La città
Auguri Pietro, Barletta festeggia con te!
Oggi il campionissimo Mennea avrebbe compiuto 61 anni. Un amore silenzioso, un ricordo imperituro
Barletta - venerdì 28 giugno 2013
11.23
Sono trascorsi più di tre mesi da quel maledetto 21 marzo, quando in una clinica a Roma Pietro Paolo Mennea, ex velocista azzurro, olimpionico e per anni primatista mondiale dei 200 metri, si era dovuto arrendere a un male incurabile. Oggi la "Freccia del Sud", così come era conosciuto e apprezzato su scala planetaria, avrebbe compiuto 61 anni: un compleanno che la città di Barletta e il mondo dello sport festeggiano anche se Pietro non è più su questa terra. Troppo imponente la sua leggiadra ombra, troppo forti le emozioni da lui condensate e regalate, troppo genuina la sua figura, per non meritare un ricordo imperituro.
La preziosità di Mennea aveva una radice territoriale all'ombra di Eraclio, ma trovava corpo e trova anima su rami internazionali e intercontinentali. Partita da via Pier delle Vigne in una modesta famiglia di Barletta il 28 giugno 1952, da padre sarto e mamma casalinga, quando a soli quindici anni sfidava Porsche ed Alfa Romeo in viale Giannone, dove i giovani dell'epoca si intrattenevano a vederlo correre sino alle tre di notte, perché era un piacere assistere alla folle corsa di questo giovinetto che con le 500 lire vinte da queste piccole scommesse si pagava la merenda per la scuola. Nel palmares di Mennea le Olimpiadi di Monaco, Montreal, Mosca, Los Angeles e Seul, 528 gare complessive, 23 libri e soprattutto il record mondiale del 1979 a Città del Messico, dove corse i 200 metri in 19 e 72, primato rimasto in piedi per ben 17 anni e ancora intatto su scala europea. Un oro e due bronzi olimpici.
Tante le "seconde vite" professionali: avvocato, insegnante, commercialista, deputato europeo, anche candidato sindaco nel 2002, con esiti però da dimenticare. Si è laureato a Bari una prima volta in scienze politiche, allora ministro degli Esteri. Uomo poliedrico, Mennea aveva anche conseguito anche le lauree in giurisprudenza, scienze dell'educazione motoria e lettere. Nei volumi il Campione Olimpionico di Mosca '80 ed ex Recordman del Mondo sui 200 metri piani, racconta la sua vita, quella leggendaria sulle piste d'atletica e quella per certi versi ancora più significativa trascorsa fino agli ultimi mesi tra l'Università, come studente prima (quattro lauree) e come docente poi, al Parlamento Europeo (una Legislatura), nell'ambito della Professione di Avvocato e Dottore Commercialista e nell'impegno filantropico in qualità di co-Fondatore e Presidente della Fondazione che porta il suo nome. La "Freccia del Sud", come fu soprannominato, ritiratosi per dedicarsi allo studio, una volta plurilaureato, diede vita nel 2006 alla "Fondazione Pietro Mennea" dedita a scopi filantropici e culturali. La sua è stata una lotta costante al doping.
Per Mennea, nel 2012, era arrivato anche un prezioso riconoscimento di statura internazionale. A 32 anni dall'oro olimpico di Mosca il velocista barlettano era stato scelto per una particolare "onorificenza: gli era stata infatti dedicata, in occasione delle Olimpiadi di Londra 2012, una delle 361 fermate della metropolitana londinese, più precisamente Kensington High. Il nome del veloce primatista nato e cresciuto nell'attuale capoluogo della sesta provincia pugliese figurava tra i 361 sportivi di tutti i tempi che hanno prestato il proprio nome ad una delle stazioni della metropolitana di Londra. Oggi Barletta e tutto il mondo continuano a piangerne la memoria, a quasi 100 giorni da quel tragico 21 marzo. Auguri, "Freccia del Sud", orgoglio sportivo per la propria città, simbolo di un'Italia fatta di grinta, sudore e sacrificio: in attesa che Palazzo di Città mediti iniziative e atti concreti per onorarne la memoria, in fondo ai cuori dei barlettani Pietro continua a correre.
(Twitter: @GuerraLuca88)
La preziosità di Mennea aveva una radice territoriale all'ombra di Eraclio, ma trovava corpo e trova anima su rami internazionali e intercontinentali. Partita da via Pier delle Vigne in una modesta famiglia di Barletta il 28 giugno 1952, da padre sarto e mamma casalinga, quando a soli quindici anni sfidava Porsche ed Alfa Romeo in viale Giannone, dove i giovani dell'epoca si intrattenevano a vederlo correre sino alle tre di notte, perché era un piacere assistere alla folle corsa di questo giovinetto che con le 500 lire vinte da queste piccole scommesse si pagava la merenda per la scuola. Nel palmares di Mennea le Olimpiadi di Monaco, Montreal, Mosca, Los Angeles e Seul, 528 gare complessive, 23 libri e soprattutto il record mondiale del 1979 a Città del Messico, dove corse i 200 metri in 19 e 72, primato rimasto in piedi per ben 17 anni e ancora intatto su scala europea. Un oro e due bronzi olimpici.
Tante le "seconde vite" professionali: avvocato, insegnante, commercialista, deputato europeo, anche candidato sindaco nel 2002, con esiti però da dimenticare. Si è laureato a Bari una prima volta in scienze politiche, allora ministro degli Esteri. Uomo poliedrico, Mennea aveva anche conseguito anche le lauree in giurisprudenza, scienze dell'educazione motoria e lettere. Nei volumi il Campione Olimpionico di Mosca '80 ed ex Recordman del Mondo sui 200 metri piani, racconta la sua vita, quella leggendaria sulle piste d'atletica e quella per certi versi ancora più significativa trascorsa fino agli ultimi mesi tra l'Università, come studente prima (quattro lauree) e come docente poi, al Parlamento Europeo (una Legislatura), nell'ambito della Professione di Avvocato e Dottore Commercialista e nell'impegno filantropico in qualità di co-Fondatore e Presidente della Fondazione che porta il suo nome. La "Freccia del Sud", come fu soprannominato, ritiratosi per dedicarsi allo studio, una volta plurilaureato, diede vita nel 2006 alla "Fondazione Pietro Mennea" dedita a scopi filantropici e culturali. La sua è stata una lotta costante al doping.
Per Mennea, nel 2012, era arrivato anche un prezioso riconoscimento di statura internazionale. A 32 anni dall'oro olimpico di Mosca il velocista barlettano era stato scelto per una particolare "onorificenza: gli era stata infatti dedicata, in occasione delle Olimpiadi di Londra 2012, una delle 361 fermate della metropolitana londinese, più precisamente Kensington High. Il nome del veloce primatista nato e cresciuto nell'attuale capoluogo della sesta provincia pugliese figurava tra i 361 sportivi di tutti i tempi che hanno prestato il proprio nome ad una delle stazioni della metropolitana di Londra. Oggi Barletta e tutto il mondo continuano a piangerne la memoria, a quasi 100 giorni da quel tragico 21 marzo. Auguri, "Freccia del Sud", orgoglio sportivo per la propria città, simbolo di un'Italia fatta di grinta, sudore e sacrificio: in attesa che Palazzo di Città mediti iniziative e atti concreti per onorarne la memoria, in fondo ai cuori dei barlettani Pietro continua a correre.
(Twitter: @GuerraLuca88)