Associazioni
Barletta, caccia illegale nei pressi della zona del santuario
Il luogo si chiama «lago fantasma». il Wwf è tornato a sollecitare nuovi controlli da parte delle forze di polizia
Barletta - martedì 21 dicembre 2010
18.48
Il luogo, denominato «lago fantasma», in zona «Madonna dello Sterpeto», era stato sottoposto a sequestro circa due anni fa dai militari della locale caserma della Guardia di finanza di Barletta, su richiesta della Procura della Repubblica di Trani per violazioni alle norme paesaggistiche, oltre che ad ordinarne l'immediata bonifica.
A distanza di due anni purtroppo, nella zona nulla è cambiato.
Il «lago fantasma», distribuito su una superficie di circa seimila metri quadri su un terreno agricolo nel tratto di costa tra Barletta e Trani – a ridosso tra l'altro della zona industriale - ed oramai in disuso, viene riempito con acqua di mare prelevata dall'adiacente tratto di mare. La del laghetto artificiale avviene soprattutto nel periodo invernale, con la consueta ricomparsa degli appostamenti fissi con le tre sedie necessarie per garantire episodi di caccia illegale.
A distanza di due anni quindi, il Wwf è tornato a sollecitare nuovi controlli da parte delle forze di polizia, sebbene controlli siano già avvenuti già in passato, ma senza risultati.
«Com'è possibile praticare la caccia in una zona circondata da terreni agricoli e da aziende in cui vi è continua presenza di agricoltori e operai, modificando altresì l'assetto morfologico della zona senza nessun tipo di autorizzazione da parte del demanio regionale e del comune?».
A chiederselo è proprio Pasquale Salvemini, del Wwf - Fondo mondiale per la natura.
A distanza di due anni purtroppo, nella zona nulla è cambiato.
Il «lago fantasma», distribuito su una superficie di circa seimila metri quadri su un terreno agricolo nel tratto di costa tra Barletta e Trani – a ridosso tra l'altro della zona industriale - ed oramai in disuso, viene riempito con acqua di mare prelevata dall'adiacente tratto di mare. La del laghetto artificiale avviene soprattutto nel periodo invernale, con la consueta ricomparsa degli appostamenti fissi con le tre sedie necessarie per garantire episodi di caccia illegale.
A distanza di due anni quindi, il Wwf è tornato a sollecitare nuovi controlli da parte delle forze di polizia, sebbene controlli siano già avvenuti già in passato, ma senza risultati.
«Com'è possibile praticare la caccia in una zona circondata da terreni agricoli e da aziende in cui vi è continua presenza di agricoltori e operai, modificando altresì l'assetto morfologico della zona senza nessun tipo di autorizzazione da parte del demanio regionale e del comune?».
A chiederselo è proprio Pasquale Salvemini, del Wwf - Fondo mondiale per la natura.