di Giuseppe Gabbiani e dai lasciti e acquisizioni di opere di Vincenzo De Stefano e Raffaele Girondi. L'esposizione rappresenta l'occasione per conoscere la produzione di tre artisti barlettani, quasi contemporanei di Giuseppe De Nittis tutti allievi di Giambattista Calò. La Galleria si conclude nella sala Girondi, l'artista più fedele alle sperimentazioni sul paesaggio dal vero colto nelle campagne barlettane, nelle vedute veneziane, negli ambienti parigini.
Infine l'ultima sezione comprende una selezione degli oggetti raccolti da Ferdinando Cafiero.
L'esposizione dà spazio a diverse tipologie di materiali: oggetti in legno, argento, ferro, bronzo, rame, marmo, ceramica, terracotta, dipinti, stampe e incisioni. La mostra documenta dunque, nel rispetto delle intenzioni del collezionista, la storia dell'artigianato italiano ed è esemplificativa delle mode legate al collezionismo dell'Ottocento.