Eventi
Barletta "città no slot", se ne parla con famiglie e ragazzi
Un incontro di sensibilizzazione presso la parrocchia San Paolo Apostolo
Barletta - martedì 2 maggio 2023
"La vita può cambiare solo con amore, passione, dedizione, intelligenza e pazienza" questa la frase di don Rino Caporusso, in occasione dell'incontro "Città NO SLOT" tenutosi nella Parrocchia San Paolo di Barletta, affrontando la tematica del gioco d'azzardo.
Durante questo primo incontro dedicato alla campagna di sensibilizzazione contro la dipendenza dal gioco d'azzardo, rivolto in primis alle famiglie, c'è stato un bel momento di ascolto e dibattito tra i relatori e i presenti, anche facendo piccoli riferimenti, sulle realtà della nostra città.
Un vero e proprio allarme sociale, che fa ancora più preoccupare quando ci si rende conto che perfino a livello nazionale, i dati sulle persone affette da questa problematica non sono presenti poiché abbastanza datati oppure confusionari, mentre in Inghilterra ad esempio ci sono associazioni che raccolgono e analizzano i dati regolarmente.
Tra i vari dati che il parroco Don Rino è riuscito a recuperare, per poi commentarli con i presenti e con l'ente organizzatore dell'evento (PIS "Servizio di Pronto Intervento Sociale"), troviamo il pauroso dato di un lontano 2016 il cui fatturato derivato dal gioco d'azzardo è pari a 96miliardi di euro, più di quanto si spende per l'istruzione.
Antonino Tarantino, uno dei relatori, in rappresentanza del gruppo "Crocevia dei mondi", ha illustrato la loro attività nella città della Disfida per combattere la ludopatia con il "Gioco sano", un gioco vero, dove il "vero premio" è quello di aver costruito delle relazioni ed essere stati tutti insieme. Poi ha condiviso l'esperienza vissuta dall'associazione presso il Parco dell'Umanità, una zona periferica della nostra città che talvolta sembra abbandonata; qui hanno posizionato dei tavolini richiamando i giovani al vecchio modo di giocare, in compagnia e nella forma primordiale di socialità ante quella virtuale predominante dei nostri tempi.
L'obiettivo del progetto? Sicuramente sensibilizzare, un primo incontro per ricordare a tutti l'esistenza di questo allarme sociale, "rompere il silenzio", come ha detto Don Rino, per poi arrivare nei giorni 3-4-5 maggio a sensibilizzare i ragazzi delle classi seconde del liceo Cafiero, ascoltando anche dei loro pareri sul tema, dato che in questa dipendenza stanno entrando anche molti giovani che rischiano di affacciarsi a un mondo pericoloso.
Durante questo primo incontro dedicato alla campagna di sensibilizzazione contro la dipendenza dal gioco d'azzardo, rivolto in primis alle famiglie, c'è stato un bel momento di ascolto e dibattito tra i relatori e i presenti, anche facendo piccoli riferimenti, sulle realtà della nostra città.
Un vero e proprio allarme sociale, che fa ancora più preoccupare quando ci si rende conto che perfino a livello nazionale, i dati sulle persone affette da questa problematica non sono presenti poiché abbastanza datati oppure confusionari, mentre in Inghilterra ad esempio ci sono associazioni che raccolgono e analizzano i dati regolarmente.
Tra i vari dati che il parroco Don Rino è riuscito a recuperare, per poi commentarli con i presenti e con l'ente organizzatore dell'evento (PIS "Servizio di Pronto Intervento Sociale"), troviamo il pauroso dato di un lontano 2016 il cui fatturato derivato dal gioco d'azzardo è pari a 96miliardi di euro, più di quanto si spende per l'istruzione.
Antonino Tarantino, uno dei relatori, in rappresentanza del gruppo "Crocevia dei mondi", ha illustrato la loro attività nella città della Disfida per combattere la ludopatia con il "Gioco sano", un gioco vero, dove il "vero premio" è quello di aver costruito delle relazioni ed essere stati tutti insieme. Poi ha condiviso l'esperienza vissuta dall'associazione presso il Parco dell'Umanità, una zona periferica della nostra città che talvolta sembra abbandonata; qui hanno posizionato dei tavolini richiamando i giovani al vecchio modo di giocare, in compagnia e nella forma primordiale di socialità ante quella virtuale predominante dei nostri tempi.
L'obiettivo del progetto? Sicuramente sensibilizzare, un primo incontro per ricordare a tutti l'esistenza di questo allarme sociale, "rompere il silenzio", come ha detto Don Rino, per poi arrivare nei giorni 3-4-5 maggio a sensibilizzare i ragazzi delle classi seconde del liceo Cafiero, ascoltando anche dei loro pareri sul tema, dato che in questa dipendenza stanno entrando anche molti giovani che rischiano di affacciarsi a un mondo pericoloso.