Viva
Auguri alle donne, alle dottoresse, alle mamme, alle figlie
Oggi per BarlettaViva le parole della ricercatrice Cinzia Conteduca
Barletta - domenica 8 marzo 2020
Quella di oggi è una ricorrenza speciale, che non passerà nel silenzio. Celebriamo come ogni anno la Giornata internazionale della Donna in un clima cupo, gravato dalle sfaccettate conseguenze dell'attuale emergenza Coronavirus. Per rivolgere un messaggio di augurio a tutte le donne di Barletta abbiamo chiesto un aiuto a un'eccellenza barlettana, che vive e lavora fuori regione, più volte premiata per i suoi successi in ambito scientifico: la riflessione che segue è della ricercatrice Cinzia Conteduca, autrice di un pensiero di forte attualità che siamo felici di condividere e dedicare a tutte le nostre lettrici.
«Questo purtroppo è un momento veramente delicato per il nostro Paese e tutti siamo in prima linea coinvolti in questa emergenza sanitaria. Mi è stato chiesto di condividere una riflessione con voi in questa giornata (8 marzo) che normalmente magari è affrontata con spirito gogliardico e/o con grande riflessione sul tema dei diritti che le donne hanno raggiunto negli anni.
Quest'anno, per favore, lasciatemi in primis in quest'occasione condividere con voi un pensiero speciale rivolto alle donne che stanno lavorando con grande spirito di abnegazione negli ospedali e nei laboratori di ricerca, lasciando a casa i propri figli, genitori anziani, parenti con comorbidità tra cui anche malati oncologici.
Dopo giornate di lavoro interminabili, tornano nelle proprie case con la stanchezza dei turni pesanti e spesso raddoppiati, con il fardello emotivo della criticità della situazione e con il timore di essere tra le principali fonti di contagio per le persone che sono lì ad aspettarle, o - se si sono spostate per lavoro in altre Regioni - con l'ansia di essere distanti e di non poter essere di aiuto concreto per i loro cari.
In generale, non appena finirà questa emergenza (e speriamo presto) ricordiamoci del lavoro svolto da tutto il personale sanitario giorno e notte senza tirarsi indietro neanche una volta di fronte alla pericolosità della situazione e di tutte quelle persone che sono rimaste nei laboratori di ricerca, anche oltre l'orario di lavoro, per scoprire anche solo un tassello di questa intricata infezione.
Qualche pomeriggio fa una paziente prima di andar via dalla stanza del Day Hospital mi ha detto: "Dottoressa, dobbiamo farci forza l'un con l'altro, ma voi medici dovete tener duro ancora di più in questo momento difficile perché siete la nostra unica speranza, per questo l'abbraccio ancora più forte oggi... virtualmente".
Con queste parole saluto la mia cara Città chiedendo a tutti di aiutare il personale sanitario della Regione Puglia a lavorare nelle migliori condizioni possibili e soprattutto chiedendo a ciascuno una grande attenzione a "prendersi cura" di sé stessi e degli altri, rispettando le norme comportamentali previste dal Ministero della Salute, solo così si potrà cercare di tutelare veramente noi stessi e la nostra Città».
«Questo purtroppo è un momento veramente delicato per il nostro Paese e tutti siamo in prima linea coinvolti in questa emergenza sanitaria. Mi è stato chiesto di condividere una riflessione con voi in questa giornata (8 marzo) che normalmente magari è affrontata con spirito gogliardico e/o con grande riflessione sul tema dei diritti che le donne hanno raggiunto negli anni.
Quest'anno, per favore, lasciatemi in primis in quest'occasione condividere con voi un pensiero speciale rivolto alle donne che stanno lavorando con grande spirito di abnegazione negli ospedali e nei laboratori di ricerca, lasciando a casa i propri figli, genitori anziani, parenti con comorbidità tra cui anche malati oncologici.
Dopo giornate di lavoro interminabili, tornano nelle proprie case con la stanchezza dei turni pesanti e spesso raddoppiati, con il fardello emotivo della criticità della situazione e con il timore di essere tra le principali fonti di contagio per le persone che sono lì ad aspettarle, o - se si sono spostate per lavoro in altre Regioni - con l'ansia di essere distanti e di non poter essere di aiuto concreto per i loro cari.
In generale, non appena finirà questa emergenza (e speriamo presto) ricordiamoci del lavoro svolto da tutto il personale sanitario giorno e notte senza tirarsi indietro neanche una volta di fronte alla pericolosità della situazione e di tutte quelle persone che sono rimaste nei laboratori di ricerca, anche oltre l'orario di lavoro, per scoprire anche solo un tassello di questa intricata infezione.
Qualche pomeriggio fa una paziente prima di andar via dalla stanza del Day Hospital mi ha detto: "Dottoressa, dobbiamo farci forza l'un con l'altro, ma voi medici dovete tener duro ancora di più in questo momento difficile perché siete la nostra unica speranza, per questo l'abbraccio ancora più forte oggi... virtualmente".
Con queste parole saluto la mia cara Città chiedendo a tutti di aiutare il personale sanitario della Regione Puglia a lavorare nelle migliori condizioni possibili e soprattutto chiedendo a ciascuno una grande attenzione a "prendersi cura" di sé stessi e degli altri, rispettando le norme comportamentali previste dal Ministero della Salute, solo così si potrà cercare di tutelare veramente noi stessi e la nostra Città».